giovedì 14 maggio 2020

DOPPO LL'ACQUA SANTA NCE VO' 'O SARVACUNNUTTO


DOPPO LL'ACQUA SANTA NCE VO' 'O SARVACUNNUTTO
La datatissima espressione in epigrafe nacque e fu in auge nel Reame di Napoli negli anni intorno al 1850; successivamente, dopo il 1860 e la sciagurata unità  d’Italia quando principiò la iattura dell’emigrazione, pur mantenendo il medesimo significato l’espressione divenne:   Doppo ll'acqua santa nce vo' 'o passapuorto,  con riferimento al fatto che un tempo dal reame si accedeva[per intervenuti accordi tra il Reame ed il governo papalino], senza particolari problemi  oltrepassato il fiume Garigliano [ détto acqua santa in quanto confine naturale con il Lazio e perciò con lo Stato del Vaticano], nello stato della Chiesa, ma per andare oltre occorreva il passaporto per entrare in regioni ritenute, scambievolmente straniere. L’espressione nella morfologia piú semplificata [dove l’originario sarvacunnutto (cioè lasciapassare,salvacondotto)era stato trasformato in passapuorto (scimmiottando l’italiano passaporto)]tornò drammaticamente d’attualità negli anni ’50 del 1900 allorché tanti meridionali, per cercar lavoro furono costretti ad emigrare verso nord [Piemonte e/o Lombardia] e cercando alloggio furono spessissimo accolti da famigerati avvisi “NON SI FITTA AI MERIDIONALI!”. E la faccenda, si può dire ancóra dura; che tristezza!
R.Bracale

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