PARULANO
Eccoci a che fare con un vocabolo di sapore antico, quasi desueto, ma che ancora si può ascoltare tra i c.d. puosti ossia banchi dei venditori, sulla bocca dei napoletani e napoletane che frequentano piú o meno quotidianamente i mercatini rionali di ortofrutta; ed in effetti con il termine parulano si indica essenzialmente l’orticoltore ed il venditore d’ortaggi e solo estensivamente e quasi per celia, chi manchi di modi urbani ed usi un linguaggio sguaiato ed improprio, alla esatta stregua degli ortolani campagnoli, linguaggio tale da far ritener colui che lo usi come proveniente dalla parula che indica appunto i campi dove si coltivano ortaggi, campi che – per solito – sono ubicati in aperta campagna ai margini di paesini della piú remota provincia.
Molto tranquilla l’etimologia di parulano parola forgiata sul termine parula addizionata del suffisso di pertinenza aneus (ano) ; parula ed il forgiato parolaneus son esattamente dal latino: palude(m) con evidente metatesi ed alternanza osco-mediterranea d/r che danno parula da cui il successivo parulano.
Raffaele Bracale
Ritenevo, molto più banalmente, che fosse una deformazione di "parularo", cioè uno che parla parla, ma in fin dei conti non dice niente. In effetti non vedo nesso tra venditori di verdure e questioni attinenti alla paternità di un bambino, che solitamente interessano soprattutto coloro che si interessano di pettegolezzi ("parular' ", appunto).
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