domenica 3 aprile 2011

IL VERBO DOVERE NAPOLETANO

IL VERBO DOVERE NAPOLETANO
Raccogo l’invito d’un’amica della quale le sotite questioni di riservatezza mi impongono l’indicazione delle sole iniziali I.P., che mi à chiesto di chiarire come vada reso in napoletano il verbo dovere. Provvedo súbito e spero di essere sufficientemente preciso per modo di chiarire una volta per tutte all’amica e a chiunque fosse interessato la faccenda di cui alla richiesta. Per essere immediatamente comprensibile mi servirò d’ un esempio chiarendo come va resa in napoletano l’espressione dobbiamo vincere che si scrive âmm’ ‘a vencere/îmmo ‘a vencere dove âmmo→âmm’’/îmmo sono le crasi di avimmo e tutta l’espressione traduce in napoletano abbiamo da vincere e per l’appunto “l’abbiamo da” è il modo napoletano di rendere il verbo “dovere”; per cui normalmente l’infinito dovere in napoletano si rende con la locuzione avé ‘a = avere da. Ugualmente se si vuole dire si deve vincere occorrerà scrivere s’à dda vencere = si à da vincere= si deve vincere e non è consentito usare uno scorrettissimo s’adda vencere come purtroppo spesso m’è occorso di trovare usato negli scritti di sedicenti esperti del napoletano, (alcuni dei quali allignano tra noti ed acclamati pennaruli della carta stampata e/o dell’etere)in quanto ADDA non è che il nome d’un fiume e non certamente una voce verbale!
Ò détto che normalmente l’infinito dovere in napoletano si rende con la locuzione avé ‘a = avere da., ma rammento che talora si possono usare altre due locuzioni meno frequenti e d’uso piú letterario che del parlato. Esse sono: 1) spettà/aspettà/tuccà/attuccà ‘e = spettare/toccare di (ad es.: me spetta/m’aspetta ‘e cucenà i’= mi spetta/mi tocca/devo cucinare io): 2) avé/tené ll’obbreco = aver/tenere l’obbligo di (ad es.:aggio/tenco ll’obbreco ‘e cucenà i’= ò l’obbligo/devo cucinare io). Delle ultime locuzioni illustro due voci: 1) i verbi spettà/aspettà = spettare, competere, appartenere per diritto o per dovere; essere di pertinenza; voce dal lat spectare/a (rafforzativo) + spectare 'guardare, essere rivolto a', frequentativo di specere 'esaminare'; 2) il s.vo m.le obbreco = obbligo, dovere comportamento cui si è tenuti per un vincolo imposto da una legge, da un'autorità o da ragioni morali; voce deverbale del lat. obligare, comp. di ob 'contro' e ligare 'legare' con rotacizzazione osco-mediterraneo della consonante laterale alveolare (l)→(r)
e spstituzione espressiva della l'occlusiva velare sonora(g)con la corrispondente l'occlusiva velare sorda (c).

E qui penso di poter far punto avendo – a mio avviso – esaurito l’argomento, nella speranza d’avere accontentato, o - quanto meno - interessato oltreché l’amica I.P., qualcuno dei miei consueti ventiquattro lettori e chi altro dovesse leggermi. Satis est.
Raffaele Bracale

1 commento:

  1. Buongiorno! sono una lettrice svizzera del suo interessantissimo blog. Chissà se mi può aiutare? Ricordo un'espressione che ho sentito in Campania (mio marito buonanima era salernitano) per dire uomo di poco conto che però si vanta di essere chi sa chi: qualcosa come... "Mastro... seguito da un nome proprio maschile".
    Sono anni che cerco di ricordarlo questo nome, ma niente! La ringrazio dell'attenzione e se mi vorrà gentilmente rispondere!

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