ESSERE TRIVULO ‘E CASA E FFESTA ‘E
CHIAZZA!
Ad
litteram: Essere tribolo di casa e festa
di piazza id est: Essere musone e scontento in casa e mostrarsi festoso ed allegro fuori delle mura
domestiche.
Antica
locuzione partenopea un tempo indirizzata dalle mamme verso i propri figli
maschi che facevano le viste d’esser sempre immusoniti ed insoddisfatti in casa
dove esternavano (per il solo gusto di farsi commiserare) fastidio e malumore,
indici di un temperamento triste, scontento, dolente, mesto, malinconico,
avvilito, ombroso, accigliato, scontroso, scostante, mentre in piazza (fuori dei confini domestici,
con ovvio riferimento, non solo ai luoghi, ma anche e segnatamente alle persone di casa ed ai
consanguinei) tale temperamento mostrava d’essere al contrario gioviale, lieto, allegro, sereno,
gaio, gioioso, giulivo, brioso,proprio cioè di un soggetto ilare, festante,
affabile, estroverso, cordiale, espansivo, comunicativo.Di tali individui mai
si riusciva a venire a capo se il loro vero temperamento fosse quello esternato
in casa o quello esposto in piazza…e conseguentemente non si sapeva mai bene
come regolarsi nei loro confronti!
trivulo = fastidio, lamento, mestizia fino a gemito, pianto etimologicamente dall’ acc. lat. tribulu(m) (forgiato sul gr. tríbolos 'spino') originariamente arnese da pesca in ferro con tre punte poi
passato ad indicare con senso cristiano: afflizione,
patimento et similia; da notare nella voce napoletana la tipica alternanza v/b;
casa = casa, abitazione, ma estensivamente famiglia, ambiente
familiare;
etimologicamente dal lat. casa(m), propr. 'abitazione rustica/plebea'
opposta a domus propr. 'abitazione
del dominus';
festa = festività ,dimostrazione
di gioia, di allegria; l’etimo è dal lat. festa, neutro pl. di festum
'festa, solennità';
chiazza = piazza , ma qui estensivamente persone estranee alla
famiglia incontrate casualmente per istrada, in giro, all’aperto. la voce
napoletana chiazza (come alibi ò ricordato) à un etimo che è dal lat. platea con i normali sviluppi di pl→chj→chi (cfr. ad es.: chino
←plenum, cchiù←plus, chiaja←plaga, chiummo←plumbeum- plattu-m→chiatto etc.) e te/ti
+ voc.→ tj(intervocalici)→zz (
cfr. mullezza←mollitia).
Raffaele
Bracale
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