lunedì 20 gennaio 2020

ADDÓ VA!


ADDÓ VA!
Questa volta, per parlare della concisa espressione napoletana in epigrafe  prendo  spunto da un quiproquò in cui,nel corso d’ un fugace brindisi familiare, incorse   un caro amico: P.G.,del quale per problemi di risevatezza posso solo indicare le iniziali di nome e cognome, amico  facente parte della Ass.ne Ex Alunni  del Liceo classico G.Garibaldi di Napoli, che è uno dei miei abituali ventiquattro lettori  e che spesso si sofferma a leggere le mie paginette sparse qua e là; dicevo che prendo  spunto da un quiproquò in cui l’amico incorse  allorché sollevando il bicchiere per rispondere ad un mio brindisi augurale che  rivolgevo a lui e ad altri amici presenti : “Â salute!” , rispose sí nel classico modo partenopeo: “Addó va!” , ma lo connotò di un tono vagamente ironico se non sarcastico, lasciandomi intendere che egli attribuiva all’espressione un significato del tutto diverso da quello che essa à.  Prendo perciò  spunto da quel  quiproquò  per precisare súbito che l’espressione  addó va! ( là dove va!) è un’espressione augurale che nulla à a che spartire con l’ironica, sarcastica espressione addó/aró vaje! (ma cosa stai dicendo?Quale sciocchezza vai affermando?!). Piú esattamente chiarisco che l’espressione “Addó va!” ( (là) dove va!)  pronunciata sollevando un bicchiere colmo di vino o di spumante, in risposta all’espressione  “Â salute!”(alla salute!) deve essere intesa non con la nuance vagamente ironica se non sarcastica che erroneamente le attribuí l’amico, ma in quella corretta di (Non solo alla salute mia a cui è indirizzato il brindisi, ma pure a quella di tutti coloro che come il sottoscritto stanno per  assumere con me questo vino o spumante; cioè  non solo alla salute mia, ma pure a quella di (là/coloro) dove va il vino o lo spumante che stiamo bevendo!).
Mi corre l’obbligo di ricordare che spesso nel medesimo quiproquò in cui incorse l’amico incorrono  molto altri napoletani all’oscuro della differenza che incorre tra l’espressione augurale  addó va!   e l’espressione ironica addó/aró vaje!
addó/aró =  cong. ed avverbio di luogo che usato genericamente vale dove oppure mentre, invece (con valore avversativo) usato nelle interrogative vale  dove, in quale luogo? usato nelle esclamative vale proprio là dove! ;  etimologicamente da un latino de (ubi) con successivo rafforzamento popolare del de  attraverso un ad;
la forma aró con rotacizzazione osco-mediterranea della l'occlusiva dentale sonora (d) e passaggio a scempia dell’originaria doppia ( derivante dall’ ad+de), è forma popolare del parlato, mentre la forma addó è d’uso letterario
vaje e va  voci verbali rispettivamente 2ª e  3ª persona sg. ind. pr. dell’infinito (dal lat. ire)  mentre  per le forme a margine dell’ind. presente  ci si serve del basso latino *vadere/vadicare (con sincope dell’intera sillaba de/di) e si ottiene : i’ vaco,tu vaje, isso va, mentre per 1° e 2°  pers. pl. si usa il tema di ji –re  esi ànno nuje jammo, vuje jate  per tornare a *va(di)c-are per la 3° ps. pl che è  lloro vanno.
E cosí penso proprio  d’avere esaurito l’argomento originato da un quiproquò,chiarito all’amico P.G. il suo malinteso  ed interessato qualche altro dei miei ventiquattro lettori e penso perciò  di poter dire Satis est.
Raffaele Bracale



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