CIMILIARCA o CIMILIARCHA o anche CIMELIARCA o CIMELIARCHA
Fu nella Chiesa del III – IV secolo un presbitero, diretto collaboratore dell’ Arcivescovo; a lui era demandato il compito particolarmente importante e delicato di custodire e conservare al meglio i vasi sacri ed ogni altro oggetto piú o meno prezioso usato nelle celebrazioni liturgiche che si tenevano nella cattedrale o nelle basiliche maggiori delle città arcivescovili. Si occupava altresí di custodire e conservare al meglio tutte le reliquie di pertinenza di cattedrale o basiliche maggiori , reliquie che non fossero sempre esposte al culto dei fedeli e non avessero perciò normalmente una sistemazione ben determinata (altari, bacheche, ostensorî etc.) ma fossero conservate in mobili o stipi della sacrestia per essere tirate fuori ed esposte alla venerazione dei fedeli, in occasione di festività particolari.
In prosieguo di tempo la figura del cimiliarca sparí ed il suo compito fu assunto dal normale sacrista (che poteva anche non essere un presbitero , ma solo un ordinato di ordini minori e poi successivamente addirittura un semplice laico) che prendesse cura non solo dei i vasi sacri ed ogni altro oggetto piú o meno prezioso usato nelle celebrazioni liturgiche che si tenevano nella cattedrale o nelle basiliche maggiori delle città arcivescovili, nonché delle reliquie e dei paramenti sacri.
Stranamente non ò trovato occorrenze per le voci CIMILIARCA o CIMILIARCHA o anche CIMELIARCA o CIMELIARCHA in nessuno dei maggiori vocabolarî (Treccani – Garzanti – De Mauro) in uso della lingua italiana e non ne ò trovato neppure nel vecchio dizionario di O. Pianigiani; non mi è stato possibile consultare il D.E.I. di Battisti ed Alessio.
Per mia fortuna mi à soccorso l’intramontabile Du Cange che a pag. 1089 del suo insostituibile Glossarium tratta sia la voce cimilia che cimeliarcha dandone la definizione di custode etc., come ò riportato, e suggerendo l’etimo dal greco kemeliarxés.
Rebus sic stantibus, non penso di dover o potere aggiungere altro, se non suggerire una gran tirata d’orecchie ai curatori dei vocabolarî Treccani – Garzanti – De Mauro che ànno tenuto in non cale una bella parola come CIMILIARCA o CIMILIARCHA o anche CIMELIARCA o CIMELIARCHA. Peggio per loro... Ci serviremo di altre fonti!
Raffaele BRACALE.
Nessun commento:
Posta un commento