mercoledì 10 novembre 2021

PARMO E ZIRACCHIO

 

PARMO E ZIRACCHIO

In una famosa canzone di Raffaele Viviani “O guappo ‘nnammurato” costui comico  protagonista della canzone minaccia la sua bella, rea di averlo tradito, di sfregiarla cioè di segnarle il viso con una rasoiata e le assicura che se riuscirà a colpirle il volto ella sarà costretta per medicare    la relativa ferita ad usare addirittura “’nu parmo e ‘nu ziracchio ‘e sparatrappo” cioè un palmo ed oltre  di cerotto medicato. Ora,premesso che il termine parmo deriva dal  lat. pălmu(m) con sostituzione espressiva della liquida L>R ed atteso che che la misura di un palmo [distanza che corre dalla punta del pollice a quella del mignolo della mano ben distesa, corrispondente all’incirca a ventidue cm.] è nota ed intesa da un po’ tutti, occorre chiarire cosa si debba intendere per il napoletanissimo “ziracchio” voce che non à il corrispondente nella lingua nazionale  ma identifica  una misura lineare cioè la distanza che corre dalla punta del pollice a quella dell’indice  della mano ben distesi, corrispondente all’incirca a quindici  cm. Rammento che iconicamente la voce ziracchio talora è usata con sarcasmo in riferimento ad un uomo molto basso e minuto: 'nu ziracchio d'ommo. Concludo dicendo la voce ziracchio  derivante dall’arabo zeriac penso che possa esser tranquillamente accolta nell’italiano colmando una lacuna della lingua nazionale senza macchiarla di impurità, come fanno i tantissimi  anglismi che la perseguitano!

Raffaele Bracale

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