giovedì 11 novembre 2021

SCHIATTAMUORTO

SCHIATTAMUORTO

 

Questa volta su richiesta dell’amico B.S. (al solito, motivi di riservatezza mi impongono di  riportar solo le iniziali di nome e cognome di chi mi scrive per sollecitar ricerche) mi interesserò della voce in epigrafe, cosa che a tutta prima può sembrare macabra, ma penso risulterà interessante per chi avrà la bontà di leggere quanto scriverò. Ciò premesso principio: la voce in esame è quella usata per rendere in napoletano le voci italiane beccamorto, becchino che designano indifferentemente sia  l’addetto al trasporto [propriamente “necroforo” ] che l’incaricato  alla sepoltura dei morti, l’affossatore. Orbene mette conto di precisare che le voci dell’italiano beccamorto e  becchino risultano, ad un attento esame meno precise ed etimologicamente e semanticamente corrette; infatti sia  beccamorto che  becchino sono dei deverbali di beccare stranamente inteso sinonimo di prendere come se l’affossatore piluccasse con un becco [che non à…] il morto. Quanto piú preciso, fedele, veritiero, puntuale, rigoroso, regolare,  ineccepibile il sostantivo napoletano in epigrafe che etimologicamente deriva dall’agglutinazione di schiatta [voce verb. 3ª p. sg. ind. pr. dell’infinito schiattà [di origine onomatopeica] + il sostantivo muorto [dal lat. mort[u]u-m]. Ò parlato di rigorosità e puntualità del sostantivo napoletano che in effetti nella sua formazione ripete esattamente l’azione che facevano temporibus illis gli affossatori napoletani del I e II secolo quando i cadaveri venivano seppelliti nelle catacombe; essi infatti  ponevano a sedere le salme su appositi scolatoi  cioè  approntate vaschette di pietra(détte:cantarelle) dove la salma cedeva, per gravità,  attraverso un sistema di canaletti le proprie secrezioni umorali,fino a che  una volta essiccata,non fósse  pronta per l’inumazione o l’imbalsamazione. [cfr. alibi “puozze sculà”] e quasi sempre gli affossatori, per affrettare lo scolo provvedevano a forare con uno  stiletto le salme, quasi crepandole come otri.

Mi pare non ci sia altro da dire  e penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico B.S. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.

 Raffaele Bracale

 

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