VOCE ‘E POPOLO, VOCE ‘E DDIO.
Accontento, o m’auguro di farlo qui di seguito l’amico
B.Z. (al solito, motivi di riservatezza mi impongono di riportar solo le iniziali di nome e cognome
di chi mi scrive per sollecitar ricerche) che mi à chiesto di mettere a fuoco
portata, significato e valenza della datatissima espressioni in epigrafe, molto
usata un tempo e che ancóra si può cogliere sulle labbra dei napoletani
d’antan. La locuzione ssendo intelligibile cosí com’è non necessita di traduzione in italiano. E vengo in medias res
affermando
Ch’essa riporta una convinzione generalizzata che quasi statuisce un principio e cioé quello
che se una idea affiora nella mente di una maggioranza che la
proclami addirittura a voce e la
confermi con i fatti è fuor di dubbio che sia esatta, veritiera,
anzi rigorosa, regolare, vera ed ineccepibile atteso che essa è ritenuta,
nell’inteso comune, la medesima che si
può cogliere sulla bocca dell’Onnipotente che è infallibile. Va da sé che ò
battezzato il popolo, maggioranza perché esso è certamente piú numeroso di un
singolo o di pochi individui e come tale ne rappresenta la maggioranza.
E qui giunto mi
fermo convinto d’avere esaurito l’argomento,
d’aver adeguatamente risposto all’amico B.Z. e spero d’avere altresí interessato i miei consueti ventiquattro lettori.
Satis est. R.Bracale Brak
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