venerdì 23 aprile 2021

DOMANDARE E DINTORNI

 

 

DOMANDARE E DINTORNI

Anche questa   volta mi trovo a  raccogliere una garbata  provocazione  del mio caro amico P.D.F.(i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) che,memore ch’io abbia piú volte affermato che il napoletano sia piú preciso e circostanziato dell’italiano, mi à chiesto  di elencargli ed illustrare  le eventuali voci del napoletano che possano  rendere   acconciamente  quella  italiana dell’epigrafe.Accogliendo la richiesta dell’amico gli ò cosí testualmente risposto: Caro amico premetto che il verbo dell’ italiano domandare [ dal lat. demandāre: ‘affidare’, poi ‘affidare l’incarico di informarsi’, quindi ‘chiedere’] è usato in numerosi significati, quali 1. rivolgersi a qualcuno per sapere qualcosa, 2. rivolgersi a qualcuno per ottenere qualcosa, 3. (lett.) desiderare; invocare. Nel napoletano che è molto piú circostanziato dell’italiano  troviamo numerosi distinti verbi che sono nell’ordine:

dimannà ed il suo rafforzativo addimannà [ambedue dal lat. demandāre con prostesi di un ad nel caso del  rafforzativo] nel significato di chiedere per avere una risposta  anche semplicissima quale un sí od un no.

 

ascià [dal lat. adflare(annusare) con il tipico mutamento partenopeo FL in SCI come per il latino flos diventato sciore in napoletano, come in flumen diventato sciummo etc. ]nel significato di chiedere, invocare  qualcosa, ma farlo con intensa applicazione comportandosi quasi come un cane che annusi per trovare la traccia cercata;

cercà  [lat. tardo circāre ‘andare intorno’ al posto di circum-ire] nel significato di domandare con insistenza, quasi petulantemente.

Mmèstere [da un “in”illativo + il lat. volg. vèstere per il cl. vestíre] usato nel significato di fare richieste tanto inopportune ed improvvise da risultare per chi le riceve fastidiose come un urtone, una stoccata anche figurata; prima di proseguire faccio notare che l’italiano non à il corrispettivo del verbo napoletano; proseguo

spià [denominale del gotico *spaiha;] nel significato di chiedere per ottenere una risposta corredata di esauriente spiegazione. Faccio notare che l’italiano anche di questo verbo  non à un esatto   corrispettivo, atteso che quello che lo parrebbe essere “spiare” e non lo è quantuque etimologicamente derivi dal got. *spaihōn, affine al lat. specĕre ‘guardare’, vale osservare attentamente e di nascosto il comportamento e l’attività altrui per scoprire, sapere qualcosa o anche solo per ricavarne indizi, elementi utili e trova il suo corrispondente nel napoletano

spiunà [etimologicamente denominale del  francone spëho], verbo che non va confuso con il precedente “spià”.

E qui faccio punto fermo augurandomi d’essere stato chiaro ed esauriente ed aver soddisfatto la curiosità dell’amico P.D.F.   quella dei miei ventiquattro lettori  e di chi forte si imbattesse in queste paginette.Satis est.

R.Bracale Brak

 

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