BOFONCHIARE, BORBOTTARE
etc.
Questa volta è stato
il caro amico G. G. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono
ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) che al termine di una riunione
associativa nella quale avevo riferito il verbo in epigrafe e suoi sinonimi
all’atteggiamento riluttante d’uno dei partecipanti che si limitava a
borbottare qualcosa,evitando di esprimere compiutamente il suo pensiero, mi à
chiesto di illustrare le eventuali
differenze tra le voci in epigrafe e di indicargli le voci dell’idioma
partenopeo che le rendono . Accontento
lui e qualche altro dei miei ventiquattro lettori,entrando súbito in argomento
e precisando che la lingua italiana, quanto a sinonimi dei verbi in esami
risulta, al solito, troppo povera e generica rispetto ai verbi dell’idioma napoletano piú ricco, circostanziato, preciso
ed icastico. E cominciamo.
bofonchiare, v. intr. [ aus. avere]
brontolare, borbottare sbuffando ||| v. tr. dire sbuffando, borbottando
o brontolando. Etimologicamente è un denominale di bofonchio (dal lat. volg. *bufunculu(m),
diminutivo di bubo bubonis 'gufo'),per il ronzio forte e sordo che
produce;
borbottare v. intr. [ aus. avere]
1 parlare o lamentarsi sottovoce, con voce confusa; brontolare tra sé e sé
2 fare un rumore sordo e ripetuto; emettere un brontolio prolungato: il tuono borbottava in lontananza; i fagioli borbottano nella pentola ||| v. tr. proferire confusamente o in maniera sconnessa: borbottare minacce. Etimologicamente è termine onomatopeico;
1 parlare o lamentarsi sottovoce, con voce confusa; brontolare tra sé e sé
2 fare un rumore sordo e ripetuto; emettere un brontolio prolungato: il tuono borbottava in lontananza; i fagioli borbottano nella pentola ||| v. tr. proferire confusamente o in maniera sconnessa: borbottare minacce. Etimologicamente è termine onomatopeico;
farfugliare v. intr. [ aus. avere]
parlare in modo confuso,
senza articolare distintamente i suoni. Etimologicamente è termine marcato sull’iberico farfullar;
mugugnare. v. intr. [aus. avere]
brontolare,
borbottare, bofonchiare
Esprimere il proprio malcontento a voce bassa e sorda, o anche con parole
distinte ma ripetute in modo fastidioso e insistente: non è mai soddisfatto di nulla ed à
sempre da m. per
qualche motivo.
Etimologicamente è un denominale di mugugno
che è voce onom., di origine genovese.
Esaurite cosí le voci
dell’italiano, passiamo a quelle, ben piú numerose, circostanziate,
precise ed icastiche del napoletano:
barbuttià, v. intr.
1.
a. Brontolare
lamentandosi a bassa voce, mormorare fra
i denti: nun fa ca barbuttià cuntinuamente (non
fa che brontolare continuamente).
b.
Leggere o recitare o parlare in modo indistinto, senza far sentire chiare le
parole: accumminciaje a
leggere, barbuttianno
‘e pressa espresso (cominciò
a leggere, brontolando
a precipizio;
2. anche trans.biascicare: barbuttià paternostre e avummarie(biascicare
paternostri ed avemarie);
2.bis estens. Rumoreggiare,
produrre un mormorio. Etimologicamente il
verbo napoletano è marcato sull’iberico borbotar;
brunnulïà, , v. intr.
Brontolare
a voce cupa e bassa quasi imitando il suono del tuono che viene di
lontano;
mormorare,
rumoreggiare. Etimologicamente il verbo
napoletano è dal lat. med. bruntulare→brunnulare marcato sul
greco brontáō;
carulïà,v. trans. e rifl.
1. in
primis ed origine tarlare, tarlarsi (riferito a mobili e/o vestiti);
2. per
traslato come nel caso che ci occupa mormorare rumoreggiando
indistintamente e sordamente alla maniera d’un tarlo.
3. per traslato giocoso infastidire , tediare,annoiare;
Etimologicamente il verbo
napoletano è dal lat,cariolare denominale di carie(m)
'corrosione';
fungïà/funcïà v. intrans.
doppia morfologia d’un unico verbo attestato in primis come fungïà
con l’affricata palatale sonora (g) e poi espressivamente nel parlato
popolare come funcïà con l’affricata
palatale sorda (c):
borbottare in maniera scomposta e scostumata, quasi
grugnendo indistintamente alla maniera del maiale che grufola alla ricerca di tartufi
e/o funghi; la voce infatti è etimologicamente un denominale di fungio= fungo ma anche grugno, muso,cappello floscio ed al pl. bestemmie;
( fungio è dal lat. fungus);
forfecejà v. trans.
1. in primis tagliare, tagliuzzare con le forbici;
2. per traslato come nel
caso che ci occupa mormorare malignare,
spettegolare, sparlare, sussurrare sul conto di qualcuno quasi tagliuzzandogli
gli abiti addosso;
||| v. intr. [aus. avere] eseguire una
sforbiciata. Etimologicamente il verbo
napoletano è un denominale di fòrfece
= forbici, cesoie (dal lat. forfex);
garguttà, v. intrans.antico e desueto
1.ingozzarsi
rumorosamente ed avidamente;
2. per traslato come nel caso che ci occupa bofonchiare in maniera
indistinta come chi abbia la gola ingombra di cibo assunto avidamente
3. per traslato giocoso ruttare, eruttare. Etimologicamente è termine marcato
sul francese gargoter 'mangiare ingordamente;
mazzecà v. trans.
1.in primis masticare, ruminare;
2. per traslato battere, percuotere;
3. per traslato come nel
caso che ci occupa(détto di parole)biascicare, borbottare parole minacciose
ed amare
4.figuratamente meditare, rimuginare, agitare nella mente
qualcosa, pensarci e ripensarci cercando di non trascurare nessun particolare,
a volte in modo quasi ossessivo
Etimologicamente incrocio di mazza con il lat. tardo masticare,
che è dal gr. mastichân, deriv. di mástax -akos 'bocca';
‘mbrusunià/lià,v. trans. doppia morfologia d’un unico
verbo attestato in primis come ‘mbrusunià conla consonante nasale dentale,(n) e
poi espressivamente nel parlato popolare come ‘mbrusulià con la consonante laterale alveolare (l): bisbigliare, sussurrare,
mormorare, borbottare senza motivo e solo per cattiva abitudine o per vizio.
Etimologicamente è termine deverbale frequentativo di bruire
incrociato con sonu(m)= rumoreggiare
lievemente(dal francese bruire);il
frequentativo brusunià ottenuto fu
poi addizionato in posizione protetica di un in illativo →’n→’m davanti
all’ occlusiva bilabiale sonora(b), donde ‘mbrusunià e poi ‘mbrusulià;
musechïà, v.trans. ed
intrans. quadrisillabo
1. in
primis come v. trans. ed in senso proprio
musicare, corredare di
musica, mettere in musica, eseguire pezzi musicali,comporre musica.
2.per traslato come nel caso che ci occupa come v.
intrans. borbottare in continuazione,
commentare malevolmente qualsiasi
accadimento o comportamento altrui, détto soprattutto di vecchi e/o anziani
adusi a criticare in ogni caso l’operato
dei giovani.
Etimologicamente è termine
denominale di museca (dal lat. musica(m) (arte(m)), che è dal gr. mousiké
(téchní); propr. 'arte delle Muse';
rusecà, v. trans.
1. in primis ed
in senso proprio rosicchiare,
2.(poi fig.) consumare, intaccare, erodere.
3. per traslato come nel
caso che ci occupa bofonchiare in danno di qualcuno, screditare, diffamare,
denigrare. Etimologicamente è dal lat. volg. *rosicare, frequentativo di rodere 'rodere'
sparlettià, v. intrans.
borbottare,
mugugnare, brontolare; lagnarsi, protestare; ma piú esattamente: sparlare,
spettegolare; calunniare, parlare male, dir male di
qualcuno:è ‘na malalengua, sparletteja ‘e
tutte quante( è un
maldicente,
sparla di tutti);
2.
Con uso assol., parlare usando parole sconvenienti o espressioni
volgari: te prego ‘e nun sparlettià,
soprattutto si ce stanno ‘e guagliune annante(ti prego di non sparlare, soprattutto in presenza dei bambini).
3.
indica il malevolo ciarlar continuo, condito
di malignità, lo spettegolare ad opera però non di donne, ma di di uomini: infatti il verbo a margine risulta
essere un denominale di parlettiero (spettegolatore, ciarlatore,malevolo chiacchierone) a sua volta deverbale
di parlà unito agli infissi
intensivo-frequentativi ett ed iero.Si trattasse non di uno spettegolatore, ciarlatore, malevolo
chiacchierone, ma di una
spettegolattrice, ciarlatrice, malevola chiacchierona il napoletano non
userebbe la voce *parlettera femminilizzazione di parlettiero ma
il piú consono cciaccessa che identifica appunto la ciarliera malevola millantatrice, saccente e supponente; faccio
notare che il termine cciaccessa (altro termine estraneo ai calepini, ma vivo e vegeto nel
parlato comune ) deve sempre correttamente scriversi con la
geminazione iniziale della c;
etimologicamente mi pare si possa con ogni probabilità , stante
anche per essa parola
il sostrato di un vuoto parlare, farla
risalire al verbo ciarlare con la giunta di un suffisso dispregiativo
femminile essa marcato su
quello dispregiativo maschile asso (che sta per accio),
e con tipica assimilazione progressiva
di tutte le consonanti interne r e l alla iniziale c.
taccarijà, v. trans. sinonimo del precedente forfecejà
1.n primis tagliare,
tagliuzzare con le forbici o altro strumento affilato atto al taglioridurre in
pezzetti;
2. per traslato come nel
caso che ci occupa mormorare malignare,
spettegolare, sparlare, sussurrare sul conto di qualcuno quasi tagliuzzandogli
gli abiti addosso.
Etimologicamente
si tratta di un denominale del
sostantivo tacca= scheggia, pezzetto, a sua volta da un gotico taikn.
varvesià,/vervesejà
v. intransitivo
mormorare, parlare sommessamente e continuamente;
bisbigliare, sussurrare lungamente e fastidiosamente, essere inutilmente ed
infruttuosamente verboso in eccesso;non tranquillissima l’etimologia di questo
verbo per altro abbastanza desueto; pare comunque che il napoletano vervesià e le corrispondenti forme calabresi verbijari/birbijari presuppongano un lat. *verbitiare denominale di verbum;
verzulià v. intransitivo che nel significato
primo vale far versi con la voce ed
estensivamente vale balbutire sommessamente e continuamente, quasi bisbigliare, sussurrare lungamente, inutilmente ed infruttuosamente, procurando
solo noia e fastidio; etimologicamente si tratta di un denominale di vierzo= verso con un suff. attenuativo
ed uno frequentativo ul+i; normale il passaggio del gruppo
tonico ie alla e atona
ed evanescente come ad es. per cielo→celeste o piere→peràgna.
E con ciò penso anche questa volta d’avere
esaurito l’argomento, contentato l’amico
G.G.. e chiunque altro dei miei abituali ventiquattro lettori dovesse leggere
queste mie paginette.
Raffaele Bracale
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