ALCUNE TIPICHE ESPRESSIONI NAPOLETANE.
Cominciamo con Cacchio, cacchio
(nell’espressione venirsene cacchio cacchio);Cacchio,
cacchio è ovviamente un addolcimento di cazzo cazzo ed è da intendersi per: strano, strano (nell’espressione : avvicinarsi
strano, strano)Espressione
usata per significare l’atteggiamento di chi, facendo finta di
nulla,fiaccamente, con indifferenza ed
ostentata tranquillità, si prepara
invece ad agire proditoriamente in danno di terzi, quasi che si
accostasse al luogo dove agirà, con studiata noncuranza.
Da
rammentare che l’espressione in epigrafe era usata da Totò, il principe del
sorriso, sommandola con la pleonastica espressione
tomo tomo espressione inutile in quanto di uguale portata e/o significato, ma di minor
presa; ò detto pleonastica perché, mi pare che
non ci fosse stato il bisogno di
chiarire o aumentare la portata del cacchio
cacchio napoletano, espressione - al contrario - molto piú corposa e pregnante, per il
vocabolo usato, dell’algido tomo tomo, espressione che pur
napoletana è costruita con un vocabolo italiano
presente altresí in quella dell’italiano essere un bel tomo nel
senso di essere un tipo strano .
L’espressione venirsene cacchio cacchio non va confusa con quella che recita
Venirsene oppureJirsene tinco -
tinco espressione che ad litteram significa : accostarsi oppure allontanarsi sollecitamente (come
un tincone); id est:avvicinarsi oppure
sparire da un luogo rapidamente e con una buona dose di faccia tosta,
quasi dando ad intendendere che l’avvenimento cui si vuol partecipare o a cui si è partecipato e da cui ci si allontani non ci riguardi o abbia riguardato, né chiami
o abbia chiamato in causa.Né altresí
l’espressione è da confondersi con quella che ne è praticamente l’opposto e che recita Venirsene o jrsene ruglio ruglio
(id est: venirsene o andarsene mogio mogio, piano piano,ovvero accostarsi
lentamente, quasi contando i passi, come chi sia pieno, zeppo, stipato di cibo
e dunque sia costretto a muoversi
lentamente, mogio mogio. Vale la pena di ricordare che tutte le
l’espressioni: ruglio ruglio, tinco
tinco, tomo tomo, cacchio cacchio,nella loro reiterazione dell’aggettivo di
grado positivo o del sostantivo usato in funzione aggettivale, ne sostanziano
il superlativo che, al solito, in napoletano non à la forma del suffisso in issimo,
ma usa reiterare l’aggettivo di grado positivo come avviene p. es. con chiatto
chiatto o luongo luongo o ancora curto curto che rispettivamente
stanno per grassissimo,altissimo (o lunghissimo), bassissimo e dunque ruglio
ruglio sta per pienissimo,
tinco tinco vale tincone/sveltissimo,
cacchio cacchio vale cacchio al massimo grado e sta per stranissimo,
tomo tomo sta per bizzarrissimo;
Esaminiamo le singole voci:
cacchio s.vo m.le voce
eufemistica usata quale addolcimento di cazzo s.vo m.le = pene, organo
maschile della riproduzione (derivato dal greco
(a)kation=albero della nave, voce gergale d’ambito marinaro) ma qui usato in
funzione aggettivale nel significato di sciocco, strano;
tomo s.vo m.le s [dal lat. tardo tomus, gr. tómos, propriam.
"sezione, taglio, fetta"]; in
primis ognuna delle parti (spec. dei
volumi) in cui è divisa un'opera a stampa: un'enciclopedia divisa in dieci tomi;
poi(fig., iron.come nel caso che
ci occupa): persona singolare, bizzarra; tipo strano; non chiarissimo il
percorso semantico seguíto per passare dal primo significato al significato ironico; ma forse, a mio
avviso il collegamento è da cercarsi nel fatto che come una sezione, un taglio, una
fetta di qualcosa non può rendere compiutamente
l’idea della cosa di cui si è estratto una
sezione, un taglio, una fetta, cosí la persona singolare, bizzarra, il tipo
strano non posson rendere compiutamente l’idea di un individuo integro e normale;
tinco/tenca agg.vo m.le o f.le al femm. non è solo agg.vo ma anche sostantivo = tinca; = rapido/a, sollecito/a,
svelto/a;
etimologicamente
l’aggettivo è stato marcato sul sost.
tinca= s.vo f.le (dal tardo lat. tinca(m))
1 pesce d'acqua dolce di media grandezza, dal corpo tozzo di color verde-oliva dal movimento veloce ; è comune nelle acque dolci a fondo melmoso e si alleva nelle risaie dove distrugge le larve delle zanzare (ord. Cipriniformi). 2 nel gergo teatrale, parte impegnativa, che non offre però soddisfazioni all'attore; l’aggettivo tinco/tenca conserva semanticamente e richiama il comportamento e l’andatura rapida, sollecita, svelta del pesce tinca.
1 pesce d'acqua dolce di media grandezza, dal corpo tozzo di color verde-oliva dal movimento veloce ; è comune nelle acque dolci a fondo melmoso e si alleva nelle risaie dove distrugge le larve delle zanzare (ord. Cipriniformi). 2 nel gergo teatrale, parte impegnativa, che non offre però soddisfazioni all'attore; l’aggettivo tinco/tenca conserva semanticamente e richiama il comportamento e l’andatura rapida, sollecita, svelta del pesce tinca.
ruglio/a agg.vo
m.le o f.le = pieno/a,
colmo/a, zeppo/a, rimpinzato/a, lento/a, mogio/a; è un aggettivo molto antico che trova i suoi
omologhi,assonanti in siciliano ed in calabrese (trugghiu- rugghiu) nell’identico
significato di partenza di: pieno, colmo, zeppo con riferimento agli
oggetti(brocche, casse etc.) pieni o colmati, ma anche alle persone rimpinzate
di cibo ; se ne deduce che chi sia ruglio cioè pieno, colmo, zeppo, rimpinzato abbia un
andamento lento e mogio; in Irpinia la parola è la medesima:ruglio. Etimologicamente
l’aggettivo a margine è
un chiaro deverbale forgiato sul verbo latino: turgulare frequentativo di turgere: inturgidire;
E, a mo’ di completamento
rammenterò che sia in calabrese che in napoletano d’antan esiste il verbo ‘ntrugliare
= ingrossare forgiato
ugualmente sui verbi latini di cui sopra.
Bizzarroagg.vo
1 che à qualcosa di singolare, di originale, di stravagante: una persona bizzarra; un modo bizzarro di vestire
2 focoso, che s'adombra o imbizzarrisce facilmente (detto di un cavallo) | (ant.) iracondo, bizzoso (detto di persona); etimologicamente denominale di bizza probabile forma intensiva di izza (dal longobardo hizza (bollore).
1 che à qualcosa di singolare, di originale, di stravagante: una persona bizzarra; un modo bizzarro di vestire
2 focoso, che s'adombra o imbizzarrisce facilmente (detto di un cavallo) | (ant.) iracondo, bizzoso (detto di persona); etimologicamente denominale di bizza probabile forma intensiva di izza (dal longobardo hizza (bollore).
Raffaele Bracale 05/01/09
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