martedì 21 maggio 2019

7 ICASTICHE LOCUZIONI



7 ICASTICHE LOCUZIONI
1.   'O PATAPATO (o anche 'O PARAPATO oppure 'o PATABBATE) 'E LL'ACQUA oppure ‘O PATAPATO (o anche 'O PARAPATO oppure 'o PATABBATE)D''E MAZZATE etc.
Iperbolica locuzione, intraducibile ad litteram,  con la quale si vuol significare che  l'acqua o le percosse o quanto altro non richiamato espressamente  dall'epigrafe è sparso in gran quantità e viene usata ad es.  a commento di un improvviso copioso temporale o come pesante minaccia  rivolta da un adulto nei confronti di un ragazzo  al quale si  promette una estesa gragnuola di percosse.
Premesso che, contrariamente da quanto affermato  da taluno,   il termine patabbate  non richiama nessuna gerarchia ecclesiastica, essendo solo la corruzione del termine cardine parapato,ricorderò che quest'ultimo deriva dal greco parapatto  donde in primis il parapato poi patapato richiamato   che significa spargere, distribuire copiosamente in giro, proprio nel senso che si attaglia alla locuzione in epigrafe.
2.   'O PIZZO CCHIÚ SCURO È 'O FUCULARE
Ad litteram: il posto più buio è il focolare. Icastica espressione che si suole pronunciare per avvertire chi ci stia sollecitando d'un alcunché  che non si è pronti, nè disposti all'azione, mancandone i relativi presupposti; in senso letterale l'espressione è usata per significare che il pasto richiestoci non è pronto, nè sarà pronto in quanto addirittura il fuoco non è stato acceso ancóra (o per mancanza di vettovaglie o perché non si è disposti a lavorare preparando il desinare) di talché il focolare risulta essere il luogo piú buio della casa; per traslato l'espressione è usata  per  render noto che non si potrà addivenire al richiestoci, in quanto, volontariamente o involontariamente, ma chiaramente, impreparati all'occorrenza.
3.   'O  SAZZIO NUN CRERE Ô DIUNO
Ad litteram: il sazio non crede al digiuno  Amara constatazione  di chi si trovi in istato di necessità e venuto a contatto con colui a cui, invece, non manchi nulla, non sia considerato da quest'ultimo, come chi, sazio o in buona salute, difficilmente può veramente  comprendere i disagi  di uno che soffra la fame o sia ammalato.
In napoletano il s.vo ed  agg.vo sazzio/a = sazio/a (deverbale del lat. satiare[contrazione del part. pass. sazziato→sazzi(at)o→sazzio]), nel napoletano esige la geminazione dell’affricata alveolare sorda ‹z› in quanto nel napoletano l’esito del digramma latino ti è sempre zzi laddove nel fiorentino toscano l’esito prevede la zeta scempia[ti→zi] cfr. azzione/a ← actione-m mentre nel fiorentino toscano troviamo  azione← actione-m, oppure spazzio←spatiu-m mentre nel fiorentino toscano troviamo  spazio ←spatiu-m etc.
4.   'O  SENZO D''A BONANEMA.
Ad litteram: il gusto della buonanima. Simpatica espressione  con la quale  si tenta di canzonare chi, pervenuto per disattenzione od insipienza ad un risultato errato  e negativo voglia farlo ritenere giusto e  migliore di quel che sia,   dichiarandolo legato   ad ottimi insegnamenti; si narra che un giovane sposo si lagnava  dei manicaretti che la sua mogliettina gli preparava ed  adduceva  che non avevano mai il gusto di quelli che sua mamma soleva preparargli quando ancora era scapolo; le cose si misero a posto allorché la giovane mogliettina si adeguò al sistema della suocera  e facendo bruciacchiare le pietanze, come era solita fare la di lei suocera,conferí alle pietanze  il famoso gusto della buonanima, cosí gradito all’abituato  palato dello sposo.
5.   'O  SIGNORE CU LL'OGNA SPACCATA
Ad litteram: il signore dall'unghia bipartita. Cosí, a mo' di dileggio, viene indicato chi si atteggia ad individuo raffinato ed elegante  e magari vanti falsamente  nobili prosapie ed invece sotto le mendaci spoglie di un gran signore, sia solo un signore con l'unghia bipartita e cioè un maiale.
6.   'O SCARFALIETTO 'E GIESÚ CRISTO
Ad litteram: Lo scaldino di Gesú Cristo. Non si direbbe, ma la locuzione in epigrafe è una dura, sia pure sorridente offesa  che si rivolge agli uomini  ritenuti ignoranti  o anche becchi. Non v'è chi non sappia che Gesú Cristo fu riscaldato  nella greppia di Betlemme da un bue ed un asinello; di talché affibbiare ad uno il titolo di scaldino di Gesú Cristo significa dargli dell' asino e del bue  id est: ignorante e cornuto e perciò significa accusare sua moglie di infedeltà continuata.
7 - 'O  SPASSO D''O CARDILLO È 'O/’A PAPPAMOSCA
Ad litteram:il divertimento del cardellino è il ragno/la cinciallegra. Cosí si suole commentare il fastidioso, reiterato comportamento di chi  si diverte a tormentare, insolentendolo e molestandolo chi sia meno dotato soprattutto fisicamente, tenendo il medesimo comportamento che tiene il cardellino con il ragno o - secondo altri - con la cinciallegra, che - pare - sia continuatamente  e provocatoriamente angariata immotivatamente dal cardellino.Ricorderò che usata come voce maschile: ‘o pappamosca significa il ragno, mentre usata al femminile  ‘a pappamosca  è la cinciallegra.
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