MANNAGGIA BBUBBÀ!
La consorte del mio caro amico A.M. (i consueti problemi di
riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome)mi
chiese per le vie brevi significato,
portata ed origine dell’ espressione
esclamativa partenopea in epigrafe che un tempo si poteva cogliere
sulle labbra di persone avanti negli anni per esprimere generico, ma
contenuto disappunto,dispiacere,
rammarico, contrarietà, stizza,delusione, rincrescimento davanti ad avvenimenti
fastidiosi od imprevisti,ma ineludibili;avendo
in attesa, nello studio, una visita non potetti che risponderle frettolosamente e
le dissi che il termine bbubbà che accompagna il mannaggia non era una
onomatopea (come mi parve di capire la signora sospettasse che fósse), ma una contrazione/corruzione
d’altra parola. Faccio ora ammenda d’essermi sbrigato frettolosamente e
chiarisco qui,a beneficio dell’amica e di qualche altro dei miei ventiquattro
lettori, significato e portata dell’
espressione esclamativa nonché origine di quell’oscuro (a prima vista)
bbubbà.Comincio perciò con il dire l’espressione
in epigrafe andrebbe correttamente scritta in napoletano non mannaggia bbubbà (come la corruzione del parlato ci costrinse e
talora ancóra ci costringe ad ascoltare)ma: mannaggia ô bbubbà, dove
la ô
è una crasi
che sta per a +lo / a + il=
al atteso che l’espressione va
tradotta come male ne abbia il bbubbà e nella parlata napoletana, come ebbi a dire alibi, il
complemento oggetto allorché sia persona
o soggetto animato (o inteso tale)
va introdotto da una A segnacaso che è residuo di un
latino parlato ( ad es.: aggiu visto a
pateto= ò visto tuo padre oppure aggiu
‘ntiso ô cane= ò sentito il cane, ma aggiu
pigliato ‘o bicchiere= ò preso il bicchiere.) Ciò precisato entriamo in
medias res e diciamo che nel significato corrente, la voce mannaggia non risulta essere una
corruzione di madonnaccia, come
qualcuno erroneamente pensa, ché se così fosse mannaggia sostanzierebbe una gravissima bestemmia, laddove essa
risulta essere invece solo una contenuta esclamazione di rabbia e/o stizza o
imprecazione rivolta contro qualcuno (mannaggia
a tte!) o qualcosa (mannaggia â
morte!) e sta per accidenti a, perbacco!, maledizione a..., ovvero "male ne abbia colui o la cosa
contro cui è diretto il mannaggia.
Etimologicamente il termine mannaggia è appunto una deformazione ( per una sorta di
sincope e fusione interna con
raddoppiamento espressivo della nasale n)
della frase: ma(le)+ n(e)= malanno
aggia→ mannaggia= male ne abbia. In origine malanno aggia fu dal lat. malum + habeat.
E
veniamo demum a dire di quell’oscuro bbubbà che poi tanto oscuro
non è trattandosi della contrazione/corruzione del
s.vo m.le be-a-bà→bbiabbà→bbubbà ; con tale antico e desueto s.vo m.le be-a-bà (stranamente assente nel D’Ambra e nel
P.P.Volpi, ma presente nel datato R.Andreoli e nel piú recente F.D’Ascoli) si indicò
1 in primis il sillabario, il libro sul
quale si impara a leggere e a scrivere,
l’abbecedario;
2 per ampliamento semantico i
primi rudimenti, l'insieme dei princpiî
e delle nozioni elementari di una disciplina, di una tecnica, l’abbiccí d’ un quid; la voce fu ricavata per bisticcio e metatesi
dalle prime lettere dell’alfabeto a,bi lètte a,be donde be- a – bà→bbiabbà→bbubbà.Chiariti
origine ed etimo della voce mettiamo a ffuoco l’interessante semantica
dell’espressione che – come dicevo – s’era soliti cogliere sulle labbra di
persone avanti negli anni per esprimere generico, ma contenuto disappunto,dispiacere, rammarico,
contrarietà, stizza,delusione, rincrescimento davanti ad avvenimenti fastidiosi
od imprevisti, ma ineludibili; in effetti l’espressione non era un maledire il
sillabario o l’abbiccí d’ un
quid; sostanziava al contrario una maledizione diretta contro l’ignoranza in
presenza della quale occorreva
assoggettarsi a far ricorso al sillabario o l’abbiccí d’ un quid.In coda rammento che
anche Eduardo De Filippo nella versione a stampa del suo Chi è cchiú felice ‘e me?!
usò l’espressione “Mannaggia ô bbi-a-bbà”mentre
nella messa in iscena televisiva, forse in ossequio al piú comune parlato corrente la mutò in “Mannaggia bbubbà”.
E qui penso di poter
far punto convinto d’avere esaurito l’argomento,meritato il perdono dell’amica
e soddisfatto ed interessato qualcun
altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis
est.
Raffaele Bracale
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