‘E PERUCCHIE
Letteralmente con il termine in epigrafe, plurale metafonetico del masch. sing. perocchio, ci si intende riferire ai pidocchi quei piccoli insetti dal corpo piatto, con zampe corte e robuste, che succhiano il sangue dell'uomo vivendo da parassiti principalmente sulla testa,ma pure sul corpo o nei vestiti; sia la voce italiana che la napoletana ànno il medesimo etimo dal tardo latino peduc(u)lu(m), dim. di pídis 'pidocchio'(da notare, nella voce napoletana, la consueta alternanza osco - mediterranea d/r rotacizzazione della dentale d di cui ò abbondantemente detto passim). La parola in epigrafe è usata in napoletano anche per significare i soldi, il danaro in genere, ma in tal senso la voce non è da collegarsi all’insetto, in quanto, nell’ accezione di moneta, perucchie non è che la corruzione del termine purchie= danaro voce coniata sul termine nap. ed irpino porchia/sporchia ( dal verbo sporchià= germogliare)
nel significato di gemma, pollone, richiamante quel rigoglio della vita facilmente assimilabile alla rigogliosità che può dare il danaro; rammenterò ora che sia in napoletano che in italiano si sono coniate sulle voci perucchie / pidocchio delle forme aggettivali: perucchiuso/a e pidocchioso/a nel significato non solo di pieno di pidocchi, ma figuratamente di avaro, spilorcio, taccagno. e ciò perché nell’inteso comune chi è sporco ed infestato di insetti non è disponibile a ceder nulla di sé, sia pure la sporcizia. Perucchiuso/a e pidocchioso/a sono usati anche come s. m. : essere ‘nu perucchiuso/ un pidocchioso; comportarsi comme a ‘nu perucchiuso/ da pidocchioso. Mi piace chiarire infine che la voce napoletana pirchio con la quale si indica lo spilorcio, l’avaro, il taccagno è solo vagamente assonante con purchie, e con essa non à riferimenti di sorta, giacché – come già dissi alibi –penso che per l’etimo di pirchio, tenendo presente la parallela voce siciliana píllicu e lo spagnolo pelon donde peloneria= avarizia , si debba pensare ad un sia pure tenue collegamento al latino pilus= pelo per cui pirchio sarebbe uno spelato, povero che non potrebbe permettersi il lusso di spender le sue magre sostanze, nulla a che spartire con la rigogliosità richiamata dalla voce purchie.
Raffaele Bracale
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