BAGATTELLA,
CIANFRUSAGLIA, CHINCAGLIERIA,
MINUTAGLIA, CARABATTOLA, CIARPAME, PACCOTTIGLIA & dintorni
L’idea di vergare
queste paginette nacque all’indomani d’un mio incontro con l’amico P. G.
(i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le
iniziali di nome e cognome) al quale
contestai il fatto che nella lingua italiana le voci in epigrafe sono
spessissimo usate quali sinonimi, essendo ormai invalso l’uso (anche per
colpevole neghittosità (per evitar di parlare di ignoranza…) della classe
docente) di non far distinzioni e di non insegnare ai discenti che esistono
sottili differenze tra i significati dei
termini suddetti, differenze che invece esistono e sono sostanziali attesa la
graduazione e/o intensità della
sensazione che accompagna or l’uno or l’altro termine o il differente
campo d’applicazione in cui i termini andrebbero usati; uguale se non
maggiori la graduazione e/o intensità
del sentimento o sensazione che connotano le voci napoletane che ripetono
quelle dell’epigrafe. Cercherò con le pagine che seguono di convincere del mio
assunto l’amico P. G. e qualche altro
dei miei ventiquattro lettori. Cominciamo con le voci dell’italiano:
bagattella, s.vo f.le1 in
primis (ant.)
gioco di bussolotti | gioco simile al biliardo.2 poi per traslato cosa da nulla, inezia, bazzecola
3 (mus.) componimento musicale da camera di struttura semplice e di breve durata: le bagattelle di Beethoven
etimologicamente dal lat. mediev. bagadellus 'di Bagdad'dove pare fosse stato ideato il giuoco;
3 (mus.) componimento musicale da camera di struttura semplice e di breve durata: le bagattelle di Beethoven
etimologicamente dal lat. mediev. bagadellus 'di Bagdad'dove pare fosse stato ideato il giuoco;
bazzecola, s.vo f.le 1 cosa da nulla, di poco conto;
inezia: costa una bazzecola!.
2 poi per traslato, ma impreciso ciarpame, paccottiglia,etc.
etimologicamente da raccostarsi al persiano bazzem = cose futili e di nessun pregio;
cianfrusaglia, s.vo f.le coll. Cosa
minuta e senza valore; nel plur., e anche nel sing. collettivo, insieme
disparato di oggetti minuti e di nessun valore: un armadio, un cassetto, un negozio pieno di cianfrusaglie. etimologicamente
dall’agglutinazione di cian(cia)voce
onomatopeica e frusaglia per fruscolo
voce dal lat. tardo frustulu(m)
'pezzetto'
chincaglieria, s.vo f.le
1 spec.
pl. piccolo oggetto ornamentale; ninnolo grazioso, ma non prezioso;
voce usata impropriamente quale
sinonimo di cianfrusaglia
2 negozio in cui si vendono tali oggetti ornamentali.
2 negozio in cui si vendono tali oggetti ornamentali.
etimologicamente dal fr. quincaillerie;
carabattola, s.vo f.le
1 spec.
pl. oggetto, masserizia di poco pregio; scarabattola: le povere
carabattole avevano enfiato le valigie (GADDA)
2 (fig.,ma impropriamente) bagattella, bazzecola, cianfrusaglia.
2 (fig.,ma impropriamente) bagattella, bazzecola, cianfrusaglia.
etimologicamente dal lat. grabatu(m)
'lettuccio', termine contenuto nel racconto evangelico della guarigione del
paralitico (tolle grabatum tuum et ambula 'prendi il tuo lettuccio e
cammina', MARCO II, 9)
ciarpame, s.vo m.lecoll.vo
1insieme di roba inservibile o di poco pregio | 2 (fig.ma
impropriamente)
Cosa minuta e senza valore;
3 (fig. lett.) parole, sentimenti frusti, bolsi, di cattivo gusto: il
ciarpame floscio della viltà (D'ANNUNZIO).
etimologicamente,
per epitesi espressiva (me) dal fr. echarpe→(e)charpe+me→ciarpame;
minutaglia, s.vo f.le coll.
1 insieme di cose minute
2 cose di scarso valore (pretestuosamente anche fig.): un baule pieno di
minutaglie; sprecar tempo in minutaglie
3 assortimento di piccoli pesci per frittura.
3 assortimento di piccoli pesci per frittura.
etimologicamente dal dal Lat. tardo minutalia, neutro pl. sost. dell'agg. minutalis
'piccolo, meschino', deriv. di minutus 'minuto1';
paccottiglia s.vo f.le vedi ultra sub paccuttiglia.
Come mi pare d’aver chiarito v’è una graduazione tra i varî
termini esaminati e diverso il loro campo d’applicazione e perciò andrebbero usati scegliendo opportunamente
secondo l’intensità delle sensazioni provatesenza fare di ogni erba un fascio o
per dirla piú icasticamente senza mischiare lana con seta o carne con pesce...
Ma queste sono pedanterie o
sottigliezze che erano insegnate
dai docenti di mezzo secolo fa; quelli di oggi o non le sanno (per non averle
colpevolmente apprese) o se ne sono al corrente, se ne impipano ed evitano trasmetterle ai discenti,che d’altra parte
non ànno gran voglia o bisogno di apprendere atteso che usano per comunicare
non piú l’italiano, ma spesso lingue
straniere, linguaggi da iniziati, gerghi,
slang o argot e forse il mio dire
risulta essere un inutile parlare al
vento. Ma, vada come vada, completerò
l’argomentare!
Andiamo oltre e passiamo alle voci del napoletano che
ordinerò in ordine di graduazione:
cerenfruscolo s.vo m.le
quisquilia, cosuccia, cosa da nulla; voce
desueta, ma registrata da tutti i calepini d’antan nel significato primo di
bagattella, minuzia, sciocchezza e per estensione ed ampliamento
semantico, in quello di bizzarría,
stranezza bizzosa, stravaganza. Quanto all’etimo si sospetta un incrocio tra i
lat. caere(folium) e frustulum = bruscolo di cerfoglio; il
cerfoglio in nap. cerefuoglio e cicerefuoglio indica oltre che la pianta delle
ombrellifere anche gli sgorbi fatti a caso con penne e/o matite sui fogli di
carta ed ancóra i vezzi, le moine, le sdolcinature, tutte cose che
semanticamente posson ricondursi alle bizzarríe,alle stranezze bizzose nonché
alle minuzie e/o sciocchezze;
frascaría s.vo f.le in
primis frottola, menzogna, panzana, balla, palla; per
traslato (semanticamente spiegato con il fatto che ad una frottola, menzogna, panzana, balla, palla non si deve
prestar fede) bagattella, minuzia, sciocchezza,, nonnulla, quisquilia cui non dar alcun
peso; etimologicamente la voce è
da collegarsi al significato traslato di frasca
che quale fronda, foglia agitata dal
vento nel verbo derivato frascheggiare prende il significato sia di rumoreggiare, che di raccontar frottole, sciocchezze.A sua volta la
voce frasca è da un basso lat. frasca
‘gnòtula/’gnotularía/nchiotula,
s.vo f.le bagattella, minuzia,
nonnulla, quisquilia. cosa
di poco conto ed ancóra estensivamente sciocchezza, stupidaggine, azione non chiara ed inutile etc. voce di varia morfologia, ma
di’identico significato;tuttavia‘gnòtula/nchiotula, vale anche
2 mescolanza di
liquidi diversi, priva di amalgama, bevenda d’incerto sapore; voce dalla varia morfologia; etimologicamente
nella prima forma ‘gnòtula è dal lat. ignotus→(i)gnot(us)→’gnotula
con influenza del lat. inutilis addizionato del suffisso diminutivo neutro
plurale, poi inteso femminile ula;
nella seconda forma’gnotularía
all’iniziale ‘gnòtula è stato aggiunto il suffisso tonico aría suffisso tonico corrispondente al lat. –aríus/aría, che
forma aggettivi e sostantivi, derivati dal latino o formati direttamente in
italiano e/o napoletano , che stabiliscono una relazione;mentre nchiotula
è un derivato per corruzione ed adattamento metatetico di ‘gnotula.
bavattella s.vo f.le 1 cosa da nulla, di nessuna importanza;
sciocchezza, bazzecola; 2cosa di
poco conto, inezia ma fastidiosa seccante, noiosa, irritante; etimologicamente
è voce dal fr. bagatelle; normale nel
napoletano il metaplasmo g→v cfr. gallo→vallo, gallina→vallina, volpe→golpe,
gonnella→vunnella etc.
míngule s.vo m.le pl. di
míngulo 1 in primis fronzolo, sciocchezzuola da donne ; per traslato sciocchezza, bazzecola, moina da
innamorati etimologicamente voce dal lat. mica con suffisso diminutivo ulo/ule che continua il lat. olu(m) edepentesi eufonica della consonante nasale dentale (n);
‘ntingúle s.vo m.lepl. di
‘ntingúlo di per sé sugo, salsa,
condimento, ma per traslatosinonimo della voce precedente cui semanticamente si
accosta per il fatto che fronzoli, bazzecole,moine da donne e/o innamorati sono untuosi, grassi melliflui; etimologicamente è voce deverbale di intingere ( Dal lat. intingere, comp.
di in- e tingere 'tingere,
bagnare'), ma la morfologia del vocabolo è stata marcata per bisticcio ed
allitterazione sulla voce precedente in unione della quale è quasi affatto
usato (míngule e ‘ntingule = moine,
bazzecole); gnaste/’nchiaste = s.vi
m.li pl. di gnasto/’nchiasto = in primis empiastro;
poi anche sciocchezza nonnulla, ma
fastidiosa seccante, noiosa,
irritante, ed anche persona petulante; per il vero si tratta d’un
unico sostantivo rappresentato in doppia morfologia di cui la seconda ‘nchiasto
fu quella originaria e di
partenza, mentre l’altra gnasto ne fu e ne è solo un
adattamento del parlato con
1)metatesi accompagnato dal passaggio metaplasmatico dalla affricata palatale sorda (c) alla corrispondente sonora (g) (‘nc→’ng→gn),
2)sincope della consonante diacritica (h) resa inutile dalla
metatesi,
3)semplificazione del
dittongo (ia→a);
etimologicamente
la voce ‘nchiasto (poi gnasto) è una derivazione dal lat. emplastru(m) (marcato sul greco émplastrom)con il seguente
percorso morfologico:emplastrum→(e)mplast(r)u(m)→mplastu(m)→’nchiasto
(con consueto passaggio del gruppo pl a
chi + vocale (cfr. cfr. platea→chiazza – plus→cchiú – plangere/planctum→chiagnere/chianto –
plenam→chiena etc.) e valse in primis empiastro,fastidio
ed a seguire per traslato piccola
enfiagione,minuscola lividura ed ancóra sempre per traslato soprattutto
come diminutivo ‘nchiastillo/gnastillo
riferito ad oggetto valse cosa da nulla,
sciocchezzuola, mentre riferito a persona di genere maschile bassa di
statura valse omuncolo,omino, nanerottolo; declinato al femminile ‘nchiastella/gnastella
valse donna petulante e fastidiosa; infine sempre nella forma m.le ‘nchiastillo/gnastillo identificò
i nei posticci che le donne e/o i bellimbusti del ‘700 si dipingevano o
applicavano sul viso.
‘nchiastaría s.vo f.le sinonimo della voce precedente,
ma letteralmente l’essenza della sciocchezzuola dell’ inezia, l’essere fastidioso, noioso, petulante
etimologicamente dalla radice ‘nchiast(o)
dal lat. emplastru(m)
addizionata del suffisso tonico di
pertinenza dei nomi astratti aría;
‘mbròglie s.vo f.le solo
pl. 1 insieme di tutto ciò che crei confusione, disordine;
2 merci scadenti
e di alcun valore;
etimologicamente deverbale di imbrogliare che è con
assoluta probabilità da un imbogliare (con
successiva epentesi di una erre eufonica) che, a sua volta è
da un in illativo + bollire nel
senso di confondere (ciò che bolle si mescola talmente che si fonde con e cioè
confonde.
perecoglie s.vo f.le solo
pl. minuzie, minuterie,cianfrusaglie etimologicamente adattamento dello spagnolo perifollos = monili, fronzoli.
paccuttiglia s.vo f.le
1 un
tempo, piccola quantità di merce che ogni membro dell'equipaggio di una nave
era autorizzato a trasportare ed eventualmente a commerciare in proprio: diritto,
contratto di paccottiglia
2 (estens.) insieme di cose di poco valore e di cattivo gusto; merce scadente, fondo di magazzino.
2 (estens.) insieme di cose di poco valore e di cattivo gusto; merce scadente, fondo di magazzino.
etimologicamente dal fr. pacotille, che è dallo sp. pacotilla,
a sua volta dall'ol. pak; trattasi in ogni caso di voce d’origine
napoletana trasmigrata poi nell’italiano come paccottiglia nei medesimi significati.
vrennaría s.vo f.le sciocchezza, bagatella, cosa insignificante,
quasi residuale di fatti piú serî tal quale la crusca (vrenna) che residua dopo d’aver abburattato la farina. etimologicamente è voce costruita sul s.vo vrenna (crusca) con il suffisso tonico aría suffisso corrispondente al lat. –arius/aria, che forma aggettivi e
sostantivi, derivati dal latino o formati direttamente in italiano e/o
napoletano , che stabiliscono una relazione ; vrenna è da un lat. med. brinna, mentre la voce italiana crusca è dal germanico *kruska.
scartapella s.vo f.le in primis carabattola, masserizia di nussun conto,
vecchia, sciupata e mal messa tale da poter esser tranquillamente messa da
parte; per estensione piccolezza, bazzecola, bagattella,cosa inutile di cui liberarsi
etimologicamente
dallo spagnolo cartapel = carta,
scritto inutile
- zavanella s.vo f.le in primis nastrino, fiocco, legaccio logoro, frusto, sdrucito, vecchio tale da non poter esser piú utilizzato; per estensione inezia, piccolezza, bazzecola, bagattella,cosa di poco o nessun pregio, inutile di cui non curarsi. etimologicamente voce collaterale nel parlato di zagarella/zaganella dall’arabo zahar con tipico adattamento morfologico g→v.
E con questo penso proprio d’avere esaurito l’argomento e
d’avere convinto e forse
contentato l’amico P.G., ed interessato qualcuno dei miei ventiquattro
lettori per cui faccio punto fermo con il consueto satis est.
Raffaele Bracale
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