‘E CCHIACCHIERE S’’E PPORTA ‘O VIENTO I ‘E MACCARUNE JENCONO ‘A PANZA.
Traduco liberamente: Le ciarle son preda del vento e sono i maccheroni che sfamano un individuo.
Con il consueto senso pratico che permea la saggezza popolare partenopea, il proverbio in esame sottolinea come il vuoto chiacchierare, cicalare, cianciare non corredato di consistenza è tanto leggero ed effimero da essere destinato ad portato via dal vento come ogni promessa di aiuto o soccorso non confortata dall’opera fattiva e tutto ciò perché solo il cibo [nella fattispecie i maccheroni che sono presei in considerazione in quanto emblematici nella cucina napoletana]può rifocillare concretamente un individuo riempiendogli il ventre.
Chiacchiera s.vo f.le 1. (spec. pl.) conversazione su argomenti di poca importanza; discorso inutile, futile, privo di concretezza;
2. notizia infondata; maldicenza, diceria, pettegolezzo;
3. facilità di parola; parlantina;
4. (spec. pl.) dolce tipico del carnevale, costituito da strisce di pasta avvolte a nastro, fritte e spolverate di zucchero.
Etimologicamente voce deverbale di chiacchierare, lemma onomatopeico.
Maccarune s.vo neutro pl. del sg maccarone: la voce maccarone che al plurale metafonetico diventa mmaccarune indica in primis una generica pasta alimentare, piú nota con varie specifiche denominazioni giusta il formato di détta pasta: lunga o corta, bucata e non; per traslato vale sciocco, stupido, melenso ed addirittura babbeo [nel caso di maccarone senza pertuso]il tutto in riferimento alla semplicità, alla pochezza di significato o di consistenza del semplice impasto di cui è fatto il maccherone, che, nell’inteso comune, è migliore se è doppio e forato come nella locuzione: Meglio unu maccarone ca ciento vermicielle! (meglio un solo maccherone, che cento vermicelli!); quanto all’etimologia il termine maccarone deriverebbe,secondo alcuni, dal greco makaría= piatto di fave e fiocchi di avena,che però d’acchito, come ognuno può arguire, non ànno nulla da spartire con i maccheroni vuoi di farina, vuoi di semola, cosa che mi fa respingere l’ipotesi etimologica; ugualmente è da respingere l’altra ipotesi che chiama in causa il greco makariòs= beati o pasto funebre, atteso che – per quanto ben cucinati o conditi – i maccheroni mai possono attagliarsi al significato di beatitudine, che –lessico alla mano - è:” lo stato di piena, perfetta e costante felicità, specialmente quella delle anime elette in paradiso, conseguente al possesso del Sommo Bene” cosa che – con ogni buona volontà –non si può riferire ad o pretendere da un piatto di pasta; a mio avviso perciò è molto piú convincente l’etimologia che chiama in causa il latino maccare = impastare e comprimere tenendo presente infatti che originariamente i maccarune della latinità furono essenzialmente della pasta casalinga ( sorta di gnocchi) ricavata dall’impasto di farina, sale ed acqua; tale impasto veniva schiacciato (maccatus) e tagliato in pezzetti poi compressi come accadeva anche (vedi alibi) per i greco -napoletani strangulaprievete .
Satis est.
R.Bracale
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