ESSERE
‘NA MEZA CAUZETTA/CAZETTA
Questa volta è stato il
caro amico N. B. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad
indicare solo le iniziali di nome e cognome) a
chiedermi via e-mail di chiarirgli
significato, origine e portata
dell’espressione partenopea in
epigrafe.
Gli ò testualmente risposto che trattasi di un’ espressione risalente al tardo '800/primi ‘900 e riferita in primis
alle donne della medio borghesia che volevano scimmiottare l'eleganza delle
nobili,ma non potendosi permettere le
costose lunghe calze di seta si
contentavano di indossare mezze calze
[per solito bianche ] che arrivavano al ginocchio e facevano parte del
tradizionale costume popolare . Poi estensivamente l'espressione fu riferita,
per analogia, ad ogni tipo di piccolo
borghese, anche maschio.
A margine dell’espressione, ne tratto un’altra che quasi la richiama
ed è: TIRARSE 'A CAUZETTA
Ad litteram: tirar
su la calza Id est: estraniarsi da una vicenda, star sulle proprie,
disinteressandosi di ciò che avviene attorno; ma anche: lasciarsi molto pregare
o attendere prima di concedere alcunché; la locuzione richiama l'abitudine che
avevano le iberiche persone di
medio-alto rango che negli anni del 17°
secolo, erano usi indossare lunghe calze
di seta, e per distinguersi da quelli di piú basso ceto, che indossavano calze
corte o cadenti, usavano tirarle continuamente verso e sopra il ginocchio. Tali altolocati personaggi erano
quelli che, per abitudine evitavano di interessarsi a ciò che accedeva
intorno a loro sia per non lasciarsi
coinvolgere sia per non esser fatti
destinatari di richieste o aiuti ai
quali - comunque - avrebbero provveduto solo
dopo molte preghiere.
E qui penso di poter
far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico N.B. ed
interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú
genericamente chi dovesse imbattersi in
queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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