sabato 22 maggio 2021

PANE ‘E VALANZA NUN SAZZIA ‘A PANZA, PANE ‘E CASCIONE RÉGNE ‘O VIULONE.

PANE ‘E VALANZA NUN SAZZIA ‘A PANZA, PANE ‘E CASCIONE RÉGNE ‘O VIULONE.

Ad litteram: pane di bilancia non sazia la pancia, pane  di madia  riempie lo stomaco.

Datatissimo proverbio di chiaro sapore provinciale che, nel suo pregnante  significato,  afferma la maggior salubrità del genuino cibo casalingo da preferirsi a quello artigiano o indistriale dei negozi dove gli alimenti vengono venduti a peso servendosi della bilancia, in napoletano  valanza  [dal tardo lat. bilance-m con consueta alternanza B→V (cfr. barca→varca, basiu-m→vaso]; nel proverbio in esame addirittura si giunge ad affermare che il pane dei panettieri non è nutriente cosí come quello preparato dalla massaia in casa servendosi della madia cioè di quel  mobile rustico, costituito essenzialmente da una voluminosa capace cassa lignea  rettangolare a coperchio ribaltabile, destinata  alla lavorazione e conservazione del pane casalingo. Proprio perché grosso ed ampio  mobile ligneo,  nel proverbio è definito cascione che è l’accrescitivo m.le di comodo  del s.vo f.le cascia [voce dal lat. capsa→cassa per assimilazione regressiva e consueto esito finale di ss in sci (cfr. cossa→coscia)]; da notare come icasticamente la pancia resti tale diventando in napoletano panza[dal lat. pantice-m→pance-m], lo stomaco sia invece adombrato sotto il nome di viulone che è l’accrescitivo m.le di comodo  del s.vo f.le viola [voce dall’iberico viuela forgiato sul tardo lat. vitula→viula]e semanticamente la faccenda si spiega con l’osservazione che i suonatori di viola da gamba son soliti poggiare il loro voluminoso strumento non solo sul puntale inferiore della cassa, ma pure poggiandolo  proprio sullo  loro stomaco che è il primo ad assorbire le vibrazioni della viola da gamba al segno che un tempo si usò dire allorché si avvertissero i morsi della fame: “M’abbatte ‘a viola”.  In chiusura rammento che ò parlato di sapore provinciale del proverbio perché un tempo, mentre prospevano in città,  in provincia erano poco diffusi i negozi di alimentari e si preferiva produrre in casa propria molti alimenti e segnatamente il  pane, la  pasta,gli  insaccati (ricavati dall’allevamento suino) e le  verdure coltivate negli  orti casalinghi.

Brak

 

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