giovedì 10 giugno 2021

NOTE GRAMMATICALI NAPOLETANE 2ª

NOTE  GRAMMATICALI NAPOLETANE 2ª

Sollecitato da qualche amico

 ad esprimere un mio parere intorno ad una questioncella affatto marginale, cioè  sul modo piú corretto di scrivere gli articoli inderminativi del napoletano ‘nu/’no – ‘na  ribadisco  qui che

‘NU/’NO =  corrispondono ad un ed uno della lingua italiana dove sono  agg. num. card. , pron. indef. , art. indeterm. [ in italiano, uno come agg. num. e art. maschile si tronca in un davanti ad un s.vo o agg.vo che cominci per vocale o per consonante o gruppo consonantico che non sia i semiconsonante, s impura, z, x, pn, ps, gn, sc (un amico, un cane, un brigante, un plico; ma: uno iettatore, uno sbaglio, uno zaino, uno xilofono, uno pneumotorace, uno pseudonimo, uno gnocco, uno sceriffo); il napoletano non conosce tante complicazioni ed usa indifferentemente ‘nu/‘no davanti ad ogni nome maschile sia che cominci per vocale, sia che cominci  per consonante o gruppo consonantico (ad es.: n’ommo= un uomo – ‘nu  sbaglio= un errore;) da notare che mentre nella lingua nazionale si è soliti apostrofare solo l’art. indeterminativo una  davanti a voci femm. comincianti per vocali, mentre l’art. indeterminativo maschile uno non viene mai apostrofato e davanti a nomi maschili principianti per vocali se ne usa la forma tronca un (ad es.: un osso) nell’idioma napoletano è d’uso apostrofare anche il maschile ‘no/‘nu   davanti a nome maschile  che cominci per vocale con la sola accortezza di evitare di appesantir la grafia con un doppio segno diacritico: per cui occorrerà  scrivere n’ommo= un uomo e non ‘n’ommo .

L’etimo di ‘no/’nu è ovviamente dal lat. (u)nu(m);  l’aferesi della prima sillaba (u) comporta la doverosa indicazione di un segno diacritico () quantunque oggi numerosi autori  seguano il malvezzo di scrivereno/nu privi di qualsiasi segno diacritico, ma è costume che aborro, non trovando ragioni concrete e corrette per eliminare un sacrosanto segno etimologicamente ineccepibile;la medesima cosa càpita con il corrspondente art. indeterminativo femm.le

‘na =  corrispondente ad una  della lingua italiana dove è  agg. num. card. , pron. indef. , art. indeterm.come del resto nel napoletano dove però come agg. num. card. non viene usata la forma aferizzata ‘na, ma la forma intera una (cfr. ad es.: pòrtame ‘na cannela= portami una candela quale che sia, ma pòrtame una cannela = portami una sola candela);  l’etimo di ‘na è ovviamente dal lat. (u)na(m); l’aferesi della prima sillaba (u) comporta la doverosa indicazione di un segno diacritico (‘) quantunque oggi numerosi autori, anche preparati,   seguano il malvezzo di scrivere l’articolo  na come pure, come ò detto,  il corrispondente del maschile e neutro  no/nu privi di qualsiasi segno diacritico, ma è costume che aborro, non trovando,  ragioni concrete e corrette per eliminare un sacrosanto segno etimologicamente ineccepibile;  a mio avviso infatti  non è ragione concreta e corretta quella, accampata da qualcuno,   che mancando nel napoletano scritto la forma intera degli articoli indeterminativi uno/unu- una ed esistendo pressoché solo quella aferizzata no/nu – na sarebbe  inutile fornire questi ultimi del segno d’aferesi. Nel napoletano scritto c’è del resto  una  parola che potrebbe ingenerare confusione con l’art. indeterminativo ‘nu/’no : sto parlando della negazione  nun= non che talvolta viene apocopata in nu da rendersi però nu’ (facendo un’eccezione rispetto alla regoletta del napoletano per la quale i termini apocopati di consonante/i e non di sillaba vocalica,  non necessitano di segni diacritici (ad es.: cu= con da cum – pe=per da per – mo=ora da mox – po= poi  da post ).dicevo da rendersi però nu’  per evitarne la confusione con l’omofono articolo ‘nu (un, uno) che conviene sempre fornire del segno () d’aferesi  e ciò in barba a troppi moderni addetti e non addetti ai lavori partenopei per i quali è improvvidamente invalso il malvezzo  di rendere l’articolo indeterminativo maschile nu senza alcun segno diacritico alla medesima stregua dell’articolo indeterminativo femminile ‘na che è reso na senza alcun segno diacritico, quasi che il segnare in avvio di parola un piccolo segno (‘) comportasse gran dispendio di energie o appesantisse la pagina scritta, laddove  invece,il non segnarlo, a mio avviso,   è segno di sciatteria, pressappochismo dello scrittore (si chiami pure Di Giacomo,F. Russo, E.De Filippo,  Eduardo Nicolardi etc.). Del resto non è inutile ricordare che tanti (troppi!) autori  napoletani, anche famosi e/o famosissimi non potettero avvalersi di adeguati supporti grammaticali e/o sintattici del  napoletano, supporti che furono inesistenti del tutto, mentre  i pochissimi esistenti (Galiani, Oliva, Serio) furono malamente diffusi, né  potettero far testo, vergati com’erano stati  da addetti ai lavori  non autenticamente  napoletani   e pertanto, spesso,   imprecisi e/o impreparati. Ancóra ricordiamo che moltissimi autori furono istintivi e spesso  mancavano del tutto di adeguata preparazione scolastica (cfr. V.Russo, R.Viviani etc.), altri avevano studiato poco e male  e quelli che invece avevano adeguata preparazione scolastica (cfr. Di Giacomo, F. Russo, E. Nicolardi etc.  spessissimo la usarono maldestramente  adattando  le nozioni grammaticali-sintattiche dell’italiano al napoletano che invece non è mai tributaria dell’italiano essendo linguaggio affatto originale e diretto discendente del latino parlato; ed infine conviene anche rammentare la cialtroneria di taluni editori che pubblicano le opere di qualche scrittore menzionato non facendo riferimento ai manoscritti originali, ma ricorrendo alla cattiva abitudine di fare copia-copiella di precedenti pubblicazioni acritiche e malfatte, per cui spesso gli autori fanno ingiustamente la figura degli ignoranti, abborracciatori etc.

Per concludere, a mio avviso nel napoletano scritto gli articoli indeterminativi vanno sempre corredati del segno d’aferesi (etimologicamente esatto!)ed il non farlo è segno di sciatteria, pressappochismo e forse sicumera! E dunque   ‘nu – ‘no – ‘na  e mai nu – no – na. I grandi autori vanno seguíti quando fanno bene, non quando sbagliano! Si può tentare di capire le ragioni del loro errare, ma occorre evitare  di porsi nella scia di chi sbaglia, fósse pure un grande autore!

Raffaele Bracale

 

 

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