GUAGLIONE – significato ed etimo.
La
parola in epigrafe, pur se accolta in tutti i lessici della lingua toscana,
nasce a Napoli e poi di qui trasmigra, come tante altre parole quali camorra e
suoi derivati, guappo, sfogliatella, vongola, scarola etc. e con il termine
guaglione viene indicato l’adolescente, il ragazzo poco piú che decenne che abbia eletto per
proprio regno la strada nel cui
rutilante chiasso, si
diverte, gioca e magari presta la sua piccola opera servizievole nell’intento
di lucrare piccolo guadagno: ‘o guaglione d’’e servizie o guaglione
‘e puteca quando si tratti di ragazzo avviato ad un lavoro piú o meno stabilmente
retribuito. Pertanto con il termine guaglione a Napoli non si indica il
bambino, che è détto propriamente dalla nascita e sino all’età di cinque anni : criaturo/a (dal tardo lat. creatura(m)→criaturo/a) o anche ninno/nenna o
nennillo/nennella (voci marcate sul
greco neanías) e – quando
invece si tratti di neonato/a e perciò piccolissimo/a è anche détto/a anema ‘e Ddio. Quando invece si tratti di bambino/a che non abbia superato il
terzo anno d’età s’usa il termine pisciuoccolo/piscioccola (voci
deverbali del verbo pisciare ( che è mingere, orinare ed è un derivato dal
tardo lat. pitissare→pi(ti)ssare→pissare→pisciare→piscià;normale
nel napoletano l’evoluzione in sci
seguíto da vocale della consonante fricativa dentale sorda o
sonora (s)
sia scempia che doppia purché seguíta da
vocale.), atteso che trattasi di un/una bimbo/a non ancóra aduso/a ad espletare
autonomamente le sue funzioni fisiologiche e debba servirsi ancóra di pannolini
assorbenti e/o mutandine contentive).
Per
ciò che riguarda l’etimologia di guaglione , la questione è di non poca cosa,avendo
il vocabolo scatenato la fantasia di
addetti ai lavori o filologi della domenica e sono state avanzate le ipotesi piú
disparate ed è molto difficile bordeggiandole attingere un sicuro approdo.
Ecco
perché mi limiterò a dare un sommario elenco di détte ipotesi, ed a suggerire alla fine, l’ipotesi che
ritengo piú perseguibile.
A
– si cominciò, temporibus illis, a scomodare il greco kallos, kallion: bellino, grazioso, nella pretesa forse che il
guaglione dovesse essere per forza grazioso, ma
chiunque si può render conto che si trattava di una pretesa non
supportata da alcuna documentata prova, per cui escluderei senz’altro
l’ipotesi.
B
–Si congetturò pure che guaglione potesse derivare sempre dal greco, ma dalla
parola gala = latte, ma non si vede
cosa possa mettere in rapporto il latte con il ragazzo di strada che non è
certamente un poppante; l’ipotesi è pertanto – a mio avviso - da scartare.
Come
è, a mio avviso, da scartare l’ipotesi C,
sebbene caldeggiata, se non proposta originariamente dall’Alessio nel suo dottissimo D.E.I., che fa derivare la parola di cui ci
occupiamo dal latino gàneone(m) che sta ad indicare il
frequentatore di bettole, l’ubriacone, o peggio! il frequentatore di
postriboli: personaggi che non posson certo
configurare, d’acchito, il guaglione. Non nego che, talvolta, il
guaglione possa aver alzato il gomito o frequentato
bordelli, ma da ciò a ritenerle sue precipue
attività (tanto da farne derivare il nome...)mi pare ce ne corra!
D
– Ugualmente non perseguibile mi pare l’opinione espressa dal pur grandissimo Ròlfs,
che accosta la parola guaglione a guagnone
e cioè: colui che piange, ma anche
questa mi pare una petizione di principio inconferente; perché mai il guaglione
dovrebbe tanto piangere, da far trarre da ciò l’origine della parola?
E
– Ipotesi ugualmente da scartare son quelle che che tirano in causa pretestuose voci latine come : qualus=
cesto e qualis= quale, termini che
semanticamente sono chiaramente inconferenti rispetto la sostanza del nostro
guaglione;
F
– Si è cercato, da qualcuno di coinvolgere il francese con la parola garçon, che –è vero – indica il ragazzo
di bottega, ma da esso lemma in napoletano è derivato guarzone, per cui scarto l’ipotesi.
G.
– Neppure mi convince l’idea, espressa
marginalmente dall’ amico prof.
C. Jandolo nel suo conciso Dizionario
etimologico napoletano, che guaglione possa derivare da un ipotizzato valione(m) dal verbo valére: valido, vispo; quantunque
morfologicamente non sia strano nel napoletano il passaggio della v a g o c e viceversa (cfr. ad es. guappo che è dal latino vappa; cfr.anche volpe/golpe, vunnella/gunnella,vulio/gulio, vongola←concula etc. ;)
non risulta però che semanticamente sia
idea perseguibile atteso che non è statuito da nessuna parte che tutti i guagliuni siano necessariamente
vispi, validi e valenti…
H
-Scarto altresí la pretestuosa derivazione dal francese gaillard, amologa del nostro gagliardo,
giacché non è scritto da nessuna parte che ‘o guaglione debba essere forte e
muscoloso.
I - Sempre nell’ambito della lingua francese
riporto quanto ebbe a dire il giornalista A. Fratta scrivendo sul Mattino di Napoli allorché
affermò di avere udito in quel di
Marsiglia apostrofare i ragazzi di strada con il termine vuaiú (voyou)
stranamente simile al suono del nostro guagliú; si tratta di una tentazione, ma se si esclude il tenue
legame del francese voie = strada con il guaglione partenopeo troppe sono le
discrepanze semantiche che ostano a che si possa accettare simile discendenza.
Per
concludere mi pare si possa proporre l’ipotesi di far discendere dal sempre vivo basso latino
galione(m)= giovane
mozzo,servo sulle galee)la parola guaglione soprattutto tenendo presente quel ragazzo dei servizi o guaglione ‘e puteca di cui sopra.
RaffaeleBracale
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