sabato 16 gennaio 2021

VERMICELLI ALLA CARBONARA

VERMICELLI ALLA CARBONARA

 

Ingredienti e Dosi per 6 persone

Vermicelli - 600 g
guanciale (lardicello =lardo di gola)  a cubetti (1 cm. di spigolo) - 250 g
Uova – 6

1 ciuffo di aneto tritato finemente

1 tazzina di anice,

1 cipolla dorata tagliata ad anelli sottili.

Olio d'oliva e.v. p.s. a f.  – 1 bicchiere
Pecorino  grattugiato -100 g
Panna da cucina - 6 cucchiai o in alternativa ½ bicchiere di latte intero,

5 chiodi di garofano,

1 peperoncino piccante privato del picciolo, lavato, asciugato ed inciso longitudinalmente,

sale doppio -  un pugno,
Sale fino q.s.
abbondante Pepe nero macinato a fresco.

Procedimento

Cuocere in abbondante acqua (8 litri) salata (pugno sale grosso)  i vermicelli  molto al dente perché alla fine dovranno essere ripassati in padella.
Mentre la pasta  cuoce, mandare a temperatura  in un grande tegame tutto l'olio d'oliva e.v. p. s. a f.  con il guanciale  in maniera che il grasso si sciolga; aggiungere dapprima il peperoncino e súbito dopo  le cipolle e farle imbiondire a fuoco vivace per 10 minuti ; fare attenzione che la pancetta o il guanciale  non si asciughino  troppo diventando croccanti: devono rimanere morbidissimi; se dovessero  asciugar troppo, aggiungere una mezza ramaiolata dell’acqua di cottura dei vermicelli;trascorsi i 10 minuti, aggiungere tutto l’anice ed a fuoco alto farlo evaporare.Frattanto in una terrina, aprire e  battere le uova con un pizzico di sale, un po’ del  formaggio grattugiato, la panna o il latte caldo con i chiodi di garofano e l’aneto tritato finemente.

Colare  la pasta, versarla nella padella con l’intingolo,aggiungere un po’ d’acqua di cottura della pasta (è questo il segreto perché poi quando si aggiungono   le uova, queste  cuocendo non diventino  una frittatina, ma si trasformino in crema…) far insaporire la pasta  a fuoco vivo  ed all'ultimo momento aggiungere le uova. Mescolare accuratamente tenendo la padella leggermente sollevata dal fuoco,o a mezza fiamma  in modo che la crema di uova si scaldi ma non cuocia e quindi non si asciughi completamente, restando al contrario,  fluida e collosa.
 Impiattare cospargendo le portate con il restante pecorino ed abbondantissimo pepe nero macinato al momento.

Servire immediatamente caldissimi di fornello.

NOTA

Sull'origine di questa ricetta si dibatte molto. C'è chi la attribuisce ai carbonari umbri che l'avrebbero importata in Roma capitale nel diciannovesimo secolo, chi invece(e forse non a torto!)  vuole che la paternità sia di don  Ippolito Cavalcanti duca di Buonvicino (1787–1860 ca.), nobile napoletano che tra l'altro  aveva accennato se non proprio alla ricetta, a qualcosa di molto simile che può ritenersi antenata della ricetta che ci occupa; infatti sotto la data di venerdí 17/03 nel suo libro di cucina (CUCINA TEORICO-PRATICA) il Cavalcanti parla di padrenostri incaciati con ovi  ,ricetta che opportunamente rivisitata o dallo stesso duca  o dal Vincenzo Corrado era stata   mutuata  dai lavoranti carbonai che operavano  nelle carbonaie delle  terre  del duca;  e c’è  chi, infine,(molto fantasiosamente!)  fa risalire le origini ad un periodo molto piú recente. I vermicelli, anzi gli  spaghetti alla carbonara, secondo questa fantasiosa origine sarebbero nati dall'unione di forze e di idee tra i soldati americani giunti a Roma nel 1944 ed i cuochi del posto. Il bacon e le uova in polvere delle razioni militari nelle abili mani di cuochi delle trattorie romane avrebbero fatto nascere questa delizia cremosa per il palato; ma la cosa non regge; i vermicelli, e non  gli  spaghetti alla carbonara, erano ben noti alla cucina partenopea ben due secoli prima del 1944. Ed infatti  la priorità del documento  del duca di Buonvicino, a mio avviso taglia la testa al toro, e mi fa  battezzare per napoletana questa squisita ricetta e poco importa se la ricetta del duca parla non di vermicelli o di spaghetti, ma di padrenostri (formato di pasta corto di piú facile, variato  e continuato utilizzo tra i lavoranti ambulanti  quali i carbonai).

Vini: Corposi vini rossi campani (Solopaca, Aglianico, Piedirosso, Taurasi) serviti a temperatura ambiente.

Mangia Napoli, bbona salute!

raffaele bracale

 

 

 

 

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