NUN FÀ ASCÍ ‘O GGRASSO FORA DÂ PIGNATA
Questa volta prendo spunto da una richiesta fattami da un
caro amico,P.G.(motivi di riservatezza mi impongono le sole iniziali delle
generalità), amico che fa parte di quei ventiquattro lettori abituali fruitori delle cose che scrivo e
pubblico qui e là; prendo spunto da una sua richiesta per illustrare l’espressione in epigrafe
chiarendone uso ed applicazione e corredandola dell’esame delle parole.Entro
súbito in medias res chiarendo che letteralmente
l’espressione si traduce con : Non fare uscire il grasso fuori della pignatta.
Passando al campo applicativo preciso che la locuzione à un doppio significato:
1) in primis essa vale una sorta di constatazione osservando
l’atteggiamento di qualcuno/a che sia molto misurato/a nei consumi, tanto
accorto/a e/o parsimonioso/a da evitare
qualsiasi spreco al segno di non permettere che il condimento in cottura trabocchi per eccessivo bollore dalla pentola e ciò allorché il fa dell’espressione è la
3ª pers. sg. indicativo presente dell’infinito fà.
2)Tutt’altro significato prende l’espressione allorché il
fa’ dell’espressione è la 2ª pers. sg. imperativo dell’infinito fà. In tal caso la locuzione diventa non una
costatazione, ma quasi un ordine perentorio a non far traboccare il condimento
dalla pentola di pertinenza. Tuttavia mentre nel caso sub 1 la locuzione può
essere tranquillamente intesa nel senso letterale con riferimento alla
avvedutezza e/o parsimonia di chi si adopera per evitare che si cada
nell’eccesso facendo traboccare il condimento o conferito in maniera
sovrabbondante,o non tenuto sotto controllo durante la sua cottura, nel caso
sub 2 con l’uso dell’imperativo l’espressione non si deve intendere come un consiglio/ordine a non
far traboccare il condimento o conferito
in maniera sovrabbondante,o non tenuto sotto controllo durante la sua
cottura,ma deve intendersi in senso traslato come consiglio/ordine dato ad un familiare di non lasciar
trapelare all’esterno dando in pasto ai
terzi i fatti e/o i problemi di famiglia che vanno rigorosamente tenuti segreti
e sotto il controllo di chi compone la famiglia.Ed ancóra l’espressione sub
2) in un suo sotteso significato metaforico vale: adoperarsi per non permettere che le risorse familiari travalichino i sacrosanti
confini della famiglia per essere destinate ad estranei e/o a parenti non molto
prossimi.
Giunti qui , prendiamone in esame alcune parole:
‘o ggrasso letteralmente
il grasso= condimento ricavato dalla sottocute del maiale; ovviamente qui è
usato nel senso traslato ed estensivo di risorsa
economica; la voce a margine è un sost. neutro (la gran parte degli
alimenti in napoletano è di genere neutro) derivato dal lat. volg. grassu(m),
da crassus 'grasso', forse per incrocio con grossus 'grosso';
ascí = uscire, venir fuori, debordare voce verb. infinito dal
lat. volg. parlato *axire marcato su exire,
comp. di ex- 'fuori' e ire 'andare';
fora avv.
di luogo= fuori, all'esterno
di qualcosa, non in esso; anche, lontano da esso; voce derivato dal lat. fora(s) collaterale di fŏri(s) donde l’italiano fuori.
la voce pignata/pignato s.vo
f.le/m.le nell’unico significato di pentola di coccio bassa, ma capace riprende
forse per adattamento la voce toscana pignatta→pignata
s. f. , che
anticamente fu anche: pignatto→pignato
s. m. nei significati di
1) pentola molto capace, per lo piú di terracotta | (fam.) qualunque tipo di pentola. dim. pignattella, pignattina, pignattino (m.)
2) sorta di mattone forato impiegato nella costruzione dei solai. Tutto ciò sempre che non sia vero il contrario e cioè che un/una originario/a pignato/a partenopei non siano diventati pignatto e pignatto nell’italiano;
1) pentola molto capace, per lo piú di terracotta | (fam.) qualunque tipo di pentola. dim. pignattella, pignattina, pignattino (m.)
2) sorta di mattone forato impiegato nella costruzione dei solai. Tutto ciò sempre che non sia vero il contrario e cioè che un/una originario/a pignato/a partenopei non siano diventati pignatto e pignatto nell’italiano;
L’etimo è incerto;
forse da un deriv. del lat. pinguis 'grasso', col sign. di 'recipiente
per conservare il grasso, la sugna;con una lettura metatetica di pinguis→pignuis addizionato di apta→atta donde *pignatta (adatta a contenere il grasso).
Tuttavia un'altra
scuola di pensiero ( alla quale mi piace aderire!) pensa ch'essa voce pignata possa derivare dal latino pineata(olla)in quanto il coperchio della pignata termina e terminava quasi sempre a mo' di pigna (in
latino pinea donde pineata→pignata).
E cosí penso d’aver convenientemente
risposto alla richiesta
dell’amico P.G. e d’aver
contentato anche qualche altro dei miei
ventiquattro lettori, per cui reputo di poter mettere il punto fermo con il
consueto satis est rinviando alibi per altre espressioni con la voce pignata.
Satis est.
Raffaele Bracale
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