‘A BBELLA MBRIANA E DINTORNI
Nella parlata napoletana
con la voce mbriana si indica la fata, e piú genericamente una donna bella, buona ed affascinante; la
medesima voce mbriana addizionata di un non pleonastico
aggettivo bella è usata per indicare una fata benefica,ed augurale, un essere soprannaturale, ma inteso
donna, che protegge la casa che piú meno stabilmente frequenta e che fa il paio
con il cosiddetto munaciello altro essere soprannaturale, ma inteso uomo
che pur dovrebbe proteggere la casa, ma che, a differenza della mbriana sempre benefica ed augurale, spesso è
dispettoso e malefico. La benefica bella mbriana è uno spirito sempre positivo e benigno che apporta (nelle case vaste ed antiche in cui si trattiene) ordine, assetto, sistemazione, pace, tranquillità.
À solo due negatività: è uno spiritello nato stanco ed esige di trovare, nelle
case che frequenta, sempre una sedia libera su cui accomodarsi per riposare le
stanche membra; à poi in uggia disordine
(quale che sia), confusione,
scompiglio, caos, subbuglio, baraonda ( di adulti o piú spesso di bambini),
babele per cui guai a non farle trovare almeno una sedia libera o a farle
trovare fuori posto abiti, biancheria, suppellettili e/o masserizie o ancóra farle trovare bambini
chiassosi o vocianti! Adirata, in tali casi la bella mbriana abbandona la casa
ed è difficile che vi ritorni, portando
seco ciò che è di sua spettanza: pace, armonia, intesa, accordo, tranquillità, serenità,
quiete , benessere. Fu questo il motivo per cui, temporibus illis, nelle vecchie case
napoletane le donne di casa,le mamme di famiglia, convinte che la loro
abitazione fosse frequentata stabilmente dalla bella mbriana, cercavano di tener sempre pulita ed in ordine la dimora(specialmente se vasta ed
antica; era impossibile infatti che la bella mbriana dimorasse in una casa
angusta e nuova…), attente a non lasciar nulla fuori posto, curando che le
sedie fossero sempre libere, sgombre di
ogni cosa, compreso i panni in attesa di stiratura…,e zittivano continuamente i
bambini che spesso erano mandati a fare i loro rumorosi giuochi in cortile, per
le scale di casa o per la strada, piuttosto che in casa con il rischio di
infastidire la mbriana!
La voce mbriana si
può trovare anche, (ma quasi esclusivamente nel linguaggio del tardo ‘500 e del
‘600, mai piú ripreso ) nelle forme di mmeriana, moreana e dritto per
dritto dal lat. medievale meridiana ed in tutte queste forme valgon
sempre fata,talvolta ombra e piú genericamente donna
bella, buona, ed affascinante.
Rammenterò a chiosa che talvolta (specie nel parlato popolare la
voce bella
mbriana è usata in senso furbesco ed antifrastico per indicare una donna lasciva e procace che si lasci facilmente conquistare e
addirittura possedere.
E veniamo all’etimo del termine
mbriana etimo che tutti i
lessicografi, sulla scia del Du Cange, fanno risalire ad un acc.vo latino meridiana(m) (horam)= ora del mezzodí quella che produce l’innocua e non spaventosa
ombra del corpo , quell’ora benefica di piena luce che come tale non è, né può esser foriera di pericoli che, invicem, si
manifesterebbero o potrebbero manifestarsi con il buio…
Indichiamo il percorso morfologico per giungere a mbriana partendo
da meridiana; abbiano: *meridiana, donde con epentesi eufonica
di una b si à mberidiana→ mb(e)ri(di)ana→mbriana e non vedo necessità di
aggiungere alcun segno diacritico d’aferesi atteso che in mbriana non si è
verificata alcuna caduta di sillaba o lettera iniziale da doversi indicare con il segno (‘); dunque semplicemente mbriana e non ‘mbriana !, come pure mi è occorso inopinatamente, di trovare
talvolta scritto…addirittura in taluni
compilatori di lessici etimologici del napoletano.Aggiungo, in
riferimento al fatto che la bella mbriana non sopporta il disordine in casa, al
segno di vendicarsene con la morte della padrona e/o conduttrice della casa... la fantasia popolare creò il
proverbio Casa accunciata, morte apparicchiata [casa ristrutturata, morte
approntata] mettendo in relazione una inattesa,
repentina morte della padrona e/o conduttrice di un’abitazione con il caos che si genera durante una eventuale
ristrutturazione dell’ appartamento, ristrutturazione invisa alla bella mbriana
A completamento di tutto quanto qui scritto ora segnalo una divertente chicca che ò còlto spulciando
il Dizionario etimologico dei dialetti d’Italia
di Cortelazzo/Marcato.
Nei significati di fata
benefica,ed augurale, donna bella, buona ed affascinante, gli autori non
cosiderano l’espressione bella mbriana,ma accolgono una inesatta ed
inconferente bella ‘ndriana pescata su di un antico (1887) dizionario napoletano –italiano compilato da
Raffaele Andreoli. Cortelazzo/Marcato tengono dietro
alla fantasiosa sicumera senza
pari dell’Andreoli che , per far passare
l’espressione, s’inventò una ipotizzata benefica fata Adriana. Mio sommesso, ma
deciso avviso è che l’Andreoli (unico del resto
fra i compilatori di calepini della parlata napoletana ad accogliere
tale scorretta bella ‘ndriana e come tale responsabile di aver portato
fuori strada un attento ricercatore come fu il ch.mo prof. Manlio Cortelazzo e la sua
collaboratrice dr.sa Marcato) abbia
preso un colossale abbaglio o (per dirla in pretto napoletano) ‘nu ddio ‘e zzarro (un
sesquipedale abbaglio), operando una corruzione dell’originaria bella mbriana (espressione che d’altra
parte egli stesso accoglie nel consueto significato, nel suo vocabolario) e
facendola diventare una scorretta, improbabile,improponibile ed inutile(esistendo
già la soddisfacente bella mbriana!...)
bella
‘ndriana per la quale non mi riesce per nulla di capire quale possa esser la strada da seguire
per giungere da Adriana a ‘ndriana
che tuttalpiú presupporrebbe un Indriana/Andriana (abitante di Andria??) e non l’ipotizzata Adriana . Rammentando in
chiusura che talvolta anche Omero sonnecchia… figurarsi un Andreoli!, faccio
punto qui.
Raffaele Bracale
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