JIRSENE A LL’ARIA ‘E CARDONE
Anche questa
volta faccio sèguito ad un quesito rivoltomi dall’amico A.M. (al solito,
motivi di riservatezza mi impongono di riportar solo le iniziali di nome e cognome di
chi mi scrive per sollecitar ricerche) occupandomi dell’espressione in
epigrafe,còlta sulle labbra di qualche napoletano che benché d’età avanzata si
mostra poco ferrato sulle locuzioni antiche.
Comincio con il dire che in effetti l’esatta espressione di cui mi si chiede fu “Se nn’è gghiuto ô llario ‘e ccardone” espressione
che poi il popolino corruppe in“Se nn’è
gghiuto a ll’aria ‘e Cardone”; ovviamente
la corruzione non rese giustizia all’originario significato dell’ espressione
che tradotta ad litteram valeva: se ne ne è andato al largo delle cardoni e
cioè è morto e sepolto; essa espressione faceva riferimento al fatto che il cimitero
delle 366 fòsse, il piú antico e popolato camposanto napoletano, era sorto su
di un terreno agricolo in origine coltivato a carciofi e cardi (in napoletano
le onnicomprensive ‘e ccardone),donde
‘o llario ‘e ccardone; come è chiaro la voce Cardone non indicava una località dall’aria salubre..., nè il nome
di un possidente terriero, ma semplicemente i gustosi carciofi e cardi.
llario s.vo m.le = 1)spazio, area, superficie, distesa,
estensione
2)terreno (agricolo) esteso; voce dal lat. volg. larju(m) per il class.
largu(m).
ccardone s.vo m.le = voce di àmbito
contadino usata per indicare onnicomprensivamente i cardi ed i carciofi; voce
marcata (ma addizionata del suffisso accrescitivo one) sul lat. tardo cardu(m), per il class. carduus.
Non mi pare ci
sia altro da aggiungere per cui mi fermo qui, sperando d’avere accontentato
l’amico A.M. ed interessato qualcun altro
dei miei ventiquattro lettori e chi forte
dovesse imbattersi in questa paginetta. Satis est.
Raffaele
Bracale
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