FRAVAGLIA – FRAAGLIO e dintorni
Nell’italia meridionale con le voci riportate in epigrafe: collettivamente fravaglia e singolarmente fravaglio o fraaglio
si intendono collettivamente, o singolarmente i giovani pesci di una determinata specie (fravaglia ‘e treglia, fravaglie di sarde, d’alici ) e piú genericamente l’insieme di novellame (escluso il novellame appena nato: i cosiddetti bianchetti che in napoletano son detti cicenielli) di specie diverse messo in vendita mescolato ed adatto soprattutto alla frittura.
Cominciamo col dire che la voce napoletana fravaglia ( che - contrariamente a quanto ritenuto dai piú - io non reputo sia da collegarsi al verbo lat. frangere= spezzare giacché (per quanto si faccia) sia morfologicamente che semanticamente non si riesce a trovar nessi soddisfacenti. Mi pare invece piú perseguibile sia per la morfologia, che per la semantica, la strada di un sia pure non attestato neutro plurale *fragalia da un sing. *fragalium = cose odorose inteso poi femminile, derivato dal lat. fragare= essere odoroso ); dicevo dunque che la voce napoletana fravaglia è pervenuta con i medesimi significati del napoletano nella lingua nazionale dove però è fragaglia. E non faccia meraviglia che fravaglia sia diventato fragaglia; spesso in napoletano o dal napoletano si à l’alternanza v/g o g/v (vedi ad es.: vulio/gulio – volpe/golpe etc.)
Torniamo al napoletano per dire che nel parlato comune spesso la voce femminile (ma in origine probabilmente neutra) fravaglia è erroneamente reso con un inconferente masch. sing. fravaglio o addirittura fraaglio ed un plurale masch. fravagli, ma di tali stravolgimenti non se ne comprende ragione o motivo: è cosí bello e musicale il femm.(ex neutro) ‘a fravaglia !
raffaele bracale
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