1.FÀ CARNE 'E PUORCO... Ad litteram: far carne di porco; id est:trarre il massimo del profitto, lucrare oltre il lecito o consentito, come chi si servisse della carne di maiale del quale, è noto, non si butta via nulla... |
2.FÀ 'O PARO E 'O SPARO.... Ad litteram: fare a pari e dispari; id est:tentennare, non prendere decisioni, essere eternamente indecisi ed affidar tutto, per non assumer responsabilità, all'alea della sorte. |
3.LASSÀTE 'E PENZIERE MIÉJE E PIGLIATEVE 'E VUOSTE! Ad litteram: Lasciate stare i problemi miei e prendetevi i vostri! Id est: Impicciatevi dei fatti vostri ed evitate di darmi consigli (non richiesti)! |
4. È FFERNUTA 'A ZEZZENELLA! Ad litteram: È finita (id est:si è svuotata) la piccola mammella. Sorta di ammonimento che vuol significare: è terminata la pacchia,si appressano tempi difficili, oppure - con diversa valenza –“(Ragazzo!,) la mammella è ormai vuota, (è tempo di crescere!)” Zezzenella s.f. = piccola mammella il sostantivo a margine è quale diminutivo (con doppio suffisso (ina + ella→nella)) , una forma collaterelale di zezzella e cioè di piccola zizza=mammella dal lat.: titta(m); rammento che in napoletano esiste anche la voce zezzeniello che è un s. m.le ed è una sorta di maschilizzazione della voce a margine, ma indica cosa assolutamente diversa e cioè la parte alta del collo, quella che, nei maschi, insiste sul pomo di adamo e che proprio per la sua forma blandamente pizzuta può richiamare alla mente la forma di una piccola tetta, una zezzella appunto di cui maschilizzato riprende il nome. |
5. FÀ ASCÍ ‘E SSÒVERE ‘A CULO. Letteralmente: fare uscire le sorbe dal culo; iperbolica furbesca espressione che sta per: percuotere qualcuno, torchiarlo fino allo spasimo, quasi strizzandolo fino a che non dica o confessi ciò che sa o abbia fatto, costringendolo iperbolicamente ad emettere le emorroidi (eufemisticamente dette sovere (s.vo f.le che indica in realtà i frutti del sorbo, deverbale dal lat.: sorbere→sobere in quanto frutti succosi e maturi, quasi da suggere). |
6. FÀ TREMMÀ ‘O STRUNZO ‘NCULO. Ad litteram: far tremare lo stronzo nel culo; id est: incutere in qualcuno, attraverso gravi minacce, tanto timore o spavento da procurargli, iperbolicamente, un convulso tremore degli intestini e del loro contenuto prossimo ad essere espulso. Tremmà = tremare, essere scosso da una serie di rapide contrazioni muscolari causate dal freddo, dalla paura, da una malattia e sim.; la voce è dal lat. tremere con cambio di coniugazione e raddoppiamento espressivo della labiale: tremere→tremare→tremmare. Strunzo = s.vo m.le = escremento solido di forma cilindrica; voce derivata dal tedesco strunz. ‘nculo =(i)n+culo id est: nel culo; quest’ultima voce è dal lat. culu(m) probabilmente marcata sul greco kòlon= intestino. Brak |
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