martedì 28 gennaio 2020

AUGLIO,AUGLIO CARMUSINA TÈNE ‘O BBAUGLIO!...



AUGLIO,AUGLIO CARMUSINA TÈNE ‘O BBAUGLIO!...
Espressione intraducibile ad litteram in quanto il reiterato  termine d’attacco auglio è voce inesistente in modo autonomo con un  significato proprio e   non è  riscontrabile alibi, ma solo in questa espressione dove è usato quale comoda rima con la voce finale bauglio. Tuttavia se proprio si volesse tentare una traduzione si  potrebbe renderla approssimativamente con un: Attenzione, attenzione Rossella à la gobba anteriore!...  Si tratta infatti di una colorita formula apotropaica da pronunziarsi accampagnata con opportuni gesti superstiziosi e/o  formule magica contro la iettatura o contro l'avverarsi di qualche calamità, scongiuri che possono essere  anche volgari alla sola  vista di una donna gobba che notoriamente, nell’inteso comune, è apportatrice di disgrazie al contrario del beneaugurante uomo gobbo. Da quanto détto si evince che l’espressione in esame va pronunciata cosí come enunciata e non storpiata in Auglia,auglia Carmusina tène ‘o bbauglio!... come talvolta càpita di udire e come inopinatamente riporta in un suo volume il dotto amico avv.to Renato de Falco con il quale questa volta, con mio malgrado, non posso convenire e spiego perché: non mi pare  avrebbe senso richiamare nella formula apotropaica  la belinoforme aguglia [di cui auglia è lettura contrattatta] pesce commestibile figura dell’abbondanza e metterla in contrapposizione con una malefica gobba atteso che a far da tramite tra le due voci in ogni caso c’è una donna [quella Carmusina/Rossella] che con la sua sola  presenza  vanificherebbe comunque il buono ipoteticamente apportato dall’aguglia. Meglio fidarsi degli scongiuri personali ed affidarsi all’esatta formula riportata in epigrafe!  Passiamo all’esame delle singole voci.
Di auglio auglio ò già détto come di voce di comodo inesistente autonomamente e che esiste solo nell’espressione in esame per rimare con bauglio; qui aggiungo ch’essa non va confusa con auglia lettura contrattatta di a(g)uglia [ che è dal lat. volg. *acucula(m)→agugla→aguglia, dim. di acus 'ago',  attrav. il provenz. agulha];
baúglio: etimologicamente deverbale metatetico del latino bajulare=portare;  s.vo m.le = baúle,  contenitore usato per portare merci o altro;altrove, come qui,   estensivamente gobba che insiste sul petto.
Carmusina qui nome proprio f.le  = Rossella; alibi agg.vo f.le di color cremisino/rosso scarlatto  voce dall’arabo qirmizī. Come nome proprio Carmusina fu molto usato a Napoli nel ‘700. Modernamente può rendersi – come ò fatto – con il nome Rossella.
Q ui di sèguito, in chiusura,   e proprio nell’intento di chiarire la portata aggettivale di carmusina  riporto l’espressione:
ESSERE ‘E TENTA CARMUSINA.
Ad litteram: essere di tinta cremisina (rossiccia) id est: essere falsa,  inaffidabile come il colore cremisi che anticamente, prodotto con metodi artigianali ed empirici, era di scarsa consistenza e poco sopportava le ingiurie del tempo; con altra valenza la locuzione sta ad indicare sia le persone di malaffare di cui diffidare e da cui tenersi alla larga, sia le persone ad esse equiparate e si ricollega al fatto che al tempo dei romani le prostitute solevano  vestirsi di rosso, truccarsi con il carminio ed indossare vistose parrucche fulve.
Brak

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