giovedì 30 novembre 2017

VARIE 17/1212



1.LL’OMMO, P’ESSERE NU BBUÒNU PARTITO, À DDA TENÉ: ARGIÉNTO DINT’Ê CCHIOCCHE,DIAMANTE „DINT’ A LL’UÒCCHIE, ORO DINT’Ê SSACCHE E ‘O FIERRO DINT’Ô CAZÓNE!
Letteralmente ’uomo, per essere considerato un buon partito, deve avere le tempie imbiancate, (indice di maturità),gli occhi  luccicanti (indice di vivida intelligenza), oro nelle tasche (cioè ricchezza) ed un (attrezzo di) ferro nel calzone (cioè essere sessualmente dotato).
onna: s.vo f.le, onda. Voce dall‟accusativo latino unda(m), con assimilazione progressiva nd→nn, come in fronna e funnaco.
varche: s.vo f.le pl. di varca = barca.Voce dall’accusativo tardo latino *barca-m, con normale trasformazione di b→v, come basiāre e bíbere in vasà e vévere.
carca: voce verbale per carreca (3° p.sg. ind. pr. dell’inf. carrecà/carcà, nel senso di caricare, far sentire il proprio peso, montar su. Si tratta di un denominale di carrus: latinismo medievale,.
femmene s.vo f.le pl. di femmena 1 nome generico di ogni individuo umano o animale portatore di gameti femminili atti a essere fecondati da quelli maschili, e quindi caratterizzato dalla capacità di partorire figli o deporre uova;
2 come nel caso che ci occupa essere umano di sesso femminile; donna, bambina | usato anche con sfumatura spreg.: Lassa ‘a stà è ‘na femmena(non darle peso è una donna! | mala femmina, prostituta.
3 parte di un congegno destinata a riceverne un'altra nel suo interno:
|| In funzione di agg.vo
1 ricca, dotata di femminilità; desiderabile, attraente; | detto di animale, che è di sesso femminile;
2 che rappresenta la parte ricevente di un incastro;
voce dal lat. femina(m), voce connessa con fecundus 'fecondo' con raddoppiasmento espressivo della consonante nasale bilabiale (m).
crape s.vo f.le pl. di crapa = capra.Lettura metatetica dell’accusativo latino capra-m,
ciucce s.vo m.le o f.le (qui f.le) pl.del sg. ciuccio o ciuccia;
per l’etimo rinvio ad un mio lungo articolo alibi.
bbaccalà s.vo neutro = baccalà, merluzzo essiccato e conservato sotto sale: etimologicamente dallo sp. bacalao, e questo dal fiammingo kabeljauw.

sciorta: s.vo f.le = sorte, destino, ma qui buona sorte, fortuna. Voce dall’acc. lat. sorte-m, con normale evoluzione della sibilante (s) seguita da vocale nel gruppo palatale sci..
chiocche =meningi, tempie s.vo f.le pl. di chiocca = meninge, tempia e per ampiamento semantico anche testa.
Voce dal tardo lat. clocca(m)incrociato con cochlea(m).

Mazzià: voce verbale infinito = percuotere.Denominale di mazza( dal lat. mattea(m)). Derivati: mazziata. Fraseologia: curn úte e mazziàte, mazze e panèlle.., pane senza mazze fanne „e figlie pazze.
ommo: s.vo m.le =uomo. voce dal nominativo latino homo, con raddoppiamento espressivo frequente della bilabiale nasale(m), come in cammísa, ammore etc.
cazone, o cauzone: s,vo m.le . che nel significato di braghe aderenti è un accrescitivo di cauza= calza (dal lat. mediev. calcea(m), dal class. calceus 'scarpa, stivaletto'); normale in napoletano il passaggio di al ad au semplificato in a(u)(cfr. auto/aveto per al-to oppure autro/ato per al-tro);
uocchie: occhi s,vo m.le pl. del sg uocchio; voce dall’acc.latino oculu-m→oclu(m)→uocchio, con tipica evoluzione del gruppo cl→chj→cchi, come recchia ( che è dal lat. auricula(m)→(au)ricla(m)→recchia,), denucchio(che è dal at. volg. genuculu(m)→genuclu(m)→ denuclu(m)→ denucchio), etc. . Metaforicamente il s.vo plurale è inteso pure come attività malefica: fattura, maledizione, invidia cattiva.
fierro: = ferro; il s.vo a margine in napoletano può essere di due generi: neutro o maschile se è neutro indica l’elemento chimico (di simbolo Fe) cioè un metallo grigio-argenteo, tenero, duttile, magnetico, raro in natura allo stato libero, ma presente in un gran numero di minerali, da cui si estrae fin dalla pi ú remota antichità; ed indica altresí l'acciaio dolce (lega di ferro a basso tenore di carbonio) e spesso anche gli acciai non legati; allorché sia neutro la scrizione preceduta dall’articolo neutro ‘o (lo) comporta la geminazione della consonante d’avvio per cui si dovrà scrivere ‘o ffierro; allorché invece il s.vo in esame sia inteso maschile serve ad indicare 1 in primis qualsiasi oggetto, attrezzo, utensile, arma di ferro o piú gener. metallico: ferro da stiro, ferro per arricciare i capelli etc. 2 per traslato giocoso come nel caso che ci occupa qualsiasi altra cosa accreditata anche iperbolicamente d’essere dura e resistente come il ferro; in questi casi la scrizione preceduta dall’articolo maschile ‘o (lo) non comporta la geminazione della consonante d’avvio per cui si dovrà scrivere ‘o fierro.
2.LL'ACCÍOMO Ê BBANCHE NUOVE.
Letteralmente: l' Ecce homo ai Banchi nuovi. Cosí oggi i napoletani sogliono indicare quei giovani, che - per essere alla moda - non si radono, mantenendo ispidi ed incolti quei pochi peli che dovrebbero costituire l'onor del mento, e per apparire in linea con i dettami della moda si mostrano smagriti e pallidi. La locuzione rammenta una scultura lignea sita in un'edicola posta ai Banchi Nuovi - quartiere napoletano sviluppatosi a ridosso della Posta Vecchia e Santa Chiara - scultura rappresentante il CRISTO reduce dai tribunali di Anna e Caifa, ed appare il Cristo, dopo le percosse e gli sputi subiti dai saldati romani, sofferente, smagrito, con la barba ispida, lo sguardo allucinato, proprio come i giovani cui la locuzione si attaglia.
3.LL'AMICO È COMME Ô 'MBRELLO: QUANNE CHIOVE NUN 'O TRUOVE MAJE.
Ad litteram: l'amico è come l'ombrello; quando piove non lo trovi mai; id est: l'amico - che nei momenti di bisogno dovrebbe essere il primo a soccorrerti-, accade che, proprio allora sparisceae non si faccia trovare...
4.LASSA CA VA A FFUNNO 'O BBASTIMENTO, ABBASTA CA MÒRENO 'E ZZOCCOLE.
Letteralmente: lascia che affondi la nave, purchè muoiano i ratti. Con questa locuzione si suole commentare l'azione spericolata di chi è disposto anche al peggio pur di raggiungere un suo precipuo scopo; proverbio nato nell'ambito marinaresco tenendo presente le lotte che combattevano i marinai con i ratti che infestavano le navi.
5.LASSÀTE 'E PENZIERE MIÉJE E PPIGLIÀTEVE 'E VUOSTE!
Ad litteram: Lasciate stare i miei problemi e prendetevi i vostri! Id est: Impicciatevi dei fatti vostri ed evitate di darmi consigli (non richiesti)!
BRAK

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