sabato 14 settembre 2019

ABBASSO A LL’ ACQUAQUIGLIA


ABBASSO A LL’ ACQUAQUIGLIA
In un suo famosissimo sonetto: GENTILHOMMERIE  Libero Bovio scrive in un verso: ché se tu scendo abbasso all’Acquaquiglia, ed il carissimo amico N.C. [al solito, motivi di riservatezza mi impongono di  riportar solo le iniziali di nome e cognome di chi mi scrive per sollecitar ricerche] mi à chiesto, per le vie brevi, di chiarirgli, quale fósse la zona di Napoli presa in considerazione dal poeta, atteso che mi à detto di non aver mai saputo di una via o un quartiere napoletano chiamato Acquaquiglia. Confesso che la ricerca è stata faticosa, ma alla fine ne sono venuto a capo e posso dire, senza téma di smentite, che allorché il poeta parlò di “abbasso all’Acquaquiglia”,  intendeva riferirsi alla  zona Porto Basso,tra il Mandracchio e la vecchia Dogana del sale,  posta cioè all'incrocio tra via Conte Olivares e  via Molo Piccolo, zona  nota  tra il popolo della città bassa con il nome riportato dal poeta e mutuato da quello di un’antichissima fontana: “AQUAQUILIA” [fontana risalente al 1589, voluta dal fondatore della casata Borbone  Enrico IV di Borbone, detto Enrico il Grande (le grand) (Pau, 13 dicembre 1553 –Parigi, 14 maggio 1610), fontana che era ubicata all’altezza dell’angolo sud dell’incrocio tra le attuali Via Marchese Campodisola e Via Conte Olivares e che fu una di quelle demolite, al tempo del presidente del consiglio itagliano Agostino De Petris,  dalla furia iconoclasta degli addetti allo sventramento di Napoli, ipotizzato sin dalla metà dell'Ottocento, e portato a compimento a seguito di una epidemia di colera, avvenuta nel 1884, sotto la spinta del sindaco di allora, Nicola Amore; e cosí nel 1885, allo scopo – si disse -  di risolvere il problema del degrado di alcune zone della città che era stato, secondo il sindaco Amore, la principale causa del diffondersi del colera, si decise l'abbattimento di numerosi edifici tra i quali appunto la   Fontana dell'Aquaquilia. È chiaro che l’originario nome latino  Aquaquilia fu storpiato dal popolo della città bassa in ACQUAQUIGLIA e cosí conservato nella memoria di poeti d’antan. Quanto all’origine del nome AQUAQUILIA bisogna partire    da “Aqua Aquilia”, con l'idronimo aqua  determinato da un aggettivo derivato da un antroponimo, come è per la  romana Acqua Marcia (lat. aqua Marcia, dal pretore del 144 a.C Quinto   Marcio Re). Da un Aquilius prendono analogamente il nome la via  Aquilia (fatta costruire da Manlio Aquilio Gallo nel 65 a.C., da Capua  a Reggio Calabria) e la antica lex Aquilia, voluta probabilmente da un  tribuno della plebe. Il nome Aquilius è sicuramente attestato in  Campania dalle iscrizioni (Paestum, ma anche Capua, Ercolano, Miseno,  Pozzuoli).Con ogni probabilità all’epoca dell’edificazione alla fontana voluta dal Borbone fu dato un nome latineggiante nell’intento di farla apparire piú antica di quel che fósse.
Non mi pare ci sia altro da aggiungere per cui mi fermo qui, sperando d’avere accontentato l’amico N.C. ed interessato qualcun altro  dei miei ventiquattro lettori e  chi  forte dovesse imbattersi in queste paginette. Satis est.
Raffaele Bracale

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