mercoledì 1 dicembre 2021

SCARTILOFFIO/A

SCARTILOFFIO/A

Ci troviamo questa volta  a parlare di due parole, l’una maschile, l’altra femminile, che fan parte del fiorito ed icastico linguaggio partenopeo, ambedue nell’originario significato di atto, manovra truffaldini tesi a raggiunger lo scopo di affibbiare, per solito a stranieri, carta straccia in luogo di buona carta mnoneta; estensivamente poi ogni atto o manovra truffaldini operati in danno di sprovveduti, disattenti, incolti, creduloni che facilmente si lasciano raggirare ed imbrogliare.

Storicamente le voci in epigrafe nacquero tra il finire del 1700 ed i principi del 1800 a Napoli, al tempo delle frequentazioni di viaggiatori stranieri che accorrevano a visitare le città centro meridionali e nacquero nell’ambito della camorra (setta di malviventi che uniti in consorteria tentano di procacciar con ogni mezzo lecito, ma più spesso illecito, guadagni e benefici ai propri membri; etimologicamente la voce camorra   è corruzione ed  adattamento del termine spagnolo gamurra che, a sua volta è  da chamarra = abito di foggia iberica preferito dalla peggior risma di lazzaroni partenopei)   che,  per il tramite di suoi adepti, gestiva  a suo pro  quell’antico fenomeno turistico; non è che il trascorrer del tempo abbia fatto cambiar molto le cose; attualmente a Napoli, ma ugualmente in altre città centro-meridionali le vittime preferite  degli scartiloffisti  che sono ovviamente coloro che praticano lo scartiloffio, sono pur sempre i turisti o i derelitti cafoni  e/o pacchiani, cioè gli sprovveduti provinciali che giungono in città divenendo, a loro malgrado, súbito preda  di furbi lestofanti truffatori che li raggirano ed imbrogliano; e ciò avviene non perché i cittadini stanziali siano piú furbi o svelti dei cafoni o dei pacchiani, ma solo perché i cittadini ben conoscono  di quali  infidi panni vestono  i truffatori che si aggirano per piazze, vicoli e stazioni della città ed accuratamente tentano di evitarli e  tenersene lontani.

Torniamo alle parole in epigrafe e vediamone un po’ l’etimologia, per la ricerca della quale non bisogna mai dimenticare il significato originario di scartiloffio/a che è la truffa tesa ad appioppar carta straccia in luogo di buona cartamoneta; ordunque:

Scartiloffio/a  addizione del sostantivo scartoffia piú l’aggettivo loffio/a;

Scartoffia : voce gergale forse nordica, per indicare una carta da giuoco senza valore, una cartina;

Loffio/a: letteralmente frollo, cascante, molle e quindi scadente, inutile; etimologicamente da un ant. tedesco: slapf→slaf, ma non gli sarebbe estraneo il latino labi da cui il toscano labile =inconsistente.

Si comprende facilmente che  una scartoffia  che sia anche loffia rappresenti quanto  di peggio possa capitare ad un povero turista  o ad un provinciale che approdi o giunga nella nostra città o in cento altre città d’arte del centro-meridione; rammenterò – per chiudere in … allegria - l’incipit del film Guardie e ladri  in cui lo scartiloffista  Totò si dedicava ad una particolare forma di scartiloffio: l’appioppare ad un credulo turista americano una grossa patacca  che è una ovviamente falsa moneta  antica di grosse dimensioni il cui nome è dall’arabo bataqa  attraverso lo spagnolo pataca.

                                                                                       Raffaele Bracale

 

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