MARCHESE seu MESTRUO
Questa volta è stato l’ amico L. L.M. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a chiedermi via e-mail di chiarirgli origine e motivo dell’uso del sostantivo in epigrafe. Gli ò cosí risposto:
Il sostantivo marchese [che con derivazione dal germ. marka «segno di confine», di per sé in primis indicò nel medioevo, il conte di una marca, cioè di un territorio di confine, è il titolo nobiliare che nella gerarchia araldica segue quello di duca ed à quale segno distintivo una corona in cerchio d’oro gemmato, cordonato ai margini, cimato di 4 fioroni d’oro sostenuti da punted e alternati con 12 perle disposte tre a tre, a piramide]; esso termine à anche il significato eufemistico di mestruo; questo secondo significato à il suo etimo nel francese marquis deverbale di marquer= marcare in riferimento al fatto che il sangue del flusso mestruale marca di rosso i pannolini usati un tempo per arginarlo ed i moderni assorbenti occorrenti alla bisogna. Da notare che l’accezione eufemistica del termine marchese fu inizialmente (mutuato dal francese) un uso napoletano [risalente addirittura a Giulio Cesare Cortese (Napoli, 1570 †Napoli, 1640) che lo impiegò nel Micco Passaro, nel Viaggio di Parnaso et alibi] trasmigrato poi nell’italiano nel 1900, poco usato però perché ritenuto volgare avendo sdoganato (per merito o demerito della televisione) termini quali ciclo, flusso mestruale, mestruo e menorrea!
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico L.L.M. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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