venerdì 15 dicembre 2017

VARIE 17/1284



1.PIGLIARSE 'NA PELLA
 Id est:  predersi una pelle, stonarsi di sesso. Nella fattispecie infatti non si fa riferimento ad una sbornia conseguente ad una lauta assunzione di vino o alcolici, ma allo stato di alterazione e confusione per abuso di pratiche sessuali; rammento infatti che con il termine pella[s.vo f.le dall’iberico pella, adattamento del lat. pelle-m = pelle, sbornia amorosa],  nell’idioma napoletano non ci si riferisce escsivamente allo strato di rivestimento esterno del corpo dell'uomo, o alla buccia ,alla cute o alla scorza, al derma,all’epidermide.ma anche per metinomia ad una donna di facili costumi, come rammentato nell’icastica espressione: essere ‘na bbona pella p’’o lietto seu: essere una buona pelle (utile) a letto; espressione usata per riferirsi ad un’ottima meretrice. Si tratta di antichissima espressione risalente addirittura all’antichità latina allorché con il termine scortum ci si riferiva sia alla pelle anatomica propriamente détta che alla meretrice semanticamente raccostati perché la meretrice fa ampia esposizione della propria pelle.
2.PIGLIARSE 'NA PERUCCA
 Ad litteram vale: prendersi una parrucca, indossarla seu: prendersi una sbornia con conseguente probabile sbandamento tale da comportare una caduta con interessamento di ferita alla testa e necessità di dover ricorrere ad indossare una parrucca per nasconderla; In ogni caso, in napoletano  il sostantivo perucca [s.vo f.le dall’iberico peluca = parrucca] indica sia la parrucca propriamente détta, insistente sulla testa  che una sbornia che dà alla testa!
3.PIGLIARSE 'NA SCIGNA
 Ad litteram: prendersi una scimmia; id est: arrabbiarsi, adontarsi,ubbriacarsi, incollerirsi, ma anche intestardirsi comportandosi caparbiamente ed irrazionalmente tal quale chi è preda dell'ubbriacatura in napoletano resa con la parola scigna non dissimilmente dal latino simia che nel linguaggio popolare indicava sia l'ubbriachezza che la collera.
Rammento, qui di sèguito, che sempre nel significato di ubbriacarsi può usarsi l’ espressione riflessiva
4.PIGLIARSE 'NU RANCIO
[ s.vo m.le dal tardo lat. cancrus per il classico cancer=granchio, crostaceo edibile] che ad litteram vale: prendersi un granchio seu 1) in primis errare, sbagliare atteso che, nell’inteso comune, l’andatura obliquia del crostaceo è figurazione di di un modo erroneo di procedere e perciò, piú in generale, di errori e di sbagli; 2) per ampliamento semantico come nel caso che ci occupa prendersi una sbornia tale da ridursi ad assumere l’aria di chi che patisce di accessi di pazzia ricorrenti con le fasi lunari, atteso che secondo una credenza comune il fatto che il carapace dei crostacei sia pieno o vuoto è da collegarsi al crescere o al decrescere delle fasi lunari;
5.PIGLIARSE 'O SPAVO 'NCERATO
 L’espressione che letteralmente si traduce prendersi lo spago impeciato significa: prendersi un gran fastidio, impegnandosi in un'azione lunga noiosa e quindi fastidiosa.
 L'espressione è mutuata dal lavoro del calzolaio che quando deve unire, cucendola, una suola o un tomaio deve fare uso di uno spago che, perchè sia piú resistente, viene prima attentamente impeciato ('ncerato), operazione lunga, noiosa e fastidiosa.
 spavo s.vo neutro = spago, funicella sottile formata da due o piú capi ritorti: ’nu gliommero ‘e spavo (un gomitolo di spago); attaccà ‘nu pacco cu ‘o spavo(legare un pacco con lo spago) | il filo ritorto e poi impeciato usato dai calzolai: tirà ‘o spavo(tirare lo spago) = fare il calzolaio | dà spavo a quaccuno(dare spago a qualcuno), (fig. fam.) incoraggiarlo con il proprio atteggiamento a parlare liberamente o a prendersi confidenze. L’etimo della voce napoletana è dal lat. spacu(m) con tipico passaggio delle occlusive velari sorde c(a/o/u)- g(a/o/u) a v o viceversa; cfr. ad es. gallo/gallina→vallo/vallina, oppure volpe→golpe gunnella→vunnella conchula→vongola etc.
‘ncerato p. pass. agg.vato dell’infinito ‘ncerà= incerare, ma nella fattispecie impeciare; etimologicamente derivato dal Dal lat. tardo incerare, comp. di in-illativo e cerare, deriv. di círa 'cera'.
BRAK

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