LA BARAONDA NAPOLETANA
Questa volta su richiesta dell’amico A.M. [i consueti problemi di riservatezza mi
costringono ad identificarlo con le sole iniziali] mi soffermo ad illustrare
oltre la voce bbaraonna altri termini napoletani che rendono, anche
estensivamente quello dell’italiano in epigrafe. Tra i numerosi sinonimi usati a Napoli per
significare la “baraonda” [e ne sono,se non erro, una dozzine ne ò scelto tre
che mi sembrano i più interessanti non solo per il loro etimo, ma pure per
l’uso estensivo che se ne fa. Eccoli: futtisterio, gaudiammo, vernia. E
passo ad affrontarli singolarmente cominciando da
bbaraonna s.vo f.le
andirivieni disordinato e rumoroso di molte persone o veicoli,
confusione disorientante di cose e/o di forme; etimologicamente la voce è
dall’iberico barahunda>barahunna>baraonna.
E passo a
futtisterio s.vo m.le
in primis baccano, baldoria, agitazione ed estensivamente orgia con
particolare riferimento al coito collettivo in un medesimo luogo o con la stessa persona; che la voce
abbia un particolare legame con un luogo si evince analizzando attentamente
l’etimo del termine che è un deverbale
di fóttere [ che è dal basso latino futtere per il classico futuere e che di per
sé sta per: possedere carnalmente e metaforicamente imbrogliare e raggirare]
addizionato del suffisso greco s+tèrio(n) di acclarato valore locativo [cfr.
muna-sterio = costruzione adibita ad abitazione o gruppo di edifici in cui
risiede stabilmente una comunità di monaci o di monache.]
Ora illustro il termine
gaudiammo s.vo maschile [dal lat. eccl. Gaudeamus] che
vale baldoria ed estensivamente bagordo, orgia.
Ed infine tratto la voce
vernia.
s.vof.le [dal lat. verna con riferimento al comportamento degli schiavi] che
vale crapula, gozzoviglia, deboscia, pappata chiassose tutte semanticamente
riconducibili alla baraonda.
E qui faccio punto convinto di aver soddisfatto la
richiesta di A.M. ed interessato chi forte si imbattesse in queste paginette.
Raffaele Bracale
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