domenica 9 febbraio 2020

CRISCE SANTO, CA DIAVULO GGIÀ SÎ


CRISCE SANTO, CA DIAVULO GGIÀ SÎ
Mi è stato chiesto, via e-mail,  dal  caro amico A. A. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) di spendere qualche parola per illustrare significato ed origine  dell’ espressiuone napoletana in epigrafe. L’ò accontentato illico te immediate nel modo che segue:
L’espressione di cui mi chiedi e che  ad litteram vale: cresci santo, ché diavolo già lo sei è una  locuzione beneaugurante che a Napoli si suole rivolgere, specie ai ragazzi,ma ironicamente anche a gli adulti,  nel momento che starnutiscono, in luogo dei consueti “Salute!”o di “Dio ti benedica” in uso altrove.  Essa locuzione venne ideata, formulata ed   usata  con intenti  esorcizzanti,nella campagna napolertana dove nel maggio del 1918 si verificò, in coincidenza della famigerata influenza spagnola, una devastante epidemia di rinite allergica  che si manifestava con ripetuti violenti starnuti; pronunciando le parole in epigrafe  si intese  dire: “Stai starnutendo, ma non temere, non  diverrai preda della spagnola , anzi crescerai sano e forte e supererai questo tuo pessimo momento  che (per i fastidi che comporta) ti fa (innervosire a mo’ di) un diavolo”.
Giunto a questo punto penso di far cosa grata all’amico ed a chi  forte mi   leggesse di lumeggiare l’origine anche dei “Salute!”o di “Dio ti benedica” in uso altrove. Ebbene sia il primo che il secondo augurio sono legati ad un’antichissima credenza dei pellerossa, secondo la quale starnutendo si perde parte dell’anima, per cui con il dire “Salute!”o di “Dio ti benedica!” non si fa riferimento alla salute del corpo, bensí a quella dello spirito e si augura che l’Onnipotente conceda la salvezza eterna a chi con i ripetuti  starnuti stia   perdendo via via la sua anima.
 E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico A. A.  ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
 Raffaele Bracale      

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