domenica 19 settembre 2021

È SANGUE UMANO!

È SANGUE UMANO!

A margine del mio articolo sul miracolo/prodigio di san Gennaro [vedi alibi] rammento che da lunga pezza si è ipotizzato, soprattutto da parte di scettici e/o miscredenti che nelle ampolle della teca custodita nella cappella del Tesoro non vi sia del sangue, ma altro che venga fatto sciogliere con artifici; una prima risposta a tali insinuazioni fu data il 25 settembre 1902 quando una prima analisi spettroscopica sull’ampolla  fatta dai professori Sperindeo e Januario rivelò lo spettro dell’ossiemoglobina, cioè il prodotto di associazione dell’emoglobina -il pigmento contenuto nei globuli rossi del sangue-, con l’ossigeno. In sèguito nel 1989 il dott. Pierluigi Baima Bollone, ordinario di Medicina legale nell’Università di Torino, dichiarò che secondo il parere di alcuni insigni biologi, è ragionevole – sulla base delle conoscenze via via raccolte – presumere che nelle ampolline sia contenuto del sangue certamente antico cioè sangue con «metaemoglobina scura e stabile, il che bene corrisponde all’aspetto cupo del materiale contenuto nelle ampolle al momento della fase solida. Nella fase di liquefazione il contenuto delle ampolle diviene invece rosso vivo, quasi che si sia realizzato l’impossibile ripristino della ossiemoglobina. Inoltre, le conoscenze sulla coagulazione tendono a condurre gli studiosi verso la conclusione che la liquefazione ricorrente contrasta con le conoscenze scientifiche biochimiche e fisiologiche naturali

Epperò il 10 ottobre 1991 sulla rivista scientifica Nature appare una lettera di Luigi Garlaschelli, responsabile scientifico del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) il quale sostenne di aver risolto l’enigma di San Gennaro proponendo  quindi l’ipotesi della tissotropia, proprietà di alcuni gel di diventare più fluidi, fino a passare dallo stato solido a quello liquido, se scossi o fatti vibrare, comunque turbando il loro stato con sollecitazioni meccaniche per poi tornare allo stato precedente se lasciati indisturbati (un esempio di questa proprietà è la salsa ketchup). Ricordo però  che il chimico del CICAP, che  fece fortuna, non solo economica, grazie a questa vicenda, non studiò mai  il liquido direttamente, come non studiò direttamente la Sacra Sindone di Torino prima di realizzarne una artificialmente, così mal fatta da fargli perdere la popolarità ricevuta dal sangue di San Gennaro. Garlaschelli ritenne che il liquido non fósse sangue ma una sostanza frutto di una manipolazione da parte di qualche abile alchimista; tentò anzi  di ricostruire quell’ipotetica sostanza miscelando alcuni elementi noti a gli antichi alchimisti   però non spiegò mai  perché la sua  sostanza  nel maggio 1976 non si fósse sciolta malgrado otto giorni di attesa e che spesso, invece la sostanza delle ampolle del tesoro  è stata invece trovata già sciolta nella cassaforte dov’è conservata, senza che sia  intervenuta alcuna energia o interferenza esterna.

Nel 1999 il chimico del  CICAP viene ancora una volta smentito  dal professor Giuseppe Geraci, docente di Biologia molecolare e studioso di fama internazionale, che dopo aver precisato che ai miracoli non crede, «smantellò pezzo a pezzo le tesi del Cicap». Venti minuti occorsero al «professor Giuseppe Geraci per dare un colpo alla credibilità del Cicap». Secondo Geraci la «tissotropia» non c’entra nulla perché non è gelatina ma proprio sangue quello che si conserva nel Duomo. Di lí a poco  il biologo rivelò che Il sangue c’è,ma il miracolo no,giacché – a suo dire -  tutto nasce dalla degradazione chimica dei prodotti, che crea delle reazioni e delle variazioni anche con il mutare delle condizioni ambientali». Quindi c’è del sangue ma niente miracolo poiché il cambio di stato è dovuto solo reazioni chimiche. Però, proprio su quest’ultima affermazione l’accademico cambierà idea nel 2010. Da non dimenticare che il 1°/1/2000 sul sito web del CICAP appare un articolo, colmo della solita ironia degli scettici nichilisti, in cui si riassume la vicenda scientifica sull’ampolla di San Gennaro scettici che però  sono costretti ad ammettere che «anche le fonti critiche continuano a descrivere il miracolo come “non spiegato dalla scienza” e “non riproducibile”». Interessante  il fatto che anche alcuni membri del CICAP comincino ad ammettere la possibilità della presenza del sangue all’interno dell’ampolla e nel marzo 2005 Antonio Ruggeri, pur dichiarando di apprezzare l’ipotesi del CICAP, ammette che «comunque, per dovere di correttezza, bisogna anche segnalare che la sostanza ottenuta dal Garlaschelli non riesce attualmente a mantenere le proprie caratteristiche tissotropiche per un periodo superiore ai due anni,  mentre -riconosce il Ruggeri- il miracolo di Gennaro avviene ininterrottamente da quasi sette secoli a questa parte. Quindi, non solo il CICAP à postulato che nell’ampolla non ci sia del sangue, al contrario degli studi precedenti e dell’opinione del biologo Geraci, ma ha anche fallito la presunta dimostrazione attraverso la sostanza tissotropica articifiale.

 

 

Abbrevio:

nel 2006 l’antropologo e studioso di miti popolari Massimo Centini afferma che « con malgrado delle tesi scientifiche, il miracolo di san Gennaro continua ad essere un fenomeno che resiste agli assalti del tempo e delle critiche»;

nel febbraio 2010, il Dipartimento di Biologia Molecolare dell’Università Federico II di Napoli, guidato dal professor Giuseppe Geraci, à dimostrato definitivamente la presenza di sangue umano all’interno dell’ampolla di San Gennaro. Il biologo, dopo quattro anni di intense ricerche, sostiene: «Senza contare le notti passate nel buio della Cappella reale del Tesoro di San Gennaro sono partito proprio da lì, dal luogo dove la teca con l’ampolla è custodita. Ò applicato il massimo del rigore scientifico ad un evento ritenuto assolutamente metafisico, inspiegabile». Dopo centinaia di osservazioni e rilevazioni non si è rilevata alcuna misteriosa variazione di peso, anche quando ci sono i mutamenti di stato. L’analisi però à portato ad una sostanziale conferma dei dati emersi nel 1989 con l’analisi spettroscopica, i quali rivelarono lo spettro dell’emoglobina.

Il matematico Guido Trombetti, accademico di prestigio internazionale, Presidente dell’Accademia di Scienze Matematiche e Fisiche, docente di Analisi Matematica I e II per il corso di laurea in Fisica e già Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, à confermato il lavoro del biologo Geraci affermando: «nella teca custodita in cattedrale vi è certamente sangue umano. Facendo così giustizia di ipotesi fantasiose. Perché il 19 settembre di ogni anno, agitando la teca, il sangue ivi racchiuso possa sciogliersi nessuno sa dirlo. Neanche gli esperimenti di Geraci». Per poi concludere così: «I punti di incontro e di dialogo tra scienza e fede vanno cercati tenacemente. Superando però un equivoco sempre in agguato: bisogna smetterla con la pretesa superiorità intellettuale della posizione dei non credenti rispetto a quella dei credenti. Si tratta in entrambi i casi di una posizione dogmatica. O, se vi piace di più, si tratta della scommessa di Pascal».

Piú modestamente dell’accademico concludo affermando che per chi ci crede nessuna prova è necessaria, per chi non ci crede nessuna prova è sufficiente.E beati coloro cheànno il dono della Fede! Raffaele Bracale

 

 

 

 

 

 

 

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