RABBIA E DINTORNI.
Anche questa volta faccio sèguito ad una richiesta fattami dall’amico N.C. (al solito, motivi di riservatezza mi impongono di riportar solo le iniziali di nome e cognome di chi mi scrive per sollecitar ricerche) occupandomi della voce italiana in epigrafe, di eventuali sinonimi suoi, per dire poi delle corrispondenti voci del napoletano che ad un dipresso li rendono.
Cominciamo perciò con
rabbia s.vo f.le
1 (in primis) grave malattia infettiva di origine virale, che colpisce vari animali (cani, gatti, lupi, volpi ecc.) e dal morso di questi può essere trasmessa all'uomo; si manifesta con spasmi laringo-faringei a contatto con l'acqua (idrofobia), stato di agitazione, paralisi dei muscoli della respirazione e della deglutizione
2 (per traslato, come nel caso che ci occupa) violenta irritazione, provocata da gravi contrarietà e spesso esacerbata da un senso d'impotenza; ira, collera: essere divorato dalla rabbia; parole piene di rabbia; essere in preda alla rabbia; rispondere, reagire con rabbia | prov. : chi tutto vuole, di rabbia muore.
3 dispetto, disappunto, stizza: sono atteggiamenti che fanno rabbia; mi fa una rabbia!
etimologicamente voce dal lat. tardo rabia(m), per il class. rabie(m).
Limitati i sinonimi; quelle del punto 1 sono:
idrofobia s.vo f.le
1. (di per sé) il sintomo della rabbia, consistente nella ripugnanza per l'acqua ed i liquidi in genere;
2. (per estensione come nel caso che ci occupa), la rabbia stessa;
3. In chimica, proprietà di sostanze o sistemi che presentano una spiccata repellenza per l’acqua, sinon. di idrorepellenza;
etimologicamente voce dal lat. hydrophobĭa, gr. ὑδροϕοβία, comp. di ὑδρο- «idro-» e -ϕοβία «-fobia»= paura dell’acqua;
lissa s.vo f.le
1. In medicina, termine raro per rabbia (cfr. antea sub 1 di rabbia);
2. In patologia veterinaria, formazione bollosa semitrasparente, che poi si trasforma in una grossa pustola, situata sulla faccia inferiore della lingua del cane, dovuta a erosioni accidentali o a formazioni cistiche ghiandolari.
Non è usato nel significato traslato di cui sub 2 di rabbia; etimologicamente voce dal greco λύσσα, con tutti e due i significati;
gli altri sinonimi della voce italiana rabbia son tutti riconducibili ai punti 2 e 3 e sono:
collera s.vo f.le 1 sentimento di sdegno, spesso improvviso, che si manifesta con parole o atti violenti; ira, furore: andare, montare in collera; essere in collera con qualcuno
2 (figurato) manifestazione violenta di elementi naturali: la collera del vento, del mare; etimologicamente voce dal lat. cholera(m);
furore s.vo m.le
1 agitazione violenta provocata per lo più dall'ira, dalla rabbia: essere in preda al furore; furore cieco | a furor di popolo, per unanime, entusiastica volontà del popolo
2 violenza, impeto: il furore della mischia, dell'uragano; furore giovanile, ardore giovanile
3 stato di eccitazione delle facoltà spirituali: furore profetico, mistico, bacchico | esaltazione dell'artista nel momento dell'ispirazione; estro: furore creativo, poetico
4 desiderio intenso e smodato; brama: cfr. “Ma ove dorme il furor d'inclite gesta” (FOSCOLO Sepolcri 137)
5 nella loc. far furore, riscuotere enorme successo: un libro, un film che à fatto furore;
voce dal lat. furore(m), deriv. di furere 'infuriare';
indignazione s.vo f.le stato dell'animo indignato, di chi è preso da sdegno, da vivo risentimento;
voce dal lat. indignatione(m), deriv. di indignari 'sdegnarsi'
sdegno s.vo m.le
1(in primis) vivo risentimento e irritazione verso qualcosa che offende il senso morale: sentire, provare, nutrire sdegno; un atto, un gesto di sdegno; muovere a sdegno, sdegnare
2 (per ampliamento semantico) disprezzo,disistima, disdegno, biasimo, dispregio | avere a sdegno, disprezzare: avere a sdegno gli onori.
voce deverbale del lat. volg. *disdignare,inteso (di)sdignare dal lat. class. dedignari, comp. di dí 'de-' e dignari 'stimare degno.
E fino a qui le voci dell’italiano; passiamo al napoletano dove abbiamo in primis un generico
arraggia s.vo f.le che ripete, quale deverbale di arraggiarse (che è da un lat. ad + rabia-m→arrabja-m con esito bj→ggja→ggia come habeo→habjo→aggio) che ripete ad un dipresso il s.vo rabbia dell’italiano nelle accezioni sub 2 e 3; accanto a queso lemma troviamo numerosi sinonimi ognuno di ben preciso, acconcio e circoscritto significato; abbiamo:
arraggimma s.vo f.le che è precisamente ed acconciamente la rabbia quale grave malattia infettiva di origine virale, che colpisce vari animali (cani, gatti, lupi, volpi ecc.) e dal morso di questi può essere trasmessa all'uomo; etimologicamente la voce è ricavata dalla precedente addizionata del suffisso imma; tale suffisso per sostantivi (immo/a) è di valore collettivizzante, ma spesso di chiaro sapore dispregiativo, ed è suffisso coniato su di un latino: ime(n) con successivo raddopiamento espressivo e rafforzativo della emme fino a giungere ad immo/imma.
cardacía s.vo f.le – voce desueta
1(in primis) astio, rancore ed irritazione verso qualcuno o (meno spesso) verso qualcosa che abbia procurato tristezza, afflizione, dispiacere, dolore, mestizia nel soggetto che nutra il sentimento in esame; 2 (per ampliamento semantico) ansia, affanno, noia, ambascia;
voce etimologicamente da un greco kardialgía→ kard(i)a(l)gía→ kardagía→cardacía;
currívo s.vo m.le voce antica, ma viva e vegeta che à fatto scorrere torrenti di inchiostro a gli addetti ai lavori accapigliatisi dapprima per stabilire l’esatto significato del termine ed ancóra di piú nel tentativo vano di raggiungere un accordo sull’etimo della voce.Ne do prima l’esatto significato precisando súbito che la voce in esame (che è un s.vo) nulla à a che spartire – se non un’assonanza con l’agg.vo italiano corrivo che (quale deverbale di correre) vale 1che è portato ad agire, a parlare, a giudicare senza riflettere, con troppa faciloneria
2 eccessivamente condiscendente, tollerante
3 che corre o scorre; corrente.
Tutt’altro il significato del s.vo currivo che è 1 dispetto, il corruccio, il puntiglio
2 quel sentimento di fastidio di chi prova rodimento d’animo,rabbia dovuta a travaglio, tormento, inquietudine, logorio mentale e/o di spirito;
3 irritazione, risentimento, disappunto per non aver ottenuto quanto giustamente e ragionevolmente ci si attendeva come proprio diritto;
sull’etimologia di questa voce c’è grande disparità di vedute: l’amico prof. Carlo Iandolo, pensando al rodimento – di cui antea sub 2 ipotizza un lat. conrosivu-m→cunr(us)ivu-m→currivo con normale assimilazione regressiva nr→rr; il prof. F.scoD’Ascoli ed i suoi collaboratori si inventarono, senza chiarirne la semantica,un fantasioso lat. reg. *cum-rivus dove rivus valeva reus;
l’amico avv.to Renato de Falco non opera scelte pur se indica qualche possibile soluzione optando tra i lat. corrivalis= emulo, concorrente oppure cum+rabies. Mi spiace per gli amici Iandolo e de Falco, ma non trovo convincente neppure le loro proposte, come non mi va di assecondare le fantasie del prof. F.scoD’Ascoli e dei suoi collaboratori. Trovo invece che ci si possa lasciar convincere dall’idea di chi (S. Giarrizzo ed altri) legge in currivo un lat. corrivium = confluire delle acque nello stesso luogo; sulla medesima linea dello sviluppo semantico di rivales = abitanti delle rive e spesso rivali come fruitori delle medesime acque, la parola corrivium→currivo à finito per indicare liti e dispetti che intercorrono tra quei rivales. In mancanza di meglio, mi contento.
mbizza/mpizza s.vo f.le di doppia morfologia attestata una volta con l’occlusiva bilabiale sonora (B) ed alibi con l’occlusiva bilabiale sorda (P) nei significati di
1breve, fugace stizza, irritazione, arrabbiatura, disappunto, nervosismo passeggeri
2 capriccio puntiglioso.
Etimologicamente molti lessici registrano la voce come d’etimo incerto, il D.E.I. ipotizza (ma a mio avviso poco convincentemente)una derivazione dal lat. vitiosus per il tramite dell’aggettivo bizz(i)oso; semanticamente non trovo molta corrispondenza tra il vizio(che in latino vale errore, mancanza) ed il capriccio o l’ira che son propri della voce in esame; migliore m’appare la proposta di Ottorino Pianigiani che legge bizza (voce di partenza della napoletana mbizza/mpizza come forma varia ed intensiva di izza battezzando ambedue come provenienti dall’antico sassone hittja→hizza = ardore): trovo l’ardore semanticamente molto piú vicino del vizio alla collera, ira o anche solo ad una breve stizza! Da notare nella voce mbizza/mpizza la nasale bilabiale (M) messa in posizione protetica quale supporto eufonico e come tale non necessita di alcun segno diacritico in quanto non è un residuo di in→(i)n→’n (che anteposto alle consonanti occlusivi bilabiali diventa ‘m), ma, come ò détto è una consonante eufonica cioè una protesi o prostesi eufonica per la quale non occorre alcun segno diacritico, per cui sbaglia qualche impreparato addetto ai lavori che usa scrivere le voce a margine ‘mbizza/’mpizza e non mbizza/mpizza come è corretto scrivere!
scigna s.vo f.le voce antica, ma ancóra in uso di vario significato: 1 (in primis) scimmia,
2 (fig.) persona brutta, dispettosa e maligna
3 (per traslato, come nel caso che ci occupa) arrabbiatura, irritazione,ma anche caparbietà,cocciutaggine, pervicacia;
4 (region.) ubriacatura, sbornia;
semanticamente il significato sub 3 si ricollega a quello sub 1 per il tramite di quello sub 4 atteso che chi si arrabbia, si adonta, si incollera ma anche si intestardirsce comportandosi caparbiamente ed irrazionalmente lo fa forse come chi è in preda all' ubbriacatura e si dimena a mo’ di scimmia; etimologicamente la voce in esame è dal latino simia
deriv. di simus 'che à il naso camuso, schiacciato', dal gr. simós; simia nel linguaggio popolare, oltre ad indicare l’animale indicava sia l'ubbriachezza che la collera.
stizza s.vo f.le ira improvvisa, ma passeggera, provocata per lo piú da impazienza o contrarietà; rabbia fugace; etimologicamente voce derivata al f.le di stizzo, forma ant. di tizzo (dal nom. lat. titio = tizzone, facile a prender fuoco).
zíria/zzírria s.vo f.le di doppia morfologia attestata una volta con l'affricata alveolare sorda (Z) e con la liquida vibrante (R)scempie ed alibi con ambedue geminate.la voce di partenza è esattamente la prima che di suo è una semplificazione di una pregressa ‘nzíria. Questi i significati della voce a margine: 1(in primis)capriccio, bizza, testarda impuntatura;
2 anche reiterato insistere in richieste sciocche e pretestuose, il tutto quasi esclusivamente da parte di bambini/e e talora di donne fatte, ma mai veramente cresciute;
3 estensivamente prolungato, lamentoso pianto, apparentemente non supportato da cause facilmente riscontrabili o riconoscibili; tale lamentoso piagnucolare è, ovviamente, costume dei bambini e segnatamente degli infanti, ai quali – impossibilitati a rispondere – sarebbe vano o sciocco chieder ragione del loro pianto; spesso di tali piccoli bambini che, all’approssimarsi dell’ora del riposo notturno, comincino a piagnucolare lamentosamente se ne suole commentare l’atteggiamento con l’espressione:Lassa ‘o stà… è ‘‘nzíria ‘e suonno… (lascialo stare,non curartene, non preoccuparti: è bizza dovuta al sonno… per cui bisogna aver pazienza!).
Ripeto che successivamente la forma ‘‘nzíria fu semplificata anche, con medesimo significato in zíria, zírria .
Per quanto riguarda l’etimologia del vocabolo ‘nzíria (da cui gli aggettivi ‘nzeriuso/’nzeriosa che connotano i bambini/e che si abbandonano ai capricci ed alle bizze) scartata l’ipotesi che provenga da un in + ira: troppo distanti sono infatti l’idea di ira da quelle di bizza, capriccio, non mi sento neppure di aderire a ciò che fu proposto dall’amico avv.to Renato de Falco nel suo, peraltro informato Alfabeto napolitano vol. 1° e cioè che la parola ‘nzíria potesse discender dal greco sun-eris = con dissidio, stante quasi il contrasto che si viene a creare tra il bambino in preda alla ‘‘nzíria e l’adulto che dovrebbe dar corso alle richieste, in quanto reputo l’eventuale contrasto solo un effetto della ‘‘nzíria , non il suo sostrato; penso che sia molto piú probabile una discendenza dal latino insidia(s); a sua volta da un in + sideo = sto sopra, mi fermo su, che ben mi pare possa rappresentare semanticamente l’impuntatura fanciullesca che è tipica della ‘‘nzíria/zíria/zírria.
Prima di mettere il punto fermo a queste paginette rammento che esistettero un tempo ed ora sono abbondantemente desuete altre voci che significarono rabbia dispettosa, puntiglio, e poi grandissimo odio
esse sono encía, encíaría ed ingiaría nonché una corrotta angiaría ma di esse trattai alibi e lí rimando.
Non mi pare ci sia altro da aggiungere per cui mi fermo qui, sperando d’avere accontentato l’amico N.C. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e chi forte dovesse imbattersi in queste paginette. Satis est.
Raffaele Bracale
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