PIÚ GRANDE E PIÚ PICCOLO
In napoletano un oggetto (o cosa quale che sia) è inteso se maschile piú piccolo o contenuto del corrispondente femminile et versa vice ; abbiamo ad . es. ‘a tavula (piú grande rispetto a ‘o tavulo piú piccolo ),‘a tammorra (piú grande rispetto a ‘o tammurro piú piccolo ), ‘a cucchiara(piú grande rispetto a ‘o cucchiaro piú piccolo), ‘a carretta (piú grande[ed infatti deve esser trainato da una bestia: cavallo/asino/mulo o bue] rispetto a ‘o carretto piú piccolo [ed infatti è trainato a mano da un uomo] ); ,‘a canesta (piú grande rispetto a ‘o canisto piú piccolo ), ),‘a ‘rasera (piú grande rispetto a ‘o ‘rasiere piú piccolo )fanno eccezione ‘o tiano che è piú grande de ‘a tiana e ‘o caccavo piú grande de ‘a caccavella
Come visto,per solito, il cambiamento di genere fa riferimento alla grandezza di un oggetto pur restando nel medesimo ambito, ma talora cambiando genere non si fa piú riferimento alla grandezza, bensí alla qualità e, trattandosi non piú di un oggetto, ma di una persona si addiviene ad un sostanziale cambio di significato; esemplifico prendendo a riferimento il termine strunzo che al maschile, [con etimo dal longobardo “strunz”] indica un escremento solido di forma cilindrica e per traslato una persona stupida, sciocca o odiosa, ma letto al femminile “stronza”, non indica piú un escremento cilindrico piccolo o grosso che sia ma semplicemente una donna cui piaccia mettersi palesemente in evidenza, esponendo urbi et orbi le proprie grazie nell’intento di attrarre e lusingare gli uomini, quella donna cioè che in lingua nazionale è detta civetta e che non va confusa nell’idioma partenopeo con quella che è detta pereta che non intende lusingare chicchessia, ma è semplicemente una donna becera, villana, sciatta,sguaiata, volgare, sfrontata ed, a maggior ragione, una donna di malaffare o anche solo di chi fosse una demi vierge o che volesse apparir tale.
Brak
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