sabato 2 maggio 2020

ZI’ E SI’ ZI’ E SIÉ NEL NAPOLETANO


ZI’ E SI’ ZI’ E SIÉ NEL NAPOLETANO
Spesso sulla bocca del popolino o su quella  di taluni addetti ai lavori, sedicenti esperti, ma   piú o meno colpevolmente poco pratici della autentica  parlata napoletana si incorre nella confusione tra zi’ e si’ (al maschile) o tra zi’ e sié (al femminile) cioè si confonde  tra zio/a e signore/a. Ricordo infatti che, tanto per fare un paio esempio, la corretta espressione (‘A) SIÉ NNACCA (D’’O PENNINO)  viene riportata come (‘a) zi’ nnacca o addirittura (‘a) zi’ nnacchera (d’ ‘o Pennino), e la corretta DICETTE ‘O SI’ PREVETE Â SIÉ BADESSA:”SENZA DENARE NUN SE CANTANO MESSE”! viene impropriamente riportata come DICETTE ‘O ZI’ PREVETE Â ZI’ BADESSA:”SENZA DENARE NUN SE CANTANO MESSE”!   incorrendo cioè nella colpevole confusione tra i menzionati zio/a e signore/a. con la trasformazione del corretto si’ (che è di per sé l’apocope di si-(gnore) con uno scorretto zi’ (che è l’apocope di uno zio/a etimologicamente derivante da un tardo latino thiu(m) e thia(m) da un greco tehîos ) per cui si ottenengono gli scorretti zi’(zio  o zia)  in luogo dei corretti si’ (signore)o sié (signora) dove il si’ - come ò detto- è l’apocope di si-(gnore) (che etimologicamente è dal francese seigneur forgiato sul latino seniore(m) comparativo di senex=vecchio,anziano mentre il sié è l’apocope ricostruita di signora dalla medesima voce francese femminilizzata e metatetica di seigneur cioè da  seigneuse→sie-(gneuse). Non è concepibile tanto pressappochismo tra gli addetti ai lavori che dovrebbero invece  fare un esame di coscienza, pentirsi delle proprie colpe e porvi riparo e non giustificarle come fa con improvvida faccia tosta qualche cattedratico  che s’autoassolve della propria colpevole ignoranza ( al solito: se non sai una cosa, insegnala!) attaccandosi ad una sciocca vivezza della lingua che rifiuterebbe regole ed incasellamenti… Come dire: Fate quel che volete; non ci sono regole crismatiche da rispettare!Nessuno può dirvi nulla!
Poveri noi, stiam veramente  messi male con tali maestri!
Raffaele Bracale

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