‘E CUNTE SE FANNO SOTT’Ô LAMPIONE!
Letteralmente: I conteggi si fanno alla fine sotto (il
chiarore) del lampione.
Id est: Il pagamento avviene solo alla fine della
prestazione e lo si effettua sotto la luce di un fanale (affinché chi deve
pagare possa rendersi ben conto di quanto stia sborsando, e chi deve
incassare possa rendersi ben conto di
ricevere quanto pattuito ed in moneta buona e non falsa). Per ampliamento
semantico l’espressione (in origine in uso nelle contrattazioni tra clienti e
meretrici, aduse a cercare il buio per soddisfare il cliente,ma a richiedere il
pagamento alla luce di un fanale) è usata ogni volta che un contraente intenda mettere sull’avviso il suo
contrattante di non essere intenzionato
ad addivenire a patti che non siano chiarissimi,
nè d’esser disposto a pagare in anticipo
una prestazione.
cunte s.vo m.le pl. di cunto conto, conteggio, calcolo, computo, voce dal lat. tardo computu(m)
sott’ô = sotto al al proposito rammento che nel napoletano, cosí
come nell’italiano, le locuzioni articolate formate con avverbi o preposizioni improprie (come nel caso in esame
sotto (dal lat. subtus, avv. deriv. di sub
'sotto')) ànno tutte una forma scissa, mantenendo separati gli
articoli dalle avv./preposizioni e mentre nell’italiano s’usa far seguire all’avv./
preposizione impropria il solo articolo, nel napoletano occorre aggiungere all’avv./
preposizione impropria non il solo
articolo, ma la preposizione articolata formata con la preposizione semplice a
( ad es. nell’italiano si à: sotto il
tavolo, ma nel napoletano si esige sotto
al tavolo e ciò per riprodurre correttamente il
pensiero di chi mentalmente articola in
napoletano e non in italiano). Tanto premesso annoto altresí che mentre
in italiano la gran parte delle preposizioni articolate formate dall’unione
degli articoli sg. e pl. con le preposizioni semplici, ànno una forma
agglutinata, nel napoletano ciò non avviene che per una o due preposizioni
semplici, tutte le altre si rendono con la forma scissa mantenendo cioè separati
gli articoli dalle preposizioni.Nella fattispecie con la preposizione a in italiano si ànno al = a+il, allo/a= a+lo/la
alle = a+ le, agli
= a+ gli (ma è bruttissimo e personalmente non l’uso mai preferendogli la
forma scissa a gli!) in napoletano si ànno le medesime preposizioni
articolate formate dall’unione degli articoli ‘o (lo/il), ‘a (la) ‘e (i/gli/le)
con la preposizione a,ma esistono nel napoletano due distinte morfologie delle
preposizioni articolate formate con la preposizione semplice a e
gli articoli determinativi; la prima morfologia è quella che fa ricorso alla
crasi /unione che produce una preposizione articolata di tipo agglutinata resa graficamente con particolari forme contratte: â = a+ ‘a (a+ la), ô
= a + ‘o (a+ il/lo), ê = a + ‘e (a + i/gli oppure a+ le)
da usarsi davanti a parole comincianti per consonanti, mentre davanti a parole
comincianti per vocali si fa ricorso ad una morfologia rigorosamente scissa e si usano a ll’
(= alla/allo/al/alle/a gli) ess.: â casa
= alla casa, ô puorto = al porto, ê scieme, ê sceme= a gli scemi/ alle sceme, ma a ll’ommo = all’ uomo, a
ll’anema = all’ anima a ll’uommene =
a gli uomini, a ll’ alimentare = alle
(scuole) elementari.
lampione s.vo m.le = lampione, fanale, lanterna, lume contenuto in un involucro di
vetro e sostenuto da una colonna o sospeso, per l'illuminazione di strade,
piazze, cortili; voce accrescitiva di lampa che è dal fr. lampe,
derivata dal lat. lampa(da).
Brak
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