giovedì 30 gennaio 2020

CACHILÈ/CACHILEO


CACHILÈ/CACHILEO
L’amico G.J. D.N. (i consueti problemi di risevatezza, in assenza di dritte diverse,  mi impongono l’indicazione delle sole iniziali di nome e cognome),che è  uno dei miei piú assidui ed attenti fruitori delle cose che scrivo,  mi  à chiesto per l’appunto notizie delle voci in epigrafe scrivendomi testualmente: “Oggi ò sentito nominare per l'ennesima volta il fantomatico "cachileo". Si tratta di una parola di cui non ò mai capito il significato ed è usata da mia nonna in espressioni tipo "Sta facenno 'o cachileo" riferito per esempio a mia sorella che dopo aver detto di non poter stirare perché deve studiare per l'esame di stato si è sdraiata sul letto a guardare la tv. Al che ò detto a mia nonna "Sta studianno" e lei di rimando "Sta facenno 'o cachileo".
La mia ipotesi è che significhi "voluminosa e importante opera scientifica", se non altro per la somiglianza col nome di Galilei
.” Gli rispondo ben volentieri annotando in primis  che si tratta d’un’unica voce con due morfologie, voce per altro desueta e presente con ambedue le morfologie quasi esclusivamente sulla bocca dei napoletani d’antan della città bassa nell’ironico  significato di impegno lungo, gravoso, monotono e ripetitivo e ciò in ragione del fatto che chi attende all’impegno suddetto mostra di farlo malvolentieri e rabberciatamente atteso che manca di autentica volontà o(soprattutto nel senso primo di cachileo/cachilé che valse tartagliamento) a causa di un vero o presunto difetto fisico che impedisce il corretto parlare. In effetti la voce cachileo/cachilé non à nulla a che spartire(almeno nell’accezione usata dalla nonna dell’amico)  né con un’opera scientifica, né con il nome Galileo con il quale à solo una semplice assonanza.  Come dicevo cachilè/cachileo è un’unica voce con due morfologie  un po’ diverse delle quali la seconda con l’adozione di una o paragogica per evitare il troncamento; e si tratta – ripeto -  di  voce antichissima pur se del tutto desueta, assente peraltro in tutti i calepini del napoletano che ànno il torto di raccogliere le voci da elencare solo sui testi letterarî e non anche (come sarebbe giusto e corretto fare) nel vivo parlato. Precisato a questo punto che cachileo/cachilé è un’unica voce con due morfologie  un po’ diverse, dirò che esso  è un sostantivo m.le  deverbale di cachilejare= balbettare,tartagliare verbo a sua volta marcato sul s.vo cacaglio  derivato piú che  dallo spagnolo encallar = inceppare con la parola,  dal greco kaka-lailo= parlo male.
Rammento che un tempo per ampliare la portata del termine cachileo/cachilé si usava addizionarlo con cu ‘a museca e si usava dire: Sta facenno ‘o cachilè cu ‘a musica!= Sta balbettando  in musica!
chiarendo ad abundantiam semanticamente la portata dell’ironico  vocabolo riferito ad un’azione lunga noiosa, ripetitiva, monotona e gravosa qual è il balbettío che si assicura possa  essere lenito cantando (donde appunto ‘o cachilè cu ‘a musica).
Chiarisco però, per completezza e precisione che                 l’ espressione cachilé cu ‘a musica è usata anche, con altra accezione, per indicare   una chiassosa confusione, una rumorosa baraonda cui a nostro malgrado ci tocchi di assistere o addirittura di partecipare e tale accezione fa riferimento  attraverso, qui sí!, la  corruzione del nome Galileo,  ad un traghetto, nomato appunto Galileo  che da Napoli trasportava passeggeri alle isole del golfo; su questo traghetto si esibiva a  beneficio(?) dei trasportati una  rumorosa orchestrina  formata da approssimati orecchianti  adusi piú a far continua  confusione che a sonare.
E spero cosí che l’amico G, j. D.N.risulti soddisfatto di ciò che ò scritto ed ugualmente si ritenga pago qualche altro dei miei ventiquattro lettori. Satis est.
R. Bracale   

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