martedì 24 marzo 2020

NUOVO ‘E TRINCA


NUOVO ‘E TRINCA
Questa volta è stato il  caro amico A. M. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a  chiedermi via e-mail di chiarirgli  significato e portata dell’ espressione partenopea che, mi dice, spesso fu usata da suo padre magnificando la sua opera di calzolaio che dopo d’aver riparato un paio di scarpe si gloriava di averle cosí ben messe da farle apparire nove ‘i trinche . Gli rispondo che sí l’espressione usata da suo padre: nove ‘i trinche ( nuove di trinca) mi è ben nota ed è espressione che  ripete con un piccolo adattamento morfologico un’espressione novo/a de trinca usata dal Veneto alla Campania passando per  il Piemonte, la Liguria e l’Emilia  espressioni che  dovunque riprendono l’iberico nuevo de trinca  dove con il s.vo f.le  trinca  [ deverbale dell’iberico trincar «legare strettamente»] si indica:
1. In marina, robusto collegamento di due o piú parti mediante cavo o catena, a piú passate, fitte e parallele, tesate al massimo: t. del bompresso, collegamento tra il piede del bompresso e il dritto di prua; trinche dell’invasatura, cavi di canapa che legano simmetricamente le colonne dell’invasatura passando sotto la chiglia della nave sullo scalo, dette anche embrici; trinche dei vasi (piú comunem. dette bozze,), quelle che trattengono a terra le testate dei vasi, fino all’istante nel quale si tagliano, lasciando libera la nave di scivolare in mare.
2. Navigare alla t., riferito nel linguaggio marin. a velieri, lo stesso che navigare alla cappa, cioè con le vele disposte il piú vicino possibile alla direzione del vento, in modo da ridurre al minimo la velocità.

3. Nell’uso regionale italiano, come nel caso che ci occupa,  l’espressione nuovo di trinca,    vale nuovo di zecca, nuovissimo; la connessione semantica della locuzione  con i precedenti sign. della voce si coglie tenendo presente che nell’uso iberico  manufatti  nuovissimi (come stoffe, vele etc) venivano raccolti a tre a tre e legate saldamente tra di loro con una fitta  tripla legatura détta appunto trinca. Per estensione nell’uso campano si finí per ritenere di trinca qualsiasi manufatto nuovissimo o che apparisse tale.
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico A.M. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
 Raffaele Bracale

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