venerdì 29 maggio 2020

FRANCO ‘E VOZZOLA E CCAPPIELLO


FRANCO ‘E VOZZOLA E CCAPPIELLO
Mi è stato chiesto, via e-mail,  dal  caro amico M. A. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) di spendere qualche parola per illustrare significato e portata della locuzione in epigrafe.
Gli ò cosí risposto: la datatissima locuzione partenopea di cui mi chiedi è pressoché desueta e la si puó cogliere ormai  solo sulle labbra dei napoletani d’antan della città bassa, dove nacque; ad litteram suona:[Esser] libero,  esonerato, dispensato, sciolto, esente [dal procurarsi il necessario per] il vitto e l’abbigliamento e venne usata, in origine, nei riguardi di ogni persona, soprattutto giovane, che fósse apparentato e  vivesse in casa ed alle spalle  di  un sacerdote, e pertanto non lavorasse per procurarsi il necessario a vivere; in seguito la locuzione fu riferita ad ogni scroccone e cosí è giunta sino a noi.
Esaminiamo i termini usati:
franco/a  agg.vo m.le o f.le
1 (ant.) si diceva di persona o cosa non sottomessa politicamente:
2 (estens.) si dice di chi è libero da doveri e prestazioni | guardia franca, marenaro franco, membro dell'equipaggio che, libero dal servizio, può scendere a terra | franco tiratore, chi compie azioni di guerriglia nelle retrovie di un esercito invasore;
3(fig.) parlamentare che, nelle votazioni a scrutinio segreto, si sottrae alla disciplina di partito
4 libero dal pagamento di dazi, di spese di trasporto ecc. | mercanzia franca ‘e puorto (merce franca di porto), spedita a spese del mittente | franco frabbeca, franco dumicilio, a spese del mittente fino ai luoghi indicati | città franca, puorto franco, località in cui si introducono merci senza pagare i dazi doganali | farla franca, (fig.) compiere un'azione illecita e riprovevole senza essere sorpresi
5  (come nel caso dell’espressione in esame )libero,  esonerato, dispensato, sciolto, esente da spese o da condizionionamenti;
6(come nel caso dell’espressione sub 2)leale, schietto, sincero:
7 sicuro di sé, disinvolto; spedito: purtamento franco; prucedere cu ‘o  passo franco |
8(estens.) libero da pregiudizi, sfrontato.

 s.vo  m.le nelle costruzioni, distanza minima di sicurezza da un elemento sospeso o sporgente | in un'opera idraulica, la distanza fra il livello massimo a cui l'acqua può arrivare e quello che non deve raggiungere.
Etimologicamente è voce dal fr. ant. frank, propr. 'libero'.
 vozza/vozzola, s.vo f.le in primis vistosa tumefazione, rigonfiamento nella parte anteriore del collo, dovuta all'ingrossamento della tiroide, gozzo; per traslato
(fam.) gola, stomaco di una persona: regnerse ‘a vozzola(riempirsi il gozzo), mangiare esageratamente | tené coccosa dint’â vozza(aver qualcosa nel gozzo), (fig.) non riuscire a mandar giú un'offesa, un affronto o a tollerare qualcosa di sgradito | me sta ‘ncopp’â vozza ( mi sta sul gozzo), (fig.) si dice di cosa o persona che non si sopporta | nun tenerse niente dint’â vozza (non tenere nulla nel gozzo), (fig.) dire tutto quello che si à da dire; la voce a margine nella doppia morfologia (la seconda non è che una sorta di diminutivo della prima attraverso l’aggiunta del suff.  ola che continua il lat. olus/ola  e che unito ad aggettivi o sostantivi forma alterati con valore diminutivo o vezzeggiativo) la voce a margine, dicevo, nella doppia morfologia è un derivato del lat. tardo gargăla «trachea», da una radice *garg- assai diffusa in lingue romanze e in altre lingue indoeuropee antiche: da gargăla→gargozza donde (gar)gozza→gozza→vozza  con la tipica alternanza partenopea di g e v o v e g/c (cfr. volpe/golpe, vunnella/gunnella, vongola←concula  –gallo/vallo – vappa→guappo etc.).
Cappiello  s.vo m.le
1. nome generico di qualsiasi copricapo; in particolare, il copricapo con cupola e tesa o falda; 2. qualsiasi oggetto che, per  forma o  funzione, ricordi un cappello: cappello del lume; cappello di un fungo |cappello della tromba, del trombone, sordina
3. breve introduzione ad uno scritto, ad un discorso
4.  corona, ghirlanda
5. (come nel caso che ci occupa) nome usato quale emblema dell’abbigliamento specialmente se ricercato.
Voce etimologicamente dl  lat. mediev. cappĕllu(m),[con dittongazione ie della breve] deriv. di căppa ‘copricapo’.
 E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico M. A.  ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
 Raffaele Bracale

Nessun commento:

Posta un commento