LA “FESTA DEI QUATTRO
ALTARI”
La “Festa dei Quattro Altari” veniva
celebrata, fino a pochi anni fa, a Torre del Greco nel giorno dell’ottava della
celebrazione eucaristica del Corpus Domini, e per questo veniva chiamata anche
“l’Ottava”.Durante tale festività, in quattro punti specifici del centro
storico, venivano eretti giganteschi pannelli dipinti, raffiguranti immagini
sacre, abbelliti da composizioni floreali, detti “ALTARI”. Le postazioni
rimanevano esposte per tre giorni ed alla mezzanotte del terzo giorno, i
migliori fuochisti torresi si esibivano nei tradizionali ed immancabili “
fuochi a mare”, illuminando l’intera costa torrese con meraviglie pirotecniche
L’evento era fra i più sentiti per la comunità torrese che associò all’evento
la commemorazione di un passaggio importante per la storia della loro città: il
“riscatto baronale”. Nell’occasione le strade si riempivano di gente, musiche e
bancarelle per i tre giorni della festa. Eppure, questa celebrazione, non ebbe
origine a Torre del Greco, ma, secondo alcuni in Lombardia [Milano ] e secondo
altri, tra cui il sottoscritto, a Roma. Non è dato infatti di sapere con
certezza infatti se fu istituita nel 1527 presso la chiesa del S. Sepolcro a
Milano ad iniziativa dell’agostiniano Antonio Bellotti di Ravenna (†1528), che
fondò anche la scuola del Santo Sepolcro legata a tale scopo, avviando l’uso di
ripetere le Quarant’Ore anche fuori la Settimana Santa. Anche il cremonese
Sant’Antonio Maria Zaccaria (Cremona, 1502 - †Cremona, 5 luglio 1539) nella
seconda metà del 1500,propugnò tale pratica e fu in Roma san Filippo Neri
(Firenze, 21 luglio 1515 – †Roma, 26 maggio 1595) ad istituire all’incirca
nello stesso lasso di tempo[seconda metà del 1500] la pratica delle
“Quarant’ore” che consisteva nell’esposizione dell’Eucarestia per, appunto,
quaranta ore nel giorno dell’ottava del Corpus Domini. Di certo si sa solo che
fu il papa Paolo III (Canino, 29 febbraio 1468 – † Roma, 10 novembre 1549) ad
approvare questa pratica con breve apostolico del 28 agosto 1537; fu papa
Clemente VIII (Fano, 24 febbraio 1536 – †Roma, 3 marzo 1605) ad ufficializzare
il rito nel 1592 per celebrare il centenario della scoperta delle Americhe da
parte di Cristoforo Colombo: durante l’esposizione delle quaranta ore, infatti,
si impartiva ai fedeli la benedizione eucaristica da quattro punti diversi
della città, per simboleggiare i quattro continenti allora conosciuti.
Probabilmente la pratica delle “Quarant’ore” a Napoli fu mutuata da quella
romanana molti anni dopo allorché, come riportato dallo storico Ceva Grimaldi,
nel 1616, il vicerè Don Pietro Fernandez de Castro (Monforte de Lemos, 1560 –
†Madrid, 19 ottobre 1622), per festeggiare la costruzione del Palazzo Reale e
di altri edifici e strade, statuì che durante il giorno dell’ottava del Corpus
Domini i napoletani potessero ricevere la benedizione eucaristica da quattro
altari posti nei punti cardine della città. L’iniziativa fu apprezzata
particolarmente dai dominatori spagnoli e dai napoletani che iniziarono a
ripeterla ogni anno, al punto che, quando i Borbone conquistarono Napoli,
mantennero la tradizione. Lo scrittore francese Sthendhal, trovandosi a Napoli
nel 1824, assistette a tale celebrazione ed estasiato, la descrisse in un passo
del romanzo “Il Rosso e Il Nero”.Non sappiamo, esattamente, quando Torre del
Greco fece suo il rito delle “Quarant’ore” trasformandolo nella “Festa dei
Quattro Altari”, ma con ogni probabilità la cosa avvenne tra il 1810 ed il 1814
al tempo di Giocchino Murat (Labastide-Fortunière, 25 marzo 1767 – †Pizzo, 13
ottobre 1815) alllorché nei paesi costieri Torre Annunziata, Torrevecchia,
Torre del Greco cessò ogni dominio feudale e, come ò anticipato, i torresi
associarono all’evento la commemorazione di un passaggio importante per la
storia della loro città: il “riscatto baronale”.
Brak
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