DOPPO LL'ACQUA SANTA NCE VO' 'O SARVACUNNUTTO
La datatissima espressione in epigrafe nacque e fu in auge
nel Reame di Napoli negli anni intorno al 1850; successivamente, dopo il 1860 e
la sciagurata unità d’Italia quando
principiò la iattura dell’emigrazione, pur mantenendo il medesimo significato
l’espressione divenne: Doppo ll'acqua santa nce vo' 'o passapuorto, con riferimento al fatto che un tempo dal
reame si accedeva[per intervenuti accordi tra il Reame ed il governo papalino],
senza particolari problemi oltrepassato
il fiume Garigliano [ détto acqua santa in quanto confine naturale con il Lazio
e perciò con lo Stato del Vaticano], nello stato della Chiesa, ma per andare
oltre occorreva il passaporto per entrare in regioni ritenute, scambievolmente
straniere. L’espressione nella morfologia piú semplificata [dove l’originario
sarvacunnutto (cioè lasciapassare,salvacondotto)era stato trasformato in
passapuorto (scimmiottando l’italiano passaporto)]tornò drammaticamente
d’attualità negli anni ’50 del 1900 allorché tanti meridionali, per cercar
lavoro furono costretti ad emigrare verso nord [Piemonte e/o Lombardia] e
cercando alloggio furono spessissimo accolti da famigerati avvisi “NON SI FITTA
AI MERIDIONALI!”. E la faccenda, si può dire ancóra dura; che tristezza!
R.Bracale
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