FÀ ‘NA ZARZUELA
Ancóra una volta tenterò di dare adeguata risposta ad
un quesito dell’amico P.G. (al solito,
motivi di riservatezza mi impongono di
riportar solo le iniziali di nome e cognome di chi mi scrive per
sollecitar ricerche) che mi à chiesto di mettere a fuoco portata, significato e
valenza dell’ antica espressione partenopea in epigrafe,ormai desueta , ma che un tempo fu
d’uso corrente ed oggi talora ancóra si può cogliere sulle labbra dei
napoletani d’antan.L’espressione fu usata in maniera sarcastica nei confronti
di persona (per solito donne) che, ciarliera e parolaia, nel riferire di un argomento, nel vano
tentativo di renderlo piú
interessante, lo infiorasse ad libitum
di particolari incongrui , aggiunte incoerenti, incongruenti,
inconseguenti,quando non scombinate,
sconnesse (perché il piú
delle volte erano chiaramente inventate di sana pianta) facendolo lievitare a dismisura, facendone
insomma una sorta di zarzuela che di per sé
originariamente fu un’operetta,
e genere di operetta, caratteristica della Spagna, costituita da musica, danza
e prosa, sorta nel 16° sec. ed
affermatasi nell’Ottocento, con temi e toni realistici, serî o giocosi e spesso
satirici, di ambiente;Il termine zarzuela è un derivato di zarza «rovo» dal
nome del palazzo Real Sitio de la Zarzuela a
Madrid, ricco di verdi roveti che in passato fu residenza di riposo (ed oggi è sede ufficiale) della famiglia reale, dove
- al tempo del Re Filippo IV (Valladolid
1605 -† Madrid 1665) - la zarzuela fu rappresentata per la prima volta. Quel
tipo di rappresentazione, nei secoli successivi, emigrò anche a Napoli dove
ebbe tra i suoi interpreti il comico di
varietà Nicola Maldacea (Napoli 1870 - †Roma 1945), ma non vi riscosse
il successo sperato ed il termine zarzuela entrò a far parte dell’icastico
linguaggio popolare non come genere di spettacolo, ma quale sinonimo di
lungaggine fastidiosa, di verbosità inutile, di prolissità importuna, ridondanza molesta e noiosa, sbrodolamento scocciante. Ritengo
tuttavia che sarebbe auspicabile rimettere in uso l’espressione illustrata
atteso che il termine zarzuela si attaglia perfettamente a tanti ciarloni
(politici e/o pennaruli) dell’etere che oggidí pontificano dai
teleschermi! E
qui giunto mi fermo convinto d’avere esaurito l’argomento, d’aver adeguatamente risposto al quesito
dell’amico P.G. e sperando d’avere
interessato i miei consueti ventiquattro
lettori.
Satis est.
R.Bracale Brak
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