giovedì 4 giugno 2020

SÈNTERE ‘E CANTÀ ‘A QUAGLIA


SÈNTERE ‘E CANTÀ ‘A QUAGLIA
Dell’espressione in epigrafe  mi à chiesto  il  caro amico P. G. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) domandandomi   di chiarirgliene   significato ed origini. Gli ò cosí risposto: L’espressione di cui mi chiedi, antichissima [come che  risalente al 1600 circa] e desueta  in origine fu coniugata quasi sempre in tal guisa : “Tra poco siente ‘e cantà ‘a quaglia!”; si tratta di un’espressione minacciosa rivolta verso un responsabile di un reato o di una   semplice colpa, per significargli che di lí a poco gli sarebbe piombato addosso un castigo severo, tanto piú severo quanto maggiore fósse stata la colpa commessa; tale punizione  poteva addiritturaraggiungere la pena capitale in caso omicidio o lesa maesta.Ciò detto chiediamoci cosa c’entri la quaglia ed il suo canto.La faccenda si spiega tenendo presente che l’espressione in origine nacque in campo venatorio ed  in origine fu rivolta dai cacciatori ai propri cani al tempo (primaverile e/o settembrino) del passo migratorio di quaglie,   allorché i seguci  non avessero fatto il loro dovere di stanare i volatili che, furbissimi,non si fossero fatti catturare  standosene  fermi e muti sui campi pieni  di stoppie ingannando i cani che, non riuscendo a stanarli   permettevano  loro di sfuggire alla cattura ed alzarsi in volo libero riprendendo a cantare con il loro caratteristico verso. Qualora fósse accaduto quanto paventato dai cacciatori costoro redarguivano i loro bracchi o quel che fossero minacciandoli della riduzione di cibo per aver consentito alle quaglie di tornare a cantare senza finire arrostite, come invece sperato. L’espressione fu mutuata dapprima dai contadini e poi si estese dappertutto diventando d’uso comune.    E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico P.G. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
 Raffaele Bracale

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