SARTÚ
NAPOLETANO
Cominciamo
con il dire che il riso fu introdotto in
Napoli dagli Aragonesi (1442/1501) ed occorse molto tempo prima che fosse
accettato sulle tavole napoletane; infatti da principio fu usato quasi
esclusivamente come medicamento nelle malattie gastriche o intestinali (cfr. la
schola medica salernitana che prescriveva riso ad ogni pie’ sospinto sia pure
rigorosamente in bianco: bollito cioè; talvolta si prescrisse a titolo
terapeutico di bere l’acqua in cui si
era stato lessato il riso); del resto a Napoli già trionfava l’uso della pasta
che, con le verdure, la faceva da padrona nell’alimentazione quotidiana(un
tempo prima che mangiamaccheroni, i
napoletani, usurpando il nome ai napoletani della provincia, furono
detti mangiafoglie) e fu difficile
per il riso, non dico spodestarla, ma anche entrarvi solo in concorrenza.
Occorrerà attendere alcuni secoli prima che il riso conquistasse un suo piccolo
posto sulle tavole napoletane e fu merito dei cuochi francesi ( i famosi monzú (cosí li chiamarono i napoletani
storpiando la parola monsieur) cioè
quei cuochi d’oltrealpi chiamati a Napoli dalla regina Maria Carolina, al
tempo(1768) delle proprie nozze con Ferdinando IV Borbone-Napoli, per
migliorare la cucina napoletana ritenuta troppo semplice, se non addirittura
povera. I cuochi francesi oltre ad importare a Napoli taluni dolci(rammento il
babà) tentarono di introdurre l’uso delle loro mantecate salse (a base di
latte,burro, farina ed uova) con cui condirono pasta e/o riso. Per il vero in
principio i napoletani non apprezzarono molto le salse francesi, al segno che
storpiando il nome di sauce (lèggi:
sós(e)) coniarono la voce zòza, nel
senso di cosa cattiva, sgradevole, fatta male se non sporca etc. e non
apprezzarono molto le sofisticate ricette della cucina francese, con una sola
eccezione che fu per l’appunto il sartú
di riso:uno dei piú sontuosi
modi di cucinare il riso; tale sartú (dal francese sour tout), (che per il vero non
era ricetta originaria di Francia, ma inventata a Napoli con tutti i prodotti
in uso nella cucina napoletana ad eccezione del burro che è condimento
nordico...e d’oltrealpe) partito dalle cucine regali dove i monzú lo prepararono per la corte
borbonica, approdò alle cucine familiari e da
allora divenne un trionfo della cucina
napoletana, diffondendosi peraltro in
tutto il Sud Italia.
Il sartú
consta di un timballo di riso con ricchissima
farcitura ed è piatto sontuoso che ovviamente può ben figurare in sostituzione di timballi
di pasta sulla tavola del Natale o di
altre feste comandate o non: anniversarii, onomastici, genetliaci etc.
Come per tutti i piatti della tradizione, ne esistono numerose varianti; oggi si è generalmente molto semplificato, e viene preparato con riso lessato e poi condito in modo meno ricco e generoso di quanto non fosse una volta. Anche gli ingredienti possono, in qualche misura, variare secondo la disponibilità del mercato.
La ricetta che vi propongo rispecchia fedelmente la preparazione tradizionale.
Come per tutti i piatti della tradizione, ne esistono numerose varianti; oggi si è generalmente molto semplificato, e viene preparato con riso lessato e poi condito in modo meno ricco e generoso di quanto non fosse una volta. Anche gli ingredienti possono, in qualche misura, variare secondo la disponibilità del mercato.
La ricetta che vi propongo rispecchia fedelmente la preparazione tradizionale.
In gredienti e dosi per otto/dieci persone
versione classica
bianca
(ricetta originaria)
Seicento grammi di risoCinquecento grammi di carne di manzo tritata,
olio per friggere q.s.
Trecento grammi di piselli sgranati (anche surgelati)
Trenta grammi di funghi secchi
Duecentocinquanta grammi di fegatini di maiale con relativo omento,
3 etti di salsiccia di maiale (ottima la cervellatina napoletana,)
Una mozzarella ( ovviamente da latte di bufala) da 5 etti
Circa centocinquanta grammi di strutto, (la ricetta originale dei cuochi francesi prevedeva il burro, ma lo strutto, condimento napoletano lo soppiantò quasi súbito in quanto ritenuto certamente piú saporito e piú consono ai palati partenopei;oggi però, scioccamente, lo strutto è un po' in disuso in quanto ritenuto da taluni tromboni mediatici poco dietetico e molti napoletani preparando(semel in anno) un sartú si son scioccamente convertiti all’uso del burro, quando non a quello ancóra piú sciocco,per non dire sconcio della margarina!... )
Pecorino grattugiato 1 etto,
Circa due litri di buon brodo vegetale (va bene anche quello preparato con 2 dadi vegetali,
Una cipolla dorata,
Pane grattugiato q.s.
Olio d’oliva e.v. p. s. a f. 1 bicchiere,
Otto uova, di cui 3 sode,
Sale fino e pepe decorticato q.s.
Una mozzarella ( ovviamente da latte di bufala) da 5 etti
Circa centocinquanta grammi di strutto, (la ricetta originale dei cuochi francesi prevedeva il burro, ma lo strutto, condimento napoletano lo soppiantò quasi súbito in quanto ritenuto certamente piú saporito e piú consono ai palati partenopei;oggi però, scioccamente, lo strutto è un po' in disuso in quanto ritenuto da taluni tromboni mediatici poco dietetico e molti napoletani preparando(semel in anno) un sartú si son scioccamente convertiti all’uso del burro, quando non a quello ancóra piú sciocco,per non dire sconcio della margarina!... )
Pecorino grattugiato 1 etto,
Circa due litri di buon brodo vegetale (va bene anche quello preparato con 2 dadi vegetali,
Una cipolla dorata,
Pane grattugiato q.s.
Olio d’oliva e.v. p. s. a f. 1 bicchiere,
Otto uova, di cui 3 sode,
Sale fino e pepe decorticato q.s.
Preparate separatamente i vari componenti che poi verranno assemblati nel sartú:
1- La mozzarella Tagliate la mozzarella a fettine e lasciatela scolare in un colino o tenetela in frigo per ca 10 ore.
2 - Il sugo
Ammorbidite i funghi in acqua tiepida; soffriggete in una casseruolina la cipolla tritata con mezzo bicchiere d’olio ed un cucchiaio di strutto; dopo qualche minuto unite i funghi ammollati in acqua bollente strizzati e tritati insieme ai piselli sgranati. Salate e pepate.
Dopo poco aggiungete la salsiccia intera, lasciate cuocere per circa un’ora indi prelevatela, affettatela a dischetti da ½ cm. di spessore e teneteli da parte in caldo.
3 - Le polpettine Ammorbidite i funghi in acqua tiepida; soffriggete in una casseruolina la cipolla tritata con mezzo bicchiere d’olio ed un cucchiaio di strutto; dopo qualche minuto unite i funghi ammollati in acqua bollente strizzati e tritati insieme ai piselli sgranati. Salate e pepate.
Dopo poco aggiungete la salsiccia intera, lasciate cuocere per circa un’ora indi prelevatela, affettatela a dischetti da ½ cm. di spessore e teneteli da parte in caldo.
Mettete in una terrina la carne trita, salate e pepate, indi unite due uova intere, due cucchiaiate di formaggio grattugiato e due di pangrattato; impastate bene gli ingredienti, poi ricavate dal composto tante polpettine poco piú grandi di una nocciola; infarinatele e friggetele súbito con olio di semi bollente e profondo, poi scolatele e poggiatele su carta assorbente da cucina e tenetele da parte.
4 - I fegatini
Togliete ai fegatelli il fiele ed eventuali pellicine, lavateli in acqua fredda, avvolgeteli nel loro omento lavato e diviso in quadrati di ca 10 cm. di lato, con una foglia d’alloro. Ponete sul fuoco un tegame con un cucchiaio di strutto; appena comincia a soffrigge sistemate nel tegame i fegatini e fateli rosolare, bagnandoli con poco brodo. A cottura ultimata levateli dal fuoco e salate; eleminate l’alloro, tagliateli a pezzetti e teneteli da parte.
5 - Il risotto
Mettete al fuoco moderato una capace casseruola con una metà abbondante del sugo preparato, ed appena inizia a soffriggere versatevi il riso;in un altro tegame al sugo rimasto aggiungete le polpettine, un cucchiaio di strutto e fate insaporire bene a fuoco basso.
Mescolate bene il riso, bagnatelo con brodo bollente e portatelo a cottura (piuttosto al dente) aggiungendo poco brodo per volta.
Incorporate allora cinquanta grammi di strutto, cinque o sei cucchiaiate di pecorino e tre uova intere ben sbattute;unite le rondelle di salsiccia, amalgamate bene gli ingredienti e lasciate intiepidire.
6 - Il sartú
Mentre il riso intiepidisce ungete abbondantemente con dello strutto uno stampo per timballi o una capace teglia, e spolverizzate con abbondante pangrattato.
Versate nello stampo poco per volta quasi tutto il risotto,immettendo qua e là fettine di uova sode e di mozzarella; stendete bene il risotto sul fondo e premetelo anche contro le pareti del recipiente.
Disponete nel vuoto al centro una parte delle polpettine e del loro sugo, qualche fegatino, pezzetti di mozzarella e di salsiccia e spolverizzate con poco formaggio grattugiato.
Ripetete l'operazione fino ad avere sistemato tutti gli ingredienti.
Ricoprite il tutto con il riso rimasto, livellate bene, spolverizzate con poco pangrattato, guarnite con fiocchetti di strutto e passate in forno moderato (160°) per 45 minuti circa.
Mentre il riso intiepidisce ungete abbondantemente con dello strutto uno stampo per timballi o una capace teglia, e spolverizzate con abbondante pangrattato.
Versate nello stampo poco per volta quasi tutto il risotto,immettendo qua e là fettine di uova sode e di mozzarella; stendete bene il risotto sul fondo e premetelo anche contro le pareti del recipiente.
Disponete nel vuoto al centro una parte delle polpettine e del loro sugo, qualche fegatino, pezzetti di mozzarella e di salsiccia e spolverizzate con poco formaggio grattugiato.
Ripetete l'operazione fino ad avere sistemato tutti gli ingredienti.
Ricoprite il tutto con il riso rimasto, livellate bene, spolverizzate con poco pangrattato, guarnite con fiocchetti di strutto e passate in forno moderato (160°) per 45 minuti circa.
Fate riposare il sartú per qualche minuto, capovolgetelo su un piatto di portata e servite súbito affettandolo.
A questo punto devo ricordare ( se mai
ce ne fosse bisogno) che la gran parte dei napoletani predilige, in cucina
l’uso di salse di pomodoro; non faccia meraviglia dunque se nel tardo ottocento la
salsa di pomodoro fu introdotta nella preparazione del sartú ottenendo quella
che chiamerò versione rossa che a
lungo andare soppiantò quasi ovunque la precedente versione classica. Anzi
oggi in epoca di mancanza di tempo e di pazienza (che invece in cucina sono due
ingredienti insostituibili ed imprescindibili) anche a Napoli è invalso l’uso
pedestre di preparare del riso bollito, condirlo con un sugo di passata di pomodoro, farcirlo a caldo con cubetti di
mozzarella e salame nonché rondelle di uova sode, spolverizzarlo di grana e contrabbandarlo
ahimé, sconciamente per sartú
napoletano!
Ad ogni buon conto illustro qui di
sèguito la
versione
rossa
La preparazione di questa versione non differisce dalla precedente
se non per l’aggiunta negli ingredienti per il sugo rosso di
- 4 etti di passata di pomidoro (fresca o in bottiglia),
- 2 etti di doppio concentrato di pomidoro
che vanno usati appunto nella preparazione, come qui di sèguito,
del
sugo
Ammorbidite i funghi in acqua tiepida; soffriggete in una casseruola la cipolla tritata con mezzo bicchiere d’olio ed un cucchiaio di strutto; dopo qualche minuto unite i funghi ammollati in acqua bollente strizzati e tritati ed i piselli sgranati. Unite la passata di pomodoro ed il doppio concentrato sciolto con una tazza d’acqua bollente. Salate e pepate.
Dopo poco aggiungete la salsiccia intera, lasciare cuocere per circa un’ora indi prelevatela, affettatela a dischetti e tenetela da parte in caldo.
Ammorbidite i funghi in acqua tiepida; soffriggete in una casseruola la cipolla tritata con mezzo bicchiere d’olio ed un cucchiaio di strutto; dopo qualche minuto unite i funghi ammollati in acqua bollente strizzati e tritati ed i piselli sgranati. Unite la passata di pomodoro ed il doppio concentrato sciolto con una tazza d’acqua bollente. Salate e pepate.
Dopo poco aggiungete la salsiccia intera, lasciare cuocere per circa un’ora indi prelevatela, affettatela a dischetti e tenetela da parte in caldo.
Per il sèguito si procede come per la versione bianca .
Vini:
Corposi vini rossi campani (Solopaca, Aglianico, Piedirosso, Taurasi) serviti a
temperatura ambiente.
Mangia Napoli, bbona
salute!
raffaele
bracale
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