‘O MONACO e ‘O MUNACIELLO
‘O MONACO e piú precisamente ‘O MUNACIELLO; ‘o
monaco sta ovviamente per il monaco cioè a dire chi à
abbracciato il monachesimo; nel cattolicesimo, membro di un ordine monastico o
religioso che à pronunciato i voti solenni di povertà, castità ed obbedienza;
etimologicamente è voce dal lat. tardo monachu(m), che è dal gr. monachós
'unico', poi 'solitario' (e quindi 'monaco'), deriv. di mónos
'solo, unico'; il medesimo etimo sia pure addizionato di un suffisso diminutivo
iello vale per la voce munaciello
che nella tradizione popolare
partenopea è un particolare piccolo monaco; ‘o munaciello a
Napoli è un’entità dai vasti poteri magici; ò parlato di entità
in quanto non è dato sapere se si tratti di uno spirito o di un essere umano;
nell’un caso o nell’altro detta entità è rappresentata con le sembianze
che sono o di un nano mostruoso o di un
cosiddetto bambino vecchio,
ed assume due personalità: quando si
appalesa in una casa, o vi prende stabile dimora, se à in simpatia gli abitanti della casa,che
lo abbiano accolto di buon grado, onorandolo e ammannendogli dolciumi (‘o
munaciello è molto goloso!) egli
arreca buona sorte e prosperità; se, al contrario prende in odio una famiglia, che non lo abbia accolto
con i dovuti onori, egli le suscita guai ad iosa.Molto vaste son le testimonianze che riguardano l’apparizione
di questa simpatica entità che
non vi à posto per alcun dubbio sulle sue manifestazioni, che spesso
sono oggetto di vivaci discussioni sul tipo di onori (lauti e dolci
pasti, odorosi incensi) da tributare a questo spiritello che si mostra sotto forma
di vecchio-bambino vestito col saio
dei trovatelli accolti nei conventi, scarpe basse con fibbia d’argento,
chierica e cappuccio.Non si lascia vedere da chiunque, ma compare d’improvviso,
quando vuole ed a chi vuole(meglio però
se donne in ispecie giovani e procaci) , magari portando in mano le
scarpe che à tolto per non produrre rumore di calpestio Scalzo, scheletrico,
spesso lascia delle monete sul luogo
della sua apparizione come se volesse ripagare le persone, dello spavento procurato o di
inconfessabili confidenze palpatorie
che ama a volte concedersi. Vi sono due ipotesi sulla sua origine:
La prima
ipotesi vuole l'inizio di tutta la vicenda intorno all'anno 1445 durante il
regno Aragonese. La bella Caterinella Frezza, figlia di un ricco mercante di
stoffe, si innamora di un tal Stefano
Mariconda, bello quanto si vuole, ma semplice
garzone di bottega.
Naturalmente
l'amore tra i due è fortemente contrastato. Il fato volle che tutta la
storia finisse in tragedia. Stefano
venne assassinato nel luogo dei loro incontri segreti mentre Caterinella si
rinchiude in un convento. Ma era già da tempo incinta di Stefano ed infatti dopo
pochi mesi nacque da Caterinella un bambino alquanto deforme(il Cielo talvolta
fa ricadere sui figli le colpe dei genitori!...). Le suore del convento adottarono motu proprio il bambino cucendogli loro stesse vestiti simili a
quelli monacali con un cappuccio per mascherare le deformità di cui il ragazzo
soffriva. Fu cosí che per le strade di Napoli veniva chiamato " lu
munaciello". Gli si attribuirono poteri magici fino ad arrivare alla
leggenda che oggi tutti i napoletani conoscono. Anche lu munaciello morí
misteriosamente., lasciando probabilmente in giro il suo bizzarro spirito.
La seconda
ipotesi vuole che il Munaciello altro non
sia che il gestore degli antichi pozzi d'acqua che, in molti casi, erano
posti al centro dei cortili domestici, quando non addirittura nel primo vano
delle case, di tal che aveva facile
accesso nelle case passando attraverso i cunicoli di pertinenza del pozzo.
Personalmente
sono maggiormente attratto dalla vicenda
di Stefano e Caterinella, che mi appare piú consona ad una favola, anche perché
niente osta a che ‘o munaciello anche senza esserne
il gestore, si servisse dei pozzi per penetrare in casa; del resto storicamente
spesso Napoli, imprendibile dalle mura,
fu invasa attraverso le condutture idriche.
Brak
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