‘E SPINGULE FRANCESE
Questa volta prendo spunto da una richiesta fattami dal mio caro
amico D.C.,del quale per problemi di riservatezza posso indicare le sole iniziali di nome e cognome. L’amico è un
provetto cantautore chitarrista che
con il nome di D.D’A. (ancóra una volta per per problemi di riservatezza e per
evitare una pubblicità non richiesta, posso solo indicare le iniziali del suo pseudonimo)nei mesi estivi
si esibisce sulle piazze dell’avellinese presentando un nutrito repertorio di
canzoni classiche napoletane. Egli mi à chiesto qualcosa in riferimento ad una famosa canzone classica
napoletana di Salvatore Di Giacomo (Napoli, 12 marzo 1860 –†
Napoli, 4 aprile 1934) ed Enrico
De Leva (Napoli 19 genn. 1867 -
†Napoli 23 luglio 1955). intitolata
appunto ‘E spingule francese . Il protagonista di questa gustosa canzone è un
giovane venditore girovago aduso a smerciare spilli da balia e se le acquirenti
siano belle ragazze non lesina di alienare, con gli spilli anche dei baci. Orbene poiché nella summenzionata
canzone (come si evince dal titolo) gli spilli di sicurezza o da balia son détti spingule francese (spilli
francesi), l’amico mi à chiesto se fósse codificato il perché di definire
francesi gli spilli da balia o (in mancanza di certezze acclarate e/o
documentate) quale sia il mio parere in ordine a tale perché. Mi accingo alla
bisogna precisando in primis che mancano certezze acclarate e/o documentate e
bisogna affidarsi a congetture personali che inevitabilmente poggiano su idee
soggettive e che prestano il fianco a critiche e/o bocciature. Ma tant’è,
pazienza non mi lascerò intimidire da censure, disapprovazioni o
riprovazioni ed esporrò il mio pensiero tranquillamente non senza aver
preventivamente fatto piazza pulita dell’unico anonimo “perché” che
circola sul web e che riporto per intero in corsivo per mettere sotto il naso
del mio amico e dei miei ventiquattro lettori le gratuite castronerie (come
preciserò) che impunemente si mandano in giro e che purtroppo talora trovano
chi se ne imbocca. Ecco ciò che ò trovato testualmente (giuro!), ma
anonimamente scritto:
‘E SPINGULE FRANCESE
è la canzone cantata da massimo ranieri(spingule
francese)
spingule francese significa(non letteralmente) spilla da balia
viene chiamata cosí perchè sono appunto spille che venivano usate nel ‘700 dalle balie per chiudere i pannolini di stoffa dei bambini
(viene chiamata spingule francese perchè sono stati appunto i francesi a portare la novità a Napoli)!
spingule francese significa(non letteralmente) spilla da balia
viene chiamata cosí perchè sono appunto spille che venivano usate nel ‘700 dalle balie per chiudere i pannolini di stoffa dei bambini
(viene chiamata spingule francese perchè sono stati appunto i francesi a portare la novità a Napoli)!
Orbene nulla da eccepire
sull’affermazione che (trattandosi di
una famosa canzone classica napoletana), essa rientri nel repertorio anche di Massimo
Ranieri...; la cantano in tanti!... Ugualmente nulla da eccepire sul fatto che
con il termine spingula francese si
intenda la spilla da balia; ciò che è
d’acchito da contestare sono le affermazioni fantasiose ed inaccettabili
che quelle spille venissero usate nel ‘700 dalle balie per
chiudere i pannolini di stoffa dei bambini e che venissero chiamate spingule
francese perchè fossero stati
appunto i francesi a portare la novità a Napoli! Pura fantasia! La spilla da
balia (a Napoli spingula ‘e nutriccia
e poi spingula francese) nel ‘700 non
esisteva in quanto si tratta d’una invenzione datata 1849 dell’ inventore americano
Walter Hunt (New York 29 luglio 1796
– †8 giugno
1859) che aveva brevettato
anche la penna stilografica,la macchina
per produrre chiodi, la macchina per cucire(poi perfezionata da Singer) ed
altri utili prodotti.Verosimilmente la spilla da balia venne a Napoli non dalla Francia, ma intorno
alla metà del 1800, direttamente dagli Stati Uniti, atteso che i piroscafi
mercantili del Reame solcavano d’abitudine l’oceano per approvvigionarsi di
merci ovunque ed anche nel Nuovo Mondo
ed a stretto rigore la spilla avrebbe dovuto dirsi spingula americana, ma
poiché essa era usata soprattutto dalle
balie (a Napoli nutriccia ed al pl. nutricce) essa fu detta spingula ‘e
nutriccia ritenuta un francesismo ( corruzione del francese nourrice (leggi nurrise) come in Francia
è la balia ed è probabile che ciò abbia fatto ritenere nel popolino la
spingula ‘e nutriccia/spingula ‘e nourrice (nurrise) una spilla francese e dunque spingula francese.
spingula s.vo
f.le = spillo (nel caso
in esame) di sicurezza o da balia: voce dal lat. volg. spincula(m) con sostituzione (dovuta ad influsso della
vicina nasale dentale (n)) della occlusiva velare
sorda (c) con la corrispondente sonora (g).
nutriccia s.vo f.le = balia, nutrice, bambinaia; voce dal lat. nutrice(m)
con raddoppiamento espressivo della occlusiva velare sorda (c),e
metaplasmo (alterazione) della desinenza finale; si sospetta altresí un
influsso del francese nourrice che à
suggerito il raddoppiamento espressivo ricordato.
Questo è
quanto mi pare di poter congetturare e quantunque in attesa di qualche contestazione, censura,critica
o disapprovazione, ritengo se non di aver risposto adeguatamente al
quesito dell’amico, d’aver suggerito una
possibile,perseguibile soluzione al
problema e soprattutto di aver sgomberato il campo da talune fantasie che
circolano sul web, interessando anche qualcuno dei miei consueti ventiquattro
lettori. Satis est.
R.Bracale
Nessun commento:
Posta un commento